BALLABIO – Gli insistiti interventi sui social del vicesindaco Giovanni Bruno Bussola e del sindaco Alessandra Consonni in difesa della Pro Loco di Ballabio non fanno altro che confermare le difficoltà dell’associazione guidata da Enrico Pissavini. Non tanto ad organizzare iniziative – l’associazione è convenzionata con l’amministrazione – che sulla carta risultano di interesse, ma a coinvolgere quelli che dovrebbero essere in prima battuta gli spettatori di tali eventi: i ballabiesi. Già, perché i principali assenti dalle iniziative (non solo da quelle della Pro Loco, va detto), sono i residenti locali a cui attualmente poco interessa ritrovarsi con altri per socializzare con mangiate, musica, cinema o quant’altro. Per poi andare però in gran numero nella vicina Laorca per la Terza di Luglio o in Valsassina alla Valle dei formaggi o ai giochi delle Contrade di Barzio.
Quest’amministrazione ha poco presente che l’attuale Ballabio è un paese che non c’è dal punto di vista sociale, con i problemi tipici di tutte le aree periferiche di Lecco che hanno visto più che raddoppiare la popolazione residente negli ultimi 20 anni.
Aveva compreso bene questo problema Manuela Deon che, come assessore della precedente amministrazione, aveva capito che bisognava iniziare con il coinvolgere i bambini della materna e delle elementari, per arrivare così ad invitare i genitori agli eventi di rilievo. Soprattutto, la Deon ha sempre cercato di coinvolgere nelle iniziative tutte le associazioni di Ballabio – non sempre riuscendovi e trovando spesso contrasti, rivalità, incomprensioni e personalismi. Che come è ovvio, allora come oggi, ricadono sul paese trascinandolo sempre più nello stereotipo della località-dormitorio.
La clamorosa sgamata [*] che sta girando sui social della Serata Lirica complice un vetro birichino in un video, fa vedere una sala semideserta davanti alle cantanti pagate 2.000 euro di soldi pubblici e “battute” dall’ottimo teatro parrocchiale. Un campanello d’allarme che identifica da tempo, in modo forse esagerato, la politica delle iniziative pubbliche – comprese quelle della Pro Loco – come una delle cause del buco sociale ballabiese e del suo sprofondare nel quartiere periferico di Lecco.
Anche osservando attentamente la foto della prima Ballabio Manzoniana pubblicata per mostrare la grande partecipazione (2016), è facile notare i volti di pochissimi ballabiesi oltre ai sostenitori del sodalizio.
Evidente poi la difficoltà della Pro Loco con i mezzi moderni di propaganda, sempre poco aggiornati e in ritardo, con eventi dell’associazione postati dal presidente stesso sulla propria pagina Facebook e non riportati neppure sul sito internet (a sua volta pochissimo aggiornato e pieno di documentazione vecchia). E ancora volontari che si trovano spaesati ad organizzare, in pochi, più del doppio degli eventi che erano soliti realizzare in passato.
Manca in tutta evidenza a Ballabio una figura autorevole, in grado di radunare quantie amano il paese attorno ad un tavolo per discutere ed organizzare eventi in cui tutte le associazioni mettano da parte rivalità e contrasti e lavorino fianco a fianco per il bene comune e non per dire “Siamo noi i più bravi o i nostri volontari amano il paese più dei vostri!”
Un esempio positivo in questo senso viene dalle parrocchie, attualmente le uniche in grado di coinvolgere in buon numero i ballabiesi negli eventi. Grazie ad un grande lavoro di cucitura iniziato dal presidente del GSO Ballabio Fabio Invernizzi e dal fratello Diego, si è riusciti a trovare inaspettati punti in comune tra GSO, chierichetti, catechisti, animatori, genitori dell’oratorio domenicale e altri responsabili per il bene dei più piccoli, per far vivere il paese alle famiglie e riaprire l’oratorio domenicale.
J. P. P.
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* Foto tratta da una pagina Facebook che pare riconducibile all’ex sindaco di Ballabio Luigi Pontiggia