“Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità”. Queste parole le abbiamo sentite poco fa dall’apostolo Paolo ed esprimono una grandissima verità che non dovremmo mai dimenticare. Invece è facilissimo dimenticarla quando capitano avvenimenti avversi della vita e dobbiamo affrontare momenti difficili. È facilissimo pensare che forse Dio si è stancato degli uomini, che Dio è sempre pronto a punire e giudicare. Spesso scopriamo di non riuscire a fare quello che vorremmo e le cose della vita non vanno sempre secondo i nostri desideri. Allora è facile pensare a Dio come uno che può fare quello che vuole ma non ci viene molto incontro. La sua volontà ci appare come qualcosa che va tollerata e sopportata di malavoglia. Ma non è così.
Dio, che ci ha chiamati alla vita, è nostro padre che vuole sempre e solo il bene di tutti i suoi figli. E se tanti si sono allontanati da Lui, Lui li aspetta con pazienza.
Ma, nel mondo, quanti sanno di avere un Padre che li ha generati e che li sta aspettando per dare a loro pace e vita a partire da questa vita sulla terra per poi darcela in pienezza dopo la morte fisica? Pensando a tutta l’umanità diciamo che sono molto pochi. Per grazia di Dio che ci ha chiamati, noi siamo tra questi “pochi” che sono a conoscenza di questa verità. Allora nasce in noi il desiderio di parlare, di dire che abbiamo un Padre che ci ama e ci aspetta. Nessuno può essere felice lontano dal Padre. Questa è una bellissima notizia da comunicare: la parola VANGELO vuol dire proprio BELLA NOTIZIA! Oggi Gesù dice a noi, discepoli di questo tempo, che questa bella notizia va annunciata in tutto il mondo e ad ogni creatura!
Ma dal racconto che abbiamo ascoltato emergono due problemi:
il primo è la vita stessa delle persone a cui Gesù si rivolge: erano in Dodici e ora sono in Undici perché uno ha abbandonato tutto! E poi erano duri di cuore e senza fede. Come è possibile che Gesù si rivolga proprio a loro? Avevano incontrato alcune persone, soprattutto donne, che avevano visto Gesù vivente, ma non avevano creduto a loro. Avevano sentito più volte Gesù che diceva che sarebbe morto e poi sarebbe risorto ma avevano dimenticato tutto! Tutto questo non ci richiama forse anche la nostra povertà e la nostra inadeguatezza? Chi siamo noi per annunciare il Vangelo ai popoli e ad ogni creatura? Eppure Gesù insiste nel continuare a chiedercelo e continua ad avere fiducia in noi!
Il secondo problema è l’enormità del progetto che ci viene proposto. C’è qualcosa che ci fa dire: “Sì sarebbe bello fare queste cose ma io non ce la farò mai, questo non è per me”. Per esempio quando Gesù dice: “Parleranno lingue nuove, imporranno le mani ai malati ed essi guariranno”. Ma poi c’è qualcosa che ci fa paura ed è la forza del male. Gesù ricorre a un linguaggio simbolico come prendere in mano i serpenti e bere qualche veleno senza riceverne danno ma anche un linguaggio realistico come scacciare i demoni nel suo nome. E chiama tutto questo come SEGNI che accompagnano quelli che credono.
Cosa vuole dirci Gesù usando questo linguaggio che a prima vista è un po’ strano? Vuole ricordarci prima di tutto che il male esiste ed è anche personificato in Satana, l’accusatore e il menzognero, il ribelle alla volontà di Dio, colui che fa di tutto per distaccarci da Dio e di seminare violenza e menzogna. Ma contro di noi che crediamo, cioè che affidiamo la nostra vita nelle mani del Padre, non può fare nulla, è completamente impotente.
Allora sorge con urgenza una domanda: ma è proprio vero che abbiamo affidato la nostra vita alle mani del Padre? Si incontrano molto spesso persone che dicono di sentire che il mondo gli crolla addosso, che le cose vanno tutte storte, che si sentono sotto l’oppressione di una forza negativa che non si sa come descrivere ma che comunque fa stare male. Se noi siamo davvero credenti viviamo nella certezza che Dio si prenderà cura di noi e non ci abbandonerà mai. Ma se incontriamo persone che stanno male a causa di forze negative e misteriose noi dobbiamo dirlo a loro: la pace, la gioia e la sicurezza si trovano solo affidandoci al Padre che Gesù, suo Figlio, ci ha annunciato.
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio