DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELLA 5ª DOMENICA DOPO PENTECOSTE

ABRAMO: noi ci consideriamo suoi figli ed eredi. La grande eredità che ci ha lasciato in dono è un tesoro spirituale che si chiama FEDE. Abramo è stato chiamato da Dio, ha ascoltato la sua voce, ha fatto tutto ciò che gli ha chiesto, è stato messo alla prova in molti modi ma ne è uscito vincitore! Ora noi guardiamo a lui come al nostro padre: grazie a lui e ai suoi discendenti, tra i quali mettiamo anche gli apostoli inviati da Gesù, ora anche noi crediamo nel Dio vivente.

Oggi noi ci lasciamo guidare dalla prima lettura del libro della Genesi. Purtroppo non abbiamo letto una introduzione molto importante che getta un fascio di luce vivissima su tutta la narrazione. Si tratta di queste parole: “Quando Abram ebbe novantanove anni il Signore gli apparve …”. Quali possono essere i pensieri e i sentimenti di un uomo di novantanove anni? Tanti ricordi del passato, tanti traguardi raggiunti e qualche sogno mai realizzato, stanchezza nell’affrontare le difficoltà della vita che invece di diminuire sembra che aumentino, il timore della morte vicina, la gioia di vedere figli e nipoti che portano avanti la vita che è stata loro donata.

Anche Abram avrà pensato cose simili: le proprie origini nelle lontane terre dell’Oriente, il matrimonio con Sarai, il dolore di non poter avere figli, sentire questo come peso per la maledizione delle divinità che adorava, e poi quella voce che a settantacinque anni l’ha chiamato per la prima volta, la voce del Dio vivente che l’ha invitato a lasciare la sua terra e a partire per un paese lontano e sconosciuto, gli ha promesso terra e discendenza oltre che ricolmarlo di ogni benedizione. Lui ha ascoltato quella voce e ha obbedito. Ha constatato la protezione di quel Dio che gli ha parlato, ha vinto delle guerre, ha affrontato molti pericoli e li ha superati con la forza di Dio. Ha ottenuto molto dalla vita, poteva dirsi molto soddisfatto. Ha avuto il figlio Ismaele dalla sua schiava, Agar, che considerava come suo vero erede. Era circondato da persone e tribù che lo temevano, lo onoravano perché ricco e potente. L’unico traguardo sarebbe stato quello di una morte onorevole considerata come un riunirsi ai propri antenati. In tutte queste vicende Abram ha cercato sempre di scrutare la volontà di Dio per capire cosa veramente voleva e per compierla, per obbedire alla sua voce. Ma a questa età non gli rimane altro che andare incontro al destino di tutti gli esseri umani.

E invece no: Dio lo chiama nuovamente. Anzi, Dio gli fa capire che proprio in quel momento, quando lui pensa che non ci sia più nulla da fare, sta per cominciare una nuova fase della sua vita, gli prospetta un futuro meraviglioso: è una vera rinascita, una nuova vita che comincia. Prima di tutto stabilisce con lui una alleanza, un vincolo di amicizia stabile e perenne. Quale onore per un uomo avere come alleato non un re più o meno potente e famoso, ma Dio stesso! Alleanza voleva dire essersi assicurato una protezione forte e sicura. L’impegno di Abram sarebbe stato quello di mantenere un rapporto di fiducia e di amore verso questo Dio che lo aveva scelto, fiducia e amore che si sarebbero manifestati nel camminare integro davanti a Dio, cioè nella giustizia, nella verità e nell’obbedienza. Da parte sua Dio gli avrebbe dato una numerosa discendenza a partire da quel figlio che sarebbe nato l’anno seguente, proprio da lui e da sua moglie Sarai.

E questa nuova vita sarebbe iniziata come avviene per tutti i bambini: con la scelta del nome. Dio, da vero padre, chiama il suo amico ABRAMO, che vuol dire padre di una moltitudine, e sua moglie Sarai la chiamerà SARA, che vuol dire principessa. L’anno seguente partorirà Isacco e inizierà una nuova pagina di storia del popolo di Dio, dunque la nostra storia.

Non ci resta che una conclusione: che grande padre che abbiamo! Imitiamolo, seguiamo i suoi passi, facciamo quello che ha fatto lui! La grandezza di Abramo che ha avuto senz’altro i suoi momenti di debolezza e di sconforto, consiste nel fatto che, una volta conosciuto Dio, non si è mai più staccato da lui. Si è sempre affidato a lui e con lui, con Dio, ha superato le difficoltà della vita. E anche quando Dio ha messo alla prova Abramo lo ha fatto per dargli una ricompensa e un premio ancora più grande. Lasciamo agire Dio nella nostra vita e fidiamoci sempre di Lui! Come Abramo.

Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio

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