DON BENVENUTO COMMENTA IL VANGELO: QUARTA DOMENICA DOPO PENTECOSTE

Ascoltando la parola di Dio di oggi forse ci nascono tante domande oppure troviamo frasi un po’ difficili, soprattutto nel racconto di Caino e Abele. Ma c’è una parola molto chiara il cui significato conosciamo molto bene: “Non uccidere!” E invece abbiamo ascoltato il racconto di Caino che uccide suo fratello Abele. E questo è come la fotografia del mondo d’oggi e anche di quello passato: si è ucciso tanto in passato e si continua ad uccidere anche al giorno d’oggi! Per i motivi più diversi, ma si uccide.

E non dobbiamo pensare solo alle tante guerre che ancora si stanno combattendo o al terrorismo ma dobbiamo pensare anche alla violenza domestica che può capitare in qualunque luogo e in ogni paese del mondo. E Gesù con le sue parole ci invita ad aprire la nostra mente e a comprendere come non ci sia soltanto la violenza fisica che può sopprimere una vita ma esiste anche la violenza verbale o i sentimenti come l’ira, la rabbia, l’odio che sono in grado di rovinare la vita degli altri. Ora riflettiamo su tutto questo lasciandoci prendere per mano dal racconto che abbiamo ascoltato.

La prima indicazione è positiva perché si tratta della vita che va avanti nonostante la disobbedienza che c’è stata e su cui abbiamo riflettuto domenica scorsa. C’è stato un grande cambiamento nella vita umana: è la capacità di decidere che cosa è bene e che cosa è male per noi.

Allora bisogna stare attenti e vigilare ma per il resto la vita va avanti. Così abbiamo sentito che Adamo ed Eva sono ancora in grado di avere momenti di fede e di amore. Queste poche parole: Adamo conobbe Eva sua moglie che concepì e partorì Caino e disse: “Ho acquistato un uomo grazie al Signore”, ci stanno dicendo che l’umanità intera, quando vuole, è in grado di vivere nella comunione di amore, è in grado di vivere sotto lo sguardo paterno di Dio e di vivere nella riconoscenza per il dono della vita.

È vero che quando abbiamo sentito il racconto della disobbedienza abbiamo sentito parlare di inganni e di paura, di maledizioni e di morte, ma abbiamo sentito anche la promessa della vittoria definitiva del bene sul male perché Dio vuole continuare a prendersi cura del mondo che ha creato e dei suoi figli che lo abitano. Anche oggi non possiamo fermarci a considerare tutte le persone che vengono uccise dalla cattiveria e dalla violenza, dobbiamo considerare anche tutti i bambini che nascono e dobbiamo dire con certezza che anche un solo bambino che nasce è il segno certo che Dio non si è ancora stancato del mondo e dell’umanità. Dio è il Vivente, Colui che ama la vita, la suscita e la custodisce: per questo continua a vegliare sul mondo e a guidarlo.

Allora come mai si uccide e sembra che sia la morte a dominare? Caino non è un uomo cattivo. Dio si avvicina a lui come un padre che cerca di correggere suo figlio e gli dice di stare attento: “Il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, e tu lo dominerai!”. C’è qualcosa o qualcuno che è contro Caino e contro ciascuno di noi, qualcosa o qualcuno che è pronto a mordere e a farci del male ma noi abbiamo la capacità di dominarlo, possiamo vigilare, stare attenti, anzi possiamo anche essere vincitori e questa è una bella notizia per tutti noi. Nel racconto, invece, Caino si è lasciato dominare dal dubbio e dal sospetto: Dio non mi ama, Dio preferisce Abele, Abele è più bello e più bravo di me. Questi sono pensieri e sentimenti che possono venire a chiunque, non solo a Caino, ma Dio dice a ciascuno di noi: “Se vuoi, tu puoi dominarli!”. La storia umana spesso diventa tragica proprio perché persone singole, comunità, popoli interi non vogliono dominare questi sospetti e questi sentimenti sbagliati e allora se ne lasciano dominare e così si sopprime la vita e si genera morte.

Ma non dimentichiamo che anche in questo caso lo sguardo di Dio si posa sul mondo: è uno sguardo severo, questa volta, uno sguardo che giudica e che si impone. Prima di tutto chiama a giudizio perché Dio non è distratto e dice: “Dov’è Abele, tuo fratello?”. E se anche il Caino antico o moderno che sia, fa finta di niente e dice: “Non lo so”, Dio replica: “La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!”. Il sangue degli innocenti la cui vita è stata soppressa dalla violenza e dalla cattiveria suscitata dalla gelosia e dall’odio, continua e continuerà a gridare dalla terra verso Dio! E Dio non è distratto dalle molte cose da fare, come qualcuno pensa. Dio ha i suoi tempi e le sue ragioni, ma una cosa è certa: verrà il giorno in cui Dio darà la sua risposta a tutti coloro che gridano a Lui perché da Lui erano stati chiamati a vivere ma qualcun altro si è messo di mezzo e ha soppresso la loro vita! Eppure anche le ultime parole del racconto, che sono molto misteriose, stanno a dirci che anche per Caino Dio non vuole la morte o la punizione di vendetta ma vuole la redenzione a la vita. “Il Signore impose a Caino un segno perché nessuno, incontrandolo, lo colpisse”.


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio

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