LA MEDITAZIONE DI DON GIANBATTISTA: VOCAZIONE

Nella considerazione più corrente la “Vocazione” è propria solo di alcuni che, in ambito religioso e secondo condizione di vita che non è quella più comune, quella scelta generalmente, esprimono un particolare legame a Dio e alla Chiesa. Brani della Scrittura santa come quelli che ascoltiamo nella liturgia di oggi, possono addirittura rafforzare questa convinzione. È però bene cavarli dalla vicenda propria narrata, non leggerli solamente nella vicenda personale, di Samuele, Paolo o delle due coppie di fratelli a Cafarnao. Anzi, credo sia il messaggio più proprio che faccia per noi: ciascuno è chiamato.

Ma, come è ovvio, Pietro e Andrea, Giovanni e Giacomo, alla chiamata di Gesù abbiano corrisposto con volontà spontanea, così la chiamata ciascuno non se la trova addosso, ma è frutto di una proposta e di una risposta, una adesione, con la libertà e l’impegno che questo comporta. È bene che in un tempo come il nostro si torni a riflettere molto su questo rapporto di chiamata-risposta al Signore. La pretesa che tutto dipenda da me, rischia – lo vediamo bene e spesso – rendere labile e fin capricciosa la scelta. Non dipende da una pura soggettività sganciata da un compito e da un dono. Accolta la chiamata, le devo fedeltà, impegno come risposta, in un dialogo che – si tratta della mia vita – è intessuto con il “Signore della vita” che me l’ha data, personalmente affidata, in una chiamata che coinvolge la mia persona e tutte quelle che si intrecciano alla mia vocazione alla vita: a questa scelta di vita. Come è più vero e ricco leggerci nella chiamata del Signore!

Se ci pongo mente lo scopro realmente – è vero – mi impegna di più: non mi lega solo a chi appartenga alla mia cerchia, ma al Signore: eppure quanto è più appagante e d’altro canto rassicurante!  

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Don Gianbattista Milani
parroco di Ballabio