MORTERONE – Prima messa concelebrata dal vicario episcopale don Gianni Cesena nella parrocchiale della Beata Vergine Assunta a Morterone. L’antica chiesa morteronese fu costruita nel 1461 mentre nel 1566 risultava sede di una cappellania curata, mentre la parrocchia venne eretta nel secolo successivo. La funzione religiosa è stata concelebrata dal parroco emerito don Agostino Butturini che per 40 anni ha retto la funzione e dall’attuale parroco don Benvenuto Riva.
In una chiesa piena di fedeli tra cui tanti turisti e villeggianti, all’omelia dopo una breve presentazione del parroco sul ruolo del Vicario episcopale e sulle sue funzioni, don Gianni ha detto: “Ormai siamo un po’ tutti cittadini del mondo. Un mondo dove oggi siamo interconnessi e a conoscenza di tutto quello che accade. Nella prima lettura sentiamo quello che accade nelle persone quando sentono delle cattive notizie come le guerre conosciute e nascoste e le guerre civili. Mi ha impressionato questa cosa dell’Inghilterra dove molti si sono scagliati contro le case che ospitavano gli immigrati. Londra era già una città multietnica molto più di quello che è Milano adesso. Poi le guerre civile famigliari, dove gli uomini uccidono le donne. Il cambiamento climatico. La gente come reagisce? Attraverso l’istinto umano pronunciando la classica frase ‘dove andremo a finire?’. Altri preoccupati e impauriti dalle cose brutte del mondo sperano che non capitino da noi. Ci sono i cinici, quelli che dicono che il mondo sta andando a sbattere e io mi tiro da parte non interessandomi di niente. Un cristiano può permettersi di essere soltanto umano? La parola di Dio di oggi ci dà qualche indicazione. Il profeta Geremia dice al suo popolo che stanno andando a sbattere. Siete stati riportati al culto di Dio. Con suo figlio è stato di nuovo tutto distrutto e siete tornati agli idoli e diventerete schiavi. Questo accade perché non avete più trovato le ragioni della vostra vita. Noi cristiani proviamo tutte le sensazioni umane ma dobbiamo ascoltare la parola di Dio che non è solo speranza, ma è qualcosa che ci costruisce interiormente e che ci dà un identità. Dio ha premura nei nostri confronti. La nostra vita non si risolve tutta su questa terra in cui abbiamo delle responsabilità. La Parola ci deve raggiungere e illuminare la nostra esistenza. […]”.
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