DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE: QUINTA DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DEL BATTISTA

“Cari genitori, chiedendo il Battesimo per il vostro figlio voi vi impegnate a educarlo nella fede perché impari ad amare Dio e il prossimo, come Gesù ci ha insegnato”. Ecco cosa c’è all’origine del fatto che siamo qui ad ascoltare la parola di Gesù e a riceverlo nel pane eucaristico. Qualcuno (normalmente i genitori) ha fatto una promessa che ci riguardava direttamente: ha promesso di insegnarci ad amare Dio e gli altri che sono nostri fratelli e nostre sorelle. Questa è la cosa più importante della vita: AMARE DIO E IL PROSSIMO. Allora la domanda più naturale è: ho messo in pratica quell’insegnamento? Sono una persona capace di amare o semplicemente che vuole amare? Ho cercato l’amore? Questa è la parola di Dio che oggi abbiamo ascoltato. 

I nostri padri nella fede hanno ricevuto i dieci comandamenti come via che porta alla vita e poi anche un grande numero di altri precetti impossibili da mettere in pratica tutti. Eppure già nei tempi antichi persone sagge hanno capito e hanno insegnato che non era importante conoscere tutti i precetti perché ce n’era uno che era la sintesi di tutti ed è quello di amare. Qualche volta l’ha insegnato anche Gesù ma non è stato il primo a dirlo. Oggi, per esempio, vediamo che è Gesù a chiedere a quel maestro che cosa dice la Legge e lui risponde bene: 

“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso”. E la risposta di Gesù è stata semplice: “Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai”. 

Si vive per amare e si ama per vivere. La vita comporta proprio questa sfida: riuscire a comprendere che solo l’amore è il tesoro della nostra vita. Se uno vive nell’amore ha trovato questo tesoro che vale e non perderà mai il suo valore, e dunque è sulla strada buona e giusta. Se uno al posto dell’amore mette 

qualsiasi altra cosa verrà il giorno in cui perderà tutto e la sua vita si rivelerà un fallimento. Noi dobbiamo sentirci benedetti perché nella vita abbiamo incontrato persone che ci hanno comunicato questo messaggio e che è l’unico grande messaggio che dobbiamo avere cura di trasmettere agli altri, a partire dalle persone a noi più vicine. Siamo cristiani: come è bello essere cristiani e come è facile essere cristiani! Talmente facile e bello che anche i bambini più piccoli lo sanno fare benissimo! Sono amati prima di tutto e a loro modo manifestano il loro amore, prima di tutto al papà e alla mamma che li hanno generati e a poco a poco anche alle altre persone. Per questo la nostra tradizione popolare ci ha insegnato a iniziare e a terminare le nostre giornate dicendo: “Ti adoro, mio Dio, ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato e fatto cristiano!”. Questa Parola è la luce della nostra vita e dobbiamo essere infinitamente e profondamente riconoscenti a Dio che ci ha chiamati per questa via. 

Purtroppo vediamo che questa via così bella e luminosa da tanti cristiani non viene più apprezzata e quindi l’abbandonano. La vita di tante persone si riempie di cose che non riempiono il cuore, magari anche di cose belle e utili per un po’ ma che poi passano e lasciano il vuoto. Tante altre persone invece fanno questa meravigliosa scoperta e la loro vita ne viene tutta illuminata. 

Oggi Gesù ci ha offerto una delle sue parabole più belle. Ha voluto far capire a quel maestro della Legge che non ci sono limiti davanti a una persona che soffre e che ha bisogno di qualcosa. Nella parabola, quel viaggiatore che era un Samaritano, quindi straniero ed emarginato, vede uno per strada che era stato picchiato a sangue: si ferma e gli fascia le ferite. Non si chiede se era un brigante come chi l’aveva assalito, non si chiede se era un ebreo che disprezzava i samaritani. Ha sentito compassione di lui e l’ha aiutato! Altri invece, con buone scuse, sono passati via ma si sono lasciati prendere dalle cose che dovevano fare. Non hanno provato compassione per lui. Avere compassione: credo che noi tutti abbiamo questo dono di sentire compassione verso una persona che sta soffrendo o che ha bisogno di qualcosa e se possiamo siamo pronti ad aiutare. Oggi Gesù ci dice: “Questa è la strada buona, è la strada dell’amore vero e sincero: continua così e vivrai!”.

 


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio e Morterone