Dunque, un giorno o forse tante volte, Gesù ha incontrato alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri. Chi sono queste persone? Esistevano solo al tempo di Gesù o esistono anche al giorno d’oggi? Ma soprattutto dobbiamo rispondere a un’altra domanda: che cosa vuol dire essere giusti? E cosa c’è di male a pensare di essere giusti? Certo, essere giusti è una buona cosa ma se poi si arriva a disprezzare gli altri, questa non è più una buona cosa, anzi è la dimostrazione che non è vero che si è giusti. Se siamo fratelli dobbiamo comportarci da fratelli, questo vuol dire essere giusti. Se siamo tutti figli dello stesso Padre dobbiamo comportarci da figli obbedienti e docili alla sua volontà. Non c’è altra volontà del Padre che desiderare di vedere i figli che vanno d’accordo tra di loro, si rispettano, si aiutano e si stimano reciprocamente. Questo vuol dire essere giusti. E se siamo giusti siamo graditi a Dio nostro Padre.
Per evitare di fare ragionamenti astratti che alla fine sembrano difficili, Gesù ha raccontato una storiella, un esempio facile da capire e alla portata di tutti.
Due uomini vanno al tempio a pregare. Uno di loro è una persona per bene perché si comporta secondo i comandamenti di Dio, ringrazia Dio, è generoso nel fare le sue offerte per aiutare le spese del tempio, segue le tradizioni come certi digiuni. L’altro invece ha perfino vergogna ad andare avanti perché sa di aver fatto del male a tanta gente, soprattutto rubando ed estorcendo tasse in modo ingiusto ed esagerato, anche se l’ha fatto a nome del governo. Chi di loro è più gradito a Dio?
Noi siamo portati a dire: il primo! Infatti segue i comandamenti, vive secondo gli insegnamenti di Dio, lo ringrazia, contribuisce alle spese, fa penitenza. Sono tutte cose belle e sante! E invece no!
Gesù esprime il suo giudizio e dice: il secondo! E questo ci meraviglia molto. Infatti quest’uomo sa di essersi comportato male con gli altri e di essere stato ingiusto. Quasi quasi sembra che Gesù incoraggi a rubare ed essere disonesti! Non si capisce più da che parte sta il bene e il male. Allora, che cosa dobbiamo fare?
Che cosa ci rende veramente graditi a Dio? Dobbiamo semplicemente fare un piccolo sforzo per capire come reagisce il cuore di ogni padre e di ogni madre perché il cuore di Dio reagisce nello stesso modo. Un padre ha davanti a sé i suoi due figli. Il primo fa presente che lui si comporta bene e si compiace di essere migliore di suo fratello che si comporta male. Il secondo sa che si è comportato male ma si batte il petto, è pentito e chiede comprensione, pietà e perdono. Questo atteggiamento umile rallegra il padre. Il padre è contento di avere ritrovato un figlio che si era allontanato da lui e che comincia una nuova vita. Questo è il significato della parola GIUSTIFICATO: chi gli sta davanti è un ladro e un disonesto ma con il suo perdono lo riaccoglie in famiglia e gli ridona la dignità di figlio! Il primo invece, disprezzando il suo fratello non si dimostra un bravo figlio e quindi non è gradito al padre, anche se sa parlare bene e fa tante cose buone. Gli manca l’umiltà e la capacità di riconoscere in suo padre un cuore grande e pieno di amore. Se avesse detto nella sua preghiera: “O Dio, ti ringrazio perché fino ad ora tu mi hai aiutato a non essere ladro, ingiusto e adultero. Aiutami anche in futuro a camminare secondo la tua legge. Vedo là in fondo quell’uomo che si comporta male. Ti prego, aiutalo a cambiare vita!”, sarebbe stato tutto diverso, anche lui sarebbe stato gradito al Padre.
Vogliamo veramente essere graditi a Dio, nostro Padre? Semplicemente dobbiamo essere umili, che non vuol dire essere timidi e taciturni ma essere realisti. Dio non pretende di avere figli perfetti che non sbagliano mai, ma umili e docili, questo sì!
Ci comportiamo bene e conduciamo una vita buona? Non nascondiamolo ma diamo lode a Dio, ringraziandolo perché è Lui che ci ha aiutato tutti i giorni.
Abbiamo sbagliato e ci siamo comportati male? Non scoraggiamoci perché abbiamo un Padre buono che continua ad amarci. Domandiamogli perdono e lui sarà felicissimo di riaccoglierci e di riabbracciarci come suoi figli!
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio
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