DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELLA PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA

Nella lettera indirizzata agli Ebrei sta scritto che Gesù sa compatire le nostre infermità perché è stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato. Dunque, se noi ci sentiamo deboli dobbiamo ricordare che anche Gesù ha condiviso la nostra debolezza. Se noi siamo in una prova ricordiamoci che anche Gesù è stato messo alla prova. Ma se la prova Lui l’ha superata vuol dire che anche noi possiamo superarla e uscirne vincitori, come Lui! 

San Paolo ci offre oggi un esempio facile da capire: la competizione sportiva! Sentiamo spesso parlare di atletica nello stadio e più ancora parlare di calcio. È normale, e facile da capire, che chi corre o gioca a calcio lo fa perché vuole vincere! Ed è giusto anche desiderare il premio! Ma anche nello sport può nascere un pensiero nella mente di qualcuno: non esiste qualche scorciatoia per vincere senza fare fatica? Oppure non ci sarebbe nessuno in grado di assicurarci che vinceremo? Ecco che nasce la tentazione con il suo fascino: la vittoria sarebbe a portata di mano se assumiamo cibi e sostanze che ci danno forza, una forza maggiore dei nostri avversari. Oppure c’è la via della corruzione: con i soldi si può corrompere l’arbitro, si possono corrompere dei giocatori e alla fine la vittoria è assicurata. 

Anche il Figlio di Dio, Gesù, è entrato nel mondo come in uno stadio: in questo stadio lo aspetta una grande sfida. Ha una missione da compiere che riguarda non qualche individuo o una squadra o un popolo ma l’umanità intera! Lui ha davanti a sé una schiera infinita di figli e figlie, tutti creati per puro amore, tutti chiamati ad amare: amarsi tra di loro e amare il Padre che li ha creati. Tutti chiamati a vivere in pace e in una felicità piena! Ma l’umanità che è davanti ai suoi occhi è fatta di individui egoisti e aggressivi, sempre pronti a litigare e a prevalere gli uni sugli altri, sempre pronti a ricorrere alla violenza. E l’umanità del tempo di Gesù era uguale all’umanità di oggi: perché ci sono le guerre nel 

mondo? Perché si vuole possedere e conquistare beni che non si hanno e ci si vuole arricchire sempre di più. Oppure perché si considerano i vicini come futuri aggressori che è meglio combattere e distruggere in anticipo prima che loro distruggano noi. È sempre stato così. Nella famiglia umana l’amore non esiste. Cosa fare per mettere un po’ di amore e far stare un po’ bene questi uomini facendoli andare un po’ d’accordo? 

Nella mente di Gesù può essere nato anche un pensiero come questo: si potrebbe dare a tutti abbondanza di cibo, di terra, di soldi, di case, di lavoro: così tutte le preoccupazioni che generano ansietà spariscono e si starà un po’ meglio, anzi bene! Un altro pensiero può essere nato nella mente di Gesù: quando la gente si diverte si dimentica degli impegni e si riprende anche dalla fatica del lavoro. Si potrebbe dare tanto divertimento così la gente diventa felice. In fondo è quello che succede negli stadi: quando la propria squadra manda il pallone nella porta avversaria tutti sembrano contenti e urlando esprimono tutti la propria felicità e dicono tutti la stessa cosa! Tutto sembra molto facile e sembra che tutto vada bene e sono tutti contenti! Questi pensieri sono passati nella mente di Gesù perché passano anche nella nostra mente: quando la meta che ci sta davanti è alta e anche difficile si cerca una scorciatoia, si cerca una via per fare meno fatica e fare più in fretta. 

Ma Gesù ha detto NO! Ha scacciato questi pensieri. Ha pensato a noi come figli del Padre e fratelli suoi, con un cuore capace di amare cioè persone che sanno vincere l’egoismo e l’aggressività, che sanno collaborare con gli altri e rispettare e ammirare quello che sono. Ha pensato a noi come persone che devono vivere nella gioia per sempre e non per qualche momento soltanto. Imparare ad amare è una strada tutta in salita e spesso faticosa: Gesù ha scelto questa strada. È la strada della bontà e della verità, la strada della mitezza e del dono di sé, la strada della fedeltà al Padre che ha donato la vita a tutti noi. Su questa strada si incontra qualcuno che ti dice: non serve a niente, lascia stare, è impossibile, non ce la farai mai! Questo qualcuno è stato capace di scatenarsi contro il Figlio di Dio mettendolo in una condizione tale da dichiarare fallimento: è inutile essere figlio di un Padre che permette di soffrire così tanto, è inutile di impegnarsi per questi uomini, a partire dai suoi discepoli che hanno la testa dura, non capiscono, continuano a litigare e a competere e nel momento del dolore ti lasciano da solo! 

E invece Gesù nell’estremo della sua debolezza sulla croce si affida ancora al Padre che lo ama e continua ad avere fiducia in noi e ci dà la forza di amare come Lui! Questa è la vittoria di Gesù sul nemico di Dio e nemico nostro che è Satana! Al seguito di Gesù anche noi possiamo essere vincitori nella prova e scegliere sempre la via dell’amore!


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio e Morterone