Don Lorenzo Milani è un sacerdote di Firenze che tanti conoscono per aver fondato, negli anni Cinquanta, la Scuola di Barbiana. Quando stava morendo a soli 44 anni il 26 giugno 1967 chiamò a sé i suoi ragazzi e disse: “Venite a vedere un grande miracolo: un cammello sta passando per la cruna di un ago!”. E salutandoli disse ancora: “Ho voluto più bene a voi che a Dio ma non credo che Dio voglia interessarsi a queste cosette”. Si riferiva a se stesso che apparteneva a una famiglia benestante ma che aveva lasciato tutto per Dio e il suo regno e si era dedicato alla formazione dei ragazzi della sua parrocchia. Pensiamo anche a Francesco e Chiara di Assisi che appartenevano a due famiglie ricche e potenti di Assisi di quel tempo ma con la sapienza ricevuta in dono dall’alto hanno saputo vedere altre ricchezze più grandi e belle dei soldi e della potenza in questo mondo: le ricchezze del regno di Dio: l’amore di Dio accolto con generosità e fedeltà, la sua giustizia e la sua pace che rinnova la vita propria e degli altri.
Aderire a questo amore, vivere secondo questo amore vuol dire essere salvi, essere dalla parte giusta, dalla parte della vita e quando si dice vita si intende una vita vera, bella e che dura sempre. Tutto il resto presto svanisce. Nel Vangelo di oggi Gesù sta rispondendo a chi, con un po’ di paura e preoccupazione, gli aveva chiesto: “Ma chi può salvarsi? Ma è così difficile salvarsi? E che cosa è la salvezza?”. La risposta di Gesù era semplicemente questa: “No, non è difficile salvarsi cioè vivere bene e per sempre. Il problema è che certe persone trovano nei soldi e nelle ricchezze un grande ostacolo su questo cammino. Quando uno ama troppo i suoi soldi e confida troppo in loro non riesce più a far posto all’amore di Dio e degli altri”. In quel momento Gesù aveva davanti a sé un uomo che non si era sentito pronto a seguire Gesù perché aveva troppe ricchezze e allora se ne andò via triste.
La Parola di Dio di oggi ci presenta anche l’esempio di Salomone figlio di Davide che dovendo affrontare la difficile missione di governare un popolo numeroso ed essendo ancora giovane e inesperto, capisce, anche nella sua giovane età, che non è importante vivere a lungo, vivere dopo avere sconfitto tutti i nemici, godere di una gloria umana che presto svanisce ma è importante distinguere il bene dal male e rendere giustizia al popolo perché si è animati da un cuore docile e obbediente. Dio conceda anche a noi tutti il dono di vivere così secondo la sua sapienza.
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone
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