Ormai la ripresa incalza anche per i ragazzi che riallacciano i ritmi più consueti dell’impegno scolastico. Settembre suggerisce, un po’ a tutti, ricominciare, riprendere secondo consuetudine quella regolarità di vita (in cui è stato certamente giusto introdurre variazione di riposo e di festa) e altrettanto abbiamo bisogno di custodire nell’ordinario ritessendo cadenze di attività costruttiva.
Mi piacerebbe qui fare elogio d’una “regola di vita”, non sempre ci si pensa, pure la nostra esistenza sente l’esigenza di ritmarsi secondo sane cadenze che diano indispensabili alternanze tra attività e riposo, bisogni materiali e relazioni umane. Viene alla mente la regola monastica che dà ordinato svolgersi all’esistenza, di chi abbraccia vita ascetica e comune. Non è inutile il riferimento a questo stile di vita (certo non per tutti, solo per chi ne abbia grazia e dono) suggerisce però a tutti il bisogno di dare sequenza sensata al proprio tempo e alle proprie attività. Mi piace pensare che il fondamento più significativo a ritmare il tempo dando ordinato esprimersi alla nostra umanità, lo troviamo già suggerito nella prima pagina della creazione dove ci sono suggeriti i ritmi di vita cosmica, cadenzati sulla perfezione settenaria.
Qui impariamo che l’espressione più costante d’umanità è certamente l’agire creativo, e anche il bisogno d’innalzamento trascendente dalle cose ordinarie, dalle opere delle mani per uno spazio di un riposo che è da ricongiungersi al Signore. Mi sollecita molto riflettere come Dio stesso cerchi ordine e lo chieda anche a noi, un ordine nei giorni che volgano nella completezza di agire e riposare, di impegno nella fatica e d’elevare l’animo.
Il nostro riprendere settembrino sia proprio così: voglia di fare attuando sani ritmi di vita tra operare ed elevarci al Signore nella composta bellezza dell’ordine costruttivo della nostra vita. Ripresa è anche quella della fatica, ma la vorremmo piuttosto immersione nel garbo ordinato della vita.
Don Giambattista Milani
parroco di Ballabio
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