Come in tutte le domeniche di questo periodo estivo, diamo un giusto spazio per imparare qualcosa dalla storia dei nostri padri nella fede, gli antichi Israeliti. Domenica scorsa abbiamo sentito che gli anziani del popolo sono andati da Samuele a dirgli: “Vogliamo anche noi un re che ci guidi, vogliamo essere anche noi come tutti gli altri popoli!”. A Samuele non è piaciuta questa proposta perché ai suoi occhi era come un non fidarsi di Dio che voleva continuare a proteggere il suo popolo. Invece Dio gli fa capire che può anche andar bene per il popolo avere un re. Anzi, il re lo sceglie proprio lui, Dio stesso.
E oggi abbiamo sentito proprio questa storia. Dio dice a Samuele: “Riempi d’olio il tuo corno e parti. Ti mando a Betlemme, da Iesse, perché mi sono scelto un re tra i suoi figli”. Dunque Dio non abbandona affatto il suo popolo perché Lui è il Dio fedele. Anche se il popolo ha avuto un moto di ribellione contro Dio, Lui non lo abbandona. E anche dal modo in cui sceglie un re abbiamo qualcosa da imparare. Anche Samuele pensa che per essere re bisogna avere esperienza e capacità di governo, forza fisica, esperienza sul campo di battaglia, vittorie in guerra. Ma Dio lo sorprende e gli dice: “Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore”.
Come sarebbe diversa la nostra vita se ricordassimo questa cosa semplicissima: Dio solo conosce il nostro cuore e le nostre intenzioni. Nessun altro. Anche noi dovremmo astenerci da ogni giudizio perché anche noi vediamo solo ciò che appare all’esterno ma non conosciamo l’interno del cuore delle persone.
E poi impariamo anche una sorta di regola del comportamento di Dio: quando Dio vuol fare qualche cosa di grande sceglie strumenti piccoli e inadeguati. Infatti la potenza di Dio risplende di più nella nostra debolezza. L’apostolo Paolo arriva a dire: “Quando sono debole, è allora che sono forte!”. Che non capiti così anche a noi? Le nostre debolezze, i nostri insuccessi, le nostre fatiche e perfino i nostri peccati sono l’occasione per Dio di manifestare in noi la sua potenza e il suo amore. Per questo, quando è andato a casa di Iesse non ha scelto uno dei figli maturi e grandi ma ha scelto l’ultimo e il più piccolo, Davide, che non era neanche in casa perché era a pascolare il gregge. E Samuele l’ha consacrato re versandogli olio sul capo! E con questo re Dio ha fatto veramente grandi cose! La cosa più grande è che Dio l’ha scelto per essere un antenato del suo figlio eterno che entrando nel mondo ha ricevuto il nome di Gesù!
Ora però ci lasciamo interpellare dalla pagina di Vangelo: anche qui si parla di Davide che è stato anche grande poeta ed esperto nella musica. In una delle sue canzoni Davide scrive: “Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra …”. È Dio che parla e dice a un altro: Siedi alla mia destra finché ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi. A quale persona Dio può rivolgere parole simili? Chi può sedere alla destra di Dio? Chi può avere tutto sotto il suo dominio per volere di Dio? Gesù li ha chiaramente provocati. Lui, che sapeva di essere il Cristo, il Consacrato, Colui che è stato mandato nel mondo dal Padre, ha chiesto cosa pensassero del Cristo. E loro giustamente hanno detto che era discendente del re Davide. Ma poi non hanno avuto la capacità di rispondere alle altre domande e hanno taciuto. Passati un po’ di giorni Gesù sarebbe stato arrestato e durante il processo Gesù ha detto le parole di oggi: “Vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra di Dio”. A queste parole hanno gridato alla bestemmia e l’hanno condannato a morte!
Anche noi siamo chiamati a fare un salto enorme nella nostra mente e nella nostra fede. È buona cosa avere Gesù come amico e fratello, pensare a Gesù bambino nella culla di Betlemme e contemplare Gesù nella sua infinita debolezza sulla croce. Ma verrà il giorno in cui tutte le voci taceranno, gli eventi della storia saranno finiti e non ci interesseranno più, ogni preoccupazione sarà svanita ma Lui, Gesù il Cristo, sarà lì davanti a noi e avrà Lui solo, il dominio su tutte le creature, su tutti noi.
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone
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