DON BENVENUTO COMMENTA IL VANGELO DELLA SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE

Quando pensiamo alla famiglia di Nazareth, la famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, di solito pensiamo a una bella intimità familiare durata una trentina d’anni, proprio a Nazareth. La caratteristica principale di quella famiglia è stata la condivisione dei valori che dovrebbero far parte della vita di tutte le nostre famiglie: il compimento dei propri doveri, il lavoro, la pulizia, mangiare insieme, pregare insieme, progettare il futuro dei figli.

Oggi invece il brano del Vangelo ci presenta un momento tutto diverso. Non siamo a Nazareth ma in Egitto.

La gioia che porta un bambino quando nasce, nel caso di Gesù è subito oscurata: c’è qualcuno che cerca il bambino per ucciderlo. Per proteggere il bambino, Giuseppe e Maria devono fuggire e andare lontano dalla propria terra, diventano emigranti senza volerlo, costretti dalla necessità. Le difficoltà che hanno incontrate, lontani dalle proprie famiglie, in terra straniera, non conoscere nessuno, dover trovare casa e lavoro, le possiamo solo immaginare. Quindi oggi vediamo la famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe in un momento, anzi in anni difficili. I primi anni di quella piccola famiglia sono stati travagliati e difficili: ci fanno molto pensare e abbiamo molto da imparare. Anche nelle nostre famiglie le difficoltà non mancano e le dobbiamo affrontare e superare come hanno fatto Maria e Giuseppe quando hanno voluto proteggere il bambino Gesù.

La prima grande difficoltà è tutta interiore: questo bambino noi l’abbiamo aspettato e tanti hanno gioito per la sua nascita e poi noi sappiamo che viene da Dio! Come mai tanti, senza neppure conoscerlo, vogliono addirittura ucciderlo? Noi siamo persone normali, semplici, che non hanno mai fatto del male a nessuno, e soprattutto Lui, un bambino neonato, che male ha fatto? E noi, così giovani e inesperti, cosa dobbiamo fare? Questi saranno stati i pensieri di Maria e Giuseppe. A questi pensieri e queste preoccupazioni Maria e Giuseppe hanno risposto con una sola parola: la FEDE! Avranno senz’altro pensato: non abbiamo risposte a tutte queste domande, questo bambino non l’abbiamo cercato noi, ci è stato donato da Dio, Lui ci penserà, Lui ci proteggerà! Dobbiamo solo abbandonarci alla sua Provvidenza e alla sua Protezione. Noi sappiamo di essere nelle mani di Dio, siamo in buone mani, e questo ci basta!

E questo è il grande insegnamento per la nostra vita familiare e il grande esempio da imitare. Dio ha dimostrato di proteggere contro ogni insidia e ogni cattiveria il suo figlio Gesù e lo ha affidato alle cure di Maria e di Giuseppe. Dio proteggerà anche i nostri bambini dalle insidie di chi li vuole rovinare o danneggiare ma l’atteggiamento dei genitori deve essere quello del totale abbandono a Lui, un abbandono fatto di fede, di amore e nutrito da un continuo dialogo con Lui. Certo, non dobbiamo aspettare che venga anche da noi un angelo in sogno a dirci: fai questo … , vai là …, stai attento … , questa è stato il modo scelto da Dio nel caso di Giuseppe, in un momento eccezionale. Con noi Dio sceglierà altri modi ma certamente non abbandonerà coloro che si affidano a Lui. Allora dobbiamo chiederci seriamente che posto ha la preghiera in ciascuna delle nostre famiglie. Dobbiamo chiederci se c’è davvero il dialogo con Dio e il desiderio di conoscere e ascoltare la sua Parola.

E poi ci sono le altre difficoltà, quelle pratiche che riguardano la casa, il cibo, il lavoro, la salute. Per queste dobbiamo sapere che Dio si fida delle nostre scelte che nascono dalla nostra prudenza e dal nostro buon senso o anche dalla semplice esperienza: e Dio rispetta la nostra libertà! Lo vediamo anche nel caso di Giuseppe: è stata sua la scelta di andare ad abitare a Nazareth. E’ stata una scelta di prudenza perché Giuseppe non si fidava di stare in Giudea dove regnava Archelao figlio Erode. E Dio ha approvato la scelta libera di Giuseppe che in quel modo ha anche adempiuto una parola dei profeti. Infatti il nome comune di Gesù è proprio questo: “Gesù di Nazareth”!

Quando invochiamo la benedizione di Dio sulle nostre famiglie intendiamo proprio questo: Dio accompagna con la sua Provvidenza e la sua Protezione anche le piccole scelte quotidiane che sono suggerite dalla nostra coscienza e dalla nostra esperienza. E quando facciamo una viva esperienza della quotidiana protezione di Dio sulla nostra famiglia sentiamo nascere spontanea la nostra lode e il nostro grazie!


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio e Morterone

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