BALLABIO – Nonostante il freddo e il maltempo incombente, seconda uscita del gruppo giovanile del CAI Ballabio. Destinazione il Pialeral passando da Brunino e Cornisella. Una camminata quasi invernale domenica per questi bambini e ragazzini; una gita classica della Valsassina, da non sottovalutare per il dislivello abbastanza accentuato. In circa 20 minuti si arriva alla Cappella del Sacro Cuore dove mantenendo la sinistra si segue l’indicazione per il rifugio Pialeral.
Tutto l’itinerario è ben segnalato, qua e là ci sono cascine ancora in funzione e ponticelli che attraversano il torrente Pioverna, che scende tortuoso.
Il rifugio Pialeral fu inaugurato negli anni dieci col nome di Capanna Pialeral, che prende il nome dall’omonima località. Rimase intatto fino al 1944, anno in cui, come molti altri rifugi, fu distrutto dai nazifascisti. Successivamente venne ricostruito e fu intitolato a Mario Tedeschi, un alpinista benefattore. Nell’inverno del 1986 una grossa slavina staccatasti dalla Grigna settentrionale distrusse l’intero edificio i cui resti sono ancora visibili nelle vicinanze. La settimana successiva alla valanga, l’attuale gestore assieme alla madre, prese in gestione un casetta poco più a valle che poi intitoló ad Antonietta (la mamma) e che è l’attuale rifugio Pialeral. Successive migliorie furono poi apportate tra il 2000 e il 2010 su aiuto del Comune di Pasturo.