DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELLA 3ª DOPO IL MARTIRIO DEL PRECURSORE

Oggi vogliamo accogliere l’invito che abbiamo ascoltato nella seconda lettura, quello di correre con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù. E in questa corsa, che è la corsa della vita, noi siamo circondati da una moltitudine di testimoni. Ancora, questo autore di cui non conosciamo il nome, forse si tratta ancora dell’apostolo Paolo o forse di un altro, ci invita a pensare attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non ci stanchiamo perdendoci d’animo. Arriva addirittura a dire che forse ci aspettano prove molto grandi che possono mettere alla prova la nostra capacità di resistenza e dice perfino che “non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato”. Vediamo di mettere un po’ di ordine in tutto questo per trovare quella parola che, invece di scoraggiarci, ci aiuta a vivere e ci dà consolazione, forza e speranza.

Prima di tutto prendiamo coscienza che è vero che siamo circondati da un grande numero di testimoni: sono le persone delle nostre famiglie e della nostra comunità. Sono le persone che ci hanno trasmesso la fede in Gesù e che ci hanno educato o ci stanno educando. Sono le persone che sono vissute secondo gli insegnamenti di Gesù e che hanno lasciato dietro di sé un ricordo di tante parole buone, di tanti insegnamenti di bontà, di dedizione e di generosità, di forza nel sacrificio, di pazienza nel sopportare le prove. Dobbiamo pensare attentamente e spesso a loro per poi chiederci: “Se loro sono vissute così e il loro esempio ci suscita ammirazione e stima, perché non dovrei farcela anch’io?”. Nel Vangelo che abbiamo ascoltato si parla di un testimone eccezionale: Giovanni che ha dato una grande testimonianza a Gesù. Quando Gesù dice: “Voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce” sta rimproverando alcune persone che hanno visto la testimonianza di Giovanni ma non l’hanno presa sul serio, non hanno riflettuto in modo adeguato sulle sue parole che indirizzavano a Gesù. Questo non deve capitare anche a noi.

Però non è sbagliato coltivare le domande importanti della vita: perché devo agire in un certo modo? Perché devo seguire questi esempi e non altri che mi attirano di più? Perché devo credere in Gesù? Perché devo fare quello che fanno gli altri e non posso fare quello che voglio io? Le parole di Gesù che abbiamo ascoltato oggi ci danno una risposta: Gesù parla della vita non in modo generico, ma dice: “Come il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso”. Anche in altri modi parla di vita: dice che i morti vivranno per avere ascoltato la Parola del Figlio di Dio. Vuol dire che la sua parola è portatrice di vita, è parola potente, così potente da far risuscitare i morti. C’è anche una verità che ci incute timore perché non c’è una resurrezione generica dei morti ma c’è una resurrezione di vita per chi ha fatto il bene e una resurrezione di condanna per chi ha fatto il male. E qui il discorso si fa molto serio perché dobbiamo rispondere alla domanda: ma io sto facendo il bene o sto facendo il male? E chi mi giudica se sto facendo il bene o il male? Noi lo proclamiamo nel Credo: E di nuovo verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti e il suo regno non avrà fine. Dunque è solo Gesù colui che può giudicare con giustizia e con verità. In quel giorno tutti i giudici terreni o i potenti della terra saranno ridotti al silenzio. Ma se accogliamo Gesù come amico e fratello e decidiamo di vivere come lui ci ha insegnato non c’è motivo di avere paura di Lui perché è il giudice universale. Quando l’amicizia è grande la paura scompare.

In un modo ancora più sintetico e incisivo Gesù ha detto: “Io sono la Vita!”. Lui è la vita e questo vuol dire che noi viviamo in Lui, viviamo grazie a Lui e se nella vita sentiamo tanta fragilità o paure è sempre perché sentiamo che la vita viene meno o ci sta sfuggendo. Ma se pensiamo a Lui e ricorriamo nuovamente a Lui, la vita non ci può abbandonare perché se siamo con Gesù non possiamo morire: Lui è la Vita! Alla semplice domanda: ma allora perché devo seguire Gesù, devo conoscere, accogliere, amare Gesù? La risposta è altrettanto semplice: “Perché voglio vivere!”


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio e Morterone

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