BALLABIO – Una domenica delle Palme decisamente inusuale per la realtà parrocchiale di Ballabio. Numerosi fedeli di tutte le età, che non si vedevano da tempo in chiesa, hanno partecipato alla messa celebrata dal parroco don Gianbattista Milani aiutato da tre cerimonieri e 15 chierichetti, nella parrocchiale dedicata a San Lorenzo piena di bambini, ragazzi, adolescenti e giovani. Una gioia per il sacerdote che ha celebrato in rito ambrosiano rigoroso, sventolando in più occasioni, con i chierichetti e con i bambini della prima comunione e cresima, i rami di ulivo a sottolineare la festosa accoglienza di Gesù a Gerusalemme prima della dolorosa passione e morte.
Durante l’omelia, officiata con il tricorno sul capo, don Milani ha spiegato ai presenti il motivo per cui si utilizza l’ulivo nella celebrazione delle Palme e di come fosse usato nell’antichità come segno di consacrazione regale. Il presbitero ha descritto come Gesù abbia voluto entrare in Gerusalemme per adempiere le Scritture presentandosi come il Re, Sacerdote e Profeta. Don Gianbattsita ha raccontato che Gesù era un Re capace di andare su una croce, invece che su un trono per prendere su di sé la nostra fragilità.
Il parroco ha introdotto i fedeli nella settimana autentica, vera, legata alla creazione del mondo come narrata dall’Antico Testamento che si conclude con il sesto giorno, quello della creazione dell’uomo, poi il settimo giorno è quello sacro, del silenzio, dedicato tutto al Signore. La settimana Santa è quella della Creazione nuova nel battesimo e nella notte di Pasqua, che non ci rende più come figli di uomini, ma figli di Dio.