DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE: QUINTA DOMENICA DOPO L’EPIFANIA

“Questo fu il secondo segno che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea”. A proposito di questi “segni” Giovanni, alla fine del suo libro, dice che Gesù “ne compì molti altri che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché voi crediate, e credendo abbiate la vita”. Il primo segno l’abbiamo ascoltato qualche domenica fa. Nel villaggio di Cana in Galilea c’era una festa di nozze e, su indicazione di sua madre Maria, Gesù ha fatto sì che la festa continuasse senza problemi. Chi si è accorto che la festa è andata avanti solo perché Gesù ha ordinato di portare in tavola dell’acqua e chi l’ha bevuta in realtà ha bevuto del buon vino? Quasi nessuno, solo cinque o sei persone della quali si dice che “credettero”.

Poi Gesù va a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Giovanni dice che “molti credettero nel suo nome alla vista dei prodigi che faceva. Gesù però non si fidava di loro, perché li conosceva tutti, e non aveva bisogno che alcuno gli desse testimonianza su un uomo; sapeva infatti da sé quello che c’era in quell’uomo”. Questa osservazione può essere utile anche per noi. Sentirsi conosciuti da Gesù e conosciuti nel più profondo di noi stessi, può suscitare grande confidenza che poi alimenta una grande amicizia ed è questo che Gesù vuole. Ma forse qualcuno preferisce nascondersi e non farsi conoscere, ha forse vergogna e non gli piace che qualcuno guardi dentro di lui. Allora nasce la paura e la diffidenza. Per qualcuno è meglio tenersi lontano da quelle persone che ci conoscono troppo bene. E Gesù ci conosce come nessun altro al mondo. In quella frase del vangelo possiamo intuire che c’erano persone disposte ad applaudire Gesù perché faceva qualcosa di bello come per esempio la guarigione degli ammalati. Erano contenti della guarigione e si fermavano lì, non andavano in profondità, non si chiedevano perché e come Gesù li avesse guariti. Gesù appariva come un bravo medico che ha delle ottime capacità, fa delle buone prestazioni, se è necessario pagare qualcosa si paga volentieri ma poi tutto deve finire lì. A tutto questo Gesù non ci sta. Gesù è alla ricerca di persone, non importa se poche, capaci di instaurare con Lui un rapporto di grande fiducia e di vera amicizia e di accogliere una grande e segreta verità: che Lui è stato mandato dal Padre, che Lui è il Figlio eterno del Padre. È come se distribuisse tanti doni a tanta gente, però incapace di mostrare un po’ di riconoscenza. Allora sembra che anche Lui si lasci prendere da sconforto e si chieda: A cosa serve fare tutto questo?

Poi riparte per la Galilea e nel viaggio ha un incontro particolare: con una donna di Samaria che non chiede nessun segno, ma si lascia leggere dal di dentro e alla fine lo accetta come Messia Salvatore insieme a quelli del suo villaggio. Lo ascolteremo tra qualche domenica, in Quaresima. Tutto questo deve avere rallegrato molto il cuore di Gesù. È a questo punto che gli viene incontro un papà che ha un figlio gravemente ammalato e con semplicità gli chiede di scendere con lui a Cafarnao a guarire suo figlio che sta per morire. Allora Gesù risponde con parole che sembrano come un rimprovero ma che manifestano anche il suo sconforto: “Se non vedete segni e prodigi, voi non credete”. Prima, a Gerusalemme, aveva fatto cose prodigiose per gente che non si era fidata di lui. Ora non compie nessun prodigio meraviglioso a vedersi, ma comprendendo il doloro di un papà che sta perdendo il figlio lo mette alla prova della fede, non gli fa vedere niente di meraviglioso ma gli dice: “Tuo figlio vive”. Quel padre avrebbe potuto indurirsi e insistere: “Vieni tu a guarirlo!”. Non l’ha fatto, ha creduto alla parola potente di Gesù e si è messo in cammino verso casa. Ha creduto anche senza vedere. Il giorno dopo incontrando i suoi servi capisce che il figlio non è semplicemente guarito perché la febbre lo ha lasciato ma è stata la parola di Gesù che l’ha guarito. “E credette lui con tutta la sua famiglia”.

Quest’uomo è un modello per tutti noi: non mettere mai in dubbio che Gesù vuole tutto ciò che è bene per noi anche quando non agisce secondo i modi che vorremmo vedere noi. Imitiamolo!


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio

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