“Non preoccupatevi … guardate gli uccelli … guardate i fiori … non state a domandarvi … non state in ansia …”. Ecco alcuni consigli di Gesù rivolti ai suoi discepoli e quindi a noi tutti. Sembrano particolarmente adatti a noi soprattutto in questi tempi un po’ difficili però ci sembra anche un po’ strano che a noi, effettivamente preoccupati e spesso in ansia per la salute, per il futuro, per l’educazione dei figli, per il lavoro e tanto altro, ci dica di guardare gli uccelli del cielo e i fiori dei campi. Ci sembra una bella distrazione che per un momento ci può aiutare ad andare avanti ma che non risolve proprio niente. Le preoccupazioni e le ansie rimangono, i problemi ci sono e bisogna affrontarli e cercare di risolverli.
Ma Gesù non parla con leggerezza, sa che tutto questo fa parte della nostra vita e comprende le nostre preoccupazioni e le nostre agitazioni. Anzi ci lancia una sfida proprio sul modo di affrontarle: si tratta di mettere le cose al posto giusto, di mettere ordine nella propria vita, sì, perché quelle preoccupazioni ci lasciano in eredità una vita ansiosa e confusa mentre invece vorremmo una vita un po’ più calma e tranquilla. Gesù ci parla del Padre e ci dice: “Cercate prima di tutto il suo regno …”. Allora diventa importante capire che cosa è questo regno, dove è, così che possiamo cercarlo in vista di un miglioramento della nostra vita. In tutte le epoche in cui è vissuto il popolo di Dio, quindi anche prima di Gesù e anche al suo tempo, è stato facile pensare a un rivolgimento politico. La vita
umana è spesso dominata da re e signori potenti che quasi sempre sono ingiusti e prepotenti, opprimono i popoli con tasse sempre più pesanti e causano guerre inutili solo per mantenersi al potere. Allora era ed è facile sognare un cambiamento: che venga un re giusto e buono che con la sua guida saggia ci renda facile la vita invece di rendercela più pesante. Ma tutti questi sogni e queste aspettative si sono rivelate quasi sempre una illusione. Quando era davanti a Pilato, per essere giudicato, Gesù disse: “Il mio regno non è di questo mondo …” e un altro giorno aveva detto: “Il regno di Dio è dentro di voi”. Dunque non aspettiamo dal futuro una cosa che non avverrà mai, e non cerchiamo lontano o chissà dove una cosa che in realtà è talmente vicina da essere dentro di noi. Effettivamente l’essere umano è aperto all’infinito nella sua interiorità. Sperimenta il limite nelle sue forze, nel tempo che gli è dato da vivere in questa vita fisica, nelle sue abilità, ma il suo spirito è veramente aperto all’infinito. È qui che Dio si ferma e non entra perché rispetta la libertà personale di ciascuno di noi. Sta a ciascuno di noi dire: “Vieni o Dio, regna Tu nel mio cuore, io mi affido totalmente a Te, io mi fido di Te. Io vengo da Te, Tu mi hai dato la vita, Tu sai cosa è bene per me”. Ma questa non è una parola detta una volta per sempre. È una parola da rivolgere ogni giorno al nostro Padre, è un dialogo da tenere sempre vivo.
Quando un essere umano viene al mondo lo chiamiamo bambino. Il bambino non ha coscienza di sé e di essere venuto al mondo. Si esprime con vagiti, pianti, sorrisi e gesti. Il suo mondo sono la mamma e il papà. A loro vanno le sue richieste di aiuto e loro provvedono immediatamente. Questa è stata l’esperienza di tutti noi quando eravamo bambini. Quando Gesù ci ha invitati a guardare gli uccelli del cielo e i fiori del campo per parlarci del Padre che provvede a loro, avrebbe potuto dire anche: “Guardate i vostri bambini, quando dormono in pace, quando sono sereni e tranquilli. Chiedetevi: perché non sono preoccupati? Perché non sono in ansia?”.
Ecco allora cosa vuol dire mettere un po’ di ordine nella nostra vita e cercare prima di tutto il regno di Dio: ricordiamoci sempre, tutti i giorni, di essere figli di un Padre che, oltre che darci la vita, desidera dialogare con noi, tenerci in braccio, coccolarci un po’, correggerci quando è necessario, e desidera anche distinguere quello che è un bene vero dei suoi figli (che non verrà a mancare mai) da quelli che solo i loro capricci. Quando una persona si apre con fiducia alla presenza paterna e amorevole di Dio: qui Dio comincia a regnare con il suo amore. Da qui nasce la nostra serenità e la nostra pace.
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone
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