BALLABIO – La caduta ormai definitiva dell’amministrazione comunale in carica dall’autunno del 2020 ha scatenato una ridda di commenti, nelle vie e bar del paese ma anche in forma ‘social’ e attraverso lettere ai giornali. Lasciando a Facebook e ai suoi interventi spesso “fognari”, privilegiamo queste ultime – le care vecchie missive ora in forma di e-mail, proponendovene un paio tra quelle più rilevanti giunte oggi alla nostra redazione:
Dimissione della Giunta del Comune di Ballabio
Grazie signora Consonni, grazie signor Pedrazzini, avete raggiunto il vostro obiettivo: commissariare il Comune di Ballabio e imporre le dimissioni del Sindaco.
Così i cittadini di Ballabio oltre ad avere preoccupazioni per la pandemia, per la guerra, per la possibile carestia, per l’aumento dei prezzi energetici e dei beni alimentari oggi si trovano anche un Comune bloccato dal commissariamento, un altro pensiero.
Voi avete vinto e i vostri problemi personali sono risolti dalle dimissioni di un Sindaco a voi antipatico e che per voi lavorava troppo, secondo quello che avete affermato.
Grazie ancora perché non penso comprendiate il significato di un Comune commissariato. Dimenticavo voi non vivete e lavorate a Ballabio e di questo poco vi importa.
Spero che nel futuro i cittadini di Ballabio se ne ricordino.
G. C.
Ballabio
– – – – – – – – – –
Il Bussola defenestrato… e pure Commissariato
Contro la dura legge dei numeri nulla ha potuto lo stanco carrozzone di politicanti recentemente saliti a Ballabio per dare sostegno e conforto al loro traballante Giovanni Bruno. Poco dignitoso cadere proprio sul raddoppio dell’indennità di carica in tempi di ristrettezze e vacche magre per molti cittadini: Pecunia non olet! Altri sindaci infatti già lo hanno, silenziosamente, seguito sul danaroso ma scivoloso percorso.
Acuminati strali hanno colpito duro l’ormai ex sindaco e così a fondo da averlo fatto prima barcollare e poi affondare miserevolmente ma eravamo stati facili profeti. Evidenti segnali c’erano stati e non più smentibili gli evidenti scricchiolii nella sua maggioranza. Le cosiddette “piccole divergenze” sono presto diventate divaricanti e rumorose crepe in quella variegata compagine, a preludio di una frana inarrestabile per le esigue forze di un comandante in capo, ostinatamente, rimasto a presidiare l’antica e nobiliare “Villa rosa”. Visto l’esordio e gli alti lai, era un copione già scritto.
Una promettente carriera politica, distrutta, quella del Bussola? Bisognava forse dargli più tempo e sarebbe “cresciuto” ma così non é stato perché il potere logora anche chi ce l’ha e ora a Ballabio assisteremo a nuovi scrutini per eleggere il prossimo sindaco, magari scelto fra chi lo ha fatto fuori o lo ha già fatto e magari neppure male e nemmeno tanti anni fa. Quel che si direbbe, un usato sicuro.
Nota a margine. Decisamente fuori luogo l’intervento del segretario comunale che al momento della prima votazione sul bilancio del comune di Ballabio, roba non credersi, ha chiesto a Consonni e ad altri politici di lungo corso se si rendevano conto di cosa stessero facendo e soprattutto se erano coscienti delle conseguenze del loro voto negativo sul Bilancio.
Dulcis in fundo. Non essendo riuscito a “ricucire” neppure con i consiglieri ribelli, il Giovanni Bruno adesso avrà più tempo da dedicare alla Banda cittadina e per fare lunghe passeggiate nella famigerata e per lui letale via per Morterone, meditando sugli errori commessi in municipio con alterigia fuor dal comune. Mi scuso per il gioco di parole. Le autoctone caprette che sperano di averla sfangata son già lì, come sempre, in mezzo alla strada.