DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELLA DOMENICA DI PENTECOSTE

UNA GRANDE LUCE rischiara la nostra vita: è la PROMESSA di Gesù che dice: VOI INVECE MI VEDRETE, PERCHÉ IO VIVO E VOI VIVRETE. Parole così ci fanno stare bene, certo. Bisogna vedere se sono parole vere o superficiali, se chi ce le dice è una persona seria o un idealista o un sognatore. Ma noi le accogliamo come parole vere di Colui che ha detto sempre la verità, Colui che ha detto: “Io sono la Verità!”.

Noi tutti amiamo la via e, a pensarci bene, se qualche volta ci sentiamo male, è perché sentiamo che la vita viene meno. Possono essere i problemi che riguardano la salute e allora è la vita del corpo che viene meno. Ma ci sono anche preoccupazioni, affanni, sofferenze, fatiche: tutte queste cose rendono la vita meno bella e qualche volta decisamente brutta. Questo ci dispiace e ci addolora. Vorremmo una vita diversa: proprio questo è il segno che noi amiamo la vita e la vorremmo piena e felice. Qualcuno ha una vita talmente dolorosa e insignificante che arriva a togliersela. Ma anche questo è un segno che queste persone amano la vita, si tolgono la loro vita perché ne vorrebbero una diversa. Non dovremmo allora essere contenti di avere una “assicurazione sulla vita” fondata non su un contratto di assicurazione umana che spesso costa molti soldi, ma solo sulla parola di Colui che chiamiamo nostro Fratello e Salvatore GESÙ? Siamo vivi e vivremo per sempre!

C’è anche la promessa: “voi invece mi vedrete” che è un po’ misteriosa e va compresa bene. C’è una specie di frattura tra noi che sentiamo queste parole di Gesù e il mondo nel quale viviamo questa vita sulla terra. Una parte di questo mondo non vede quello che noi vediamo perché si ferma alla parte materiale, non sa vedere oltre e in profondità. Noi invece “vediamo oltre, vediamo al di là”: in una persona che ha bisogno, in una persona ammalata noi “vediamo” Gesù che ha bisogno o è ammalato ed è lo stesso Gesù che un giorno ci dirà: “Venite benedetti, nel regno preparato per voi!”. Nel pane spezzato noi vediamo il corpo donato a noi come cibo dello spirito. Poi, quando Lui vorrà, lo vedremo con il suo volto bellissimo e sarà per sempre. Questo è riservato al futuro. Quel futuro che Gesù chiama: “QUEL GIORNO”.

Cosa avverrà in quel giorno che è l’eternità? Avverrà che vivremo totalmente una vita di unione piena tra di noi e con Gesù “VOI IN ME E IO IN VOI” ma tutti insieme saremo nel PADRE. Saremo pienamente partecipi della vita di Dio: sarà allora quando tutte le preoccupazioni e le paure saranno passate e “anche le lacrime saranno asciugate dai nostri occhi”. Però fin d’ora è bello sapere quale è il nostro destino, guardare la cima della montagna dove arriveremo anche se ora ci tocca camminare ancora un po’ con molta fatica.

Gesù ha incoraggiato i suoi primi discepoli sapendo che avrebbero attraversato momenti difficili: “Non vi lascerò orfani”. Lui, per i suoi discepoli, è stato amico, fratello, guida, maestro, difensore e protettore: tutto questo è riassunto nella parola antica Paraclito. Ora sembra che si stia allontanando ma promette che il Padre, su sua richiesta, manderà un altro Paraclito. È lo Spirito Santo che anche tutti noi abbiamo ricevuto e che ci fa vivere la bellezza dell’amicizia, della sapienza, della gioia, della verità, della forza, dell’unione fraterna. La convivenza di Gesù con i suoi amici e discepoli è durata circa tre anni. Tre anni sono un brevissimo periodo della vita e passano in fretta. Il resto della loro vita anche gli apostoli l’hanno vissuto come anche tutti noi viviamo la nostra vita: con lo Spirito Santo che ci fa da guida, amico e maestro.

Ascoltiamolo, dialoghiamo con Lui, chiediamogli luce, forza, pace, seguiamolo in tutte le buone ispirazione che ci suggerisce, fino a quando arriverà “QUEL GIORNO”.


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio

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