PIANI DEI RESINELLI – Venerdì ai Piani Resinelli, nel Parco Valentino con la Grignetta come scenografia naturale, la conferenza Dante in Grigna, che ha avuto come ospite il professor Carlo Sini con la professoressa Florinda Cambria e che ha visto la partecipazione di ottanta persone. L’iniziativa era inserita nel calendario delle attività estive in programma ai Piani dei Resinelli promosse dalla Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino e dai Comuni di Abbadia Lariana, Ballabio, Mandello e Lecco con il patrocinio e contributo della Camera di Commercio di Lecco.
Ecco un breve riassunto dell’intervento.
Che cos’è la “Commedia” di Dante? È una biografia di infinite biografie. Nel mondo antico la dimensione autobiografica (il parlare di sé) era assente. Un precedente è già di età cristiana: Agostino, nelle “Confessioni. Parlando di sé, come povero uomo alla ricerca della luce, e facendo parlare di sé i suoi personaggi, Dante parla di noi e a noi, uomini di oggi. La “Commedia” è una sorta di romanzo di formazione, che mette in gioco anche una dimensione morale e una dimensione psicologica, che è assolutamente moderna.
In Dante sono presenti elementi che ci riportano all’esperienza della montagna, in quanto il suo viaggio conosce la fatica dello scendere, prima, e quella del “salire”, poi. Vi è quindi una direttrice verticale nel suo viaggio nell’oltretomba. Per salire e cercare la luce è necessario prima scendere, conoscere il male, guardarlo in faccia, sporcarsene le mani: non può esistere la virtù se non si conoscono a fondo le passioni.
La montagna è presente soprattutto nella seconda cantica, il Purgatorio, concepito come un monte altissimo. Questo ‘luogo” di pentimento, rimorso, dolore e ricerca è un’invenzione dantesca: prima di lui non esiste teologicamente.
Anche nell’Inferno il paesaggio, con le sue ombre e nebbie, guglie e pinnacoli, può ricordare quello montuoso. Un vecchio film sulla “Commedia” (che sarà proiettato in sala “Ticozzi” a settembre) è stato girato in Grigna.
Dante nel suo viaggio non è mai solo, ha come guide Virgilio e Beatrice, è sempre circondato dalle anime (così anche in montagna non si va da soli!); eppure è da solo che compie il cammino, cioè è sua la fatica, suo il percorso, in una sorta di solitudine “mediata”. Anche questo è estremamente moderno e richiama la dimensione in cui l’uomo moderno è chiamato a vivere.