ADDIO BRUNO COLOMBO. BIOGRAFIA E RICORDI

BRUNO COLOMBO - CopiaBALLABIO – Un personaggio talmente “poderoso” che – soprattutto qui dove ci occupiamo di Ballabio – di articoli pieni di ricordi ne meriterebbe non uno, ma tanti. Proviamo a fare ordine nella massa impressionante di cose, fatti, persone avvenimenti che ruotano intorno alla figura di Bruno Colombo, nato il 21 settembre 1949 e scomparso oggi nella sua casa sull’Altopiano valsassinese.

Ma è qui, nel paese che lo ha visto crescere e diventare giovane sindaco (del PCI, incredibile a dirsi…) nel 1975, che si sviluppa gran parte della sua “prima vita”.

Di famiglia partigiana, partì politicamente come maoista, in seguito negli anni ’70 fu segretario provinciale della FGCI – la federazione dei giovani comunisti. Frequentò la famosa “Scuola delle Frattocchie“, dove venivano educati alla politica i futuri dirigenti del PCI. Divenne sindaco, quando il primo cittadino veniva eletto dal consiglio comunale. Nelle ultime battute del comizio finale della sua prima campagna elettorale, in piazza san Lorenzo affrontò direttamente lo spinoso nodo di essere un rappresentante comunista in un’area tutta democristiana focalizzando la parola fiducia: “Se avete paura del comunista, votate per gli altri della lista e non me“. La lista infatti era civica,a espressione di diversi punti di vista, anche in ciò fu un precursore.

MUNICIPIO COMUNE BALLABIO SENZA BANDIERESotto la sua guida Ballabio cambiò, a iniziare dal palazzo comunale. Villa Piloni, l’attuale sede, venne acquistata con una idea brillante, un crowdfunding ante litteram, visto che le casse comunali non potevano permettersi l’acquisizione. Chiese il denaro ai ballabiesi,  in una riunione con i capi famiglia e poi con i suoi consiglieri anche passando casa per casa. Promise di restituire quanto raccolto, con un meccanismo ingegnoso, una lotteria periodica: chi veniva estratto riceveva il rimborso. All’epoca i giornali titolarono “Le fantasie del geometra Colombo” e nelle sue visioni a lungo termine ci fu l’istituzione di una polizia locale ben strutturata.

Sergio Locatelli divisa testinaComprò per la Polizia locale due Guzzi V7, moto top di gamma – racconta Sergio Locatelli ex comandante dei vigili di Ballabio -. Inoltre non esitava a ricordarci che sulla strada la Polizia urbana era il biglietto da visita del Comune. Successivamente assieme al sindaco di Cremeno Giovanni Valsecchi, un democristiano che gli era amico, sull’onda di una nuova normativa istituì uno dei primissimi consorzi di servizi, così coprivamo i turni in entrambi i territori“.

Per Ballabio, fece costruire il sottopasso sulla Provinciale, necessario quando il traffico era intenso e la galleria un sogno lontanissimo e irraggiungibile. Creò poi il parco Grignetta con un esproprio nel maggio 1978, dopo che le trattative con i proprietari si erano rivelate sterili.

100 anni don Luigi Lissoni (8) (Medium)Legato da enorme stima a don Luigi Lissoni (foto a sinistra), sacerdote che lo aveva visto chierichetto alle proprie funzioni e ragazzino in oratorio, nei momenti bui degli arresti domiciliari don Luigi chiese ed ottenne di fargli visita, perché aveva sempre avuto stima prima per il Bruno ragazzo e poi per l’uomo.

Già imprenditore, dopo le vicissitudini giudiziarie non lasciò mai la politica, anzi.

Deluso dalla sinistra, negli anni ’90 fu protagonista della nascita di Forza Italia nel lecchese (qui sotto Colombo è a sinistra nel gruppo con Fausto Agostoniscomparso recentemente Umberto Locatelli e Sergio Piazza).

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bruno colombo oldDecenni frenetici, alti e bassi nel movimento berlusconiano di cui è coordinatore provinciale, con avvicinamenti e improvvisi distacchi, grandi manovre (gradiva molto quelle diciamo così sottobanco), e ampie giravolte. Fa da grande vecchio il 28 ottobre del 2009 quando un gruppo di ‘congiurati’ nella maggioranza di centro destra a palazzo Bovara fa cadere con clamore la allora sindaca leghista Antonella Faggi. Educa alla politica Michela Vittoria Brambilla ma poi ci litiga, ha grandi amici in tanti ambienti diversi – nel mondo dell’imprenditoria, dei partiti, degli enti pubblici.

Mauro Piazza e Daniele Nava

Mauro Piazza e Daniele Nava

Vicini e lontani da lui Mauro Piazza ma anche Virginio BrivioAntonio Rusconi e Umberto Locatelli, sempre accanto Sergio Piazza, Mauro Caprani e ‘Pucci’ Ceresa (“L’unico leghista che stimo“) distantissima da lui la prima cittadina in carica a Ballabio Alessandra Consonni – ancora una sindaca della Lega.

Niente rapporti con Daniele Nava (“Un fascista… a me i fascisti non piacciono“).

Matteo-Grattarola-Angelo-ColomboNella vita privata, mette in piedi due famiglie: prima sposando Nicoletta Fezzi (che gli dà due figli e scompare prematuramente, anni fa) quindi con Giovanna Invernizzi, madre di altri tre discendenti di Colombo – uno di loro, Angelo – foto a destra – è noto per essere il ‘minder‘ del campionissimo valsassinese del Trial Matteo Grattarola e recentemente gli ha dato la gioia di renderlo nonno per la terza volta.

Intanto fa crescere un’azienda di tecnologie e servizi in campo ambientale e della sicurezza, creatura tanto cara da renderle un’ultimissima visita stamattina, malatissimo e a poche ore dalla morte.

RedBN

I RICORDI DI BRUNO COLOMBO
in ordine sparso, per aggiungerne scriveteci a redazione@lecconews.lc

Sergio Piazza (imprenditore, presidente ANCE Lecco e Sondrio)
Purtroppo un grande amico ci ha lasciato. Una persona che vedeva avanti. Sempre positivo. Per quanto riguarda la Valsassina, ci teneva tanto; avendo visioni che precorrevano i tempi non sempre è stato capito. 

Fernando Rupani (già segretario della Comunità Montana, poi sindaco di Introbio):
Un cappotto di Kashmir di grande bellezza mentre parla di avanguardia operaia.
Il fumo della sigaretta apparentemente sempre accesa.
Il fascino un po’ malandrino di un principe anarchico.
Un personaggio di Tolstoj.

Clara Camozzini
Ciao……R.I.P. che la terra Ti sia lieve. Un grande abbraccio alla Famiglia.

Alberto Arrighi
Ciao amico mio! Venivamo da luoghi distantissimi e convergevamo quasi sempre sui punti di arrivo… mi mancheranno le nostre chiacchierate!

Un’amica

Ancora oggi io mi butterei nel fuoco per lui

Sandro Terrani (direttore Ballabio News)
Se tante volte questo giornale ha evitato di scrivere cose sbagliate lo dobbiamo a Bruno Colombo. Avessimo dovuto pagarlo come correttore di bozze, ci saremmo svenati da tanto sapeva su questo paese e non solo. E anche a lui si deve la nascita del quotidiano Valnews.it. Non essere suoi nemici l’abbiamo sempre considerato un merito – oltre che una fortuna.

Giovanni Minervini
Politicamente mi ha fatto e disfatto più volte. Ed ora non posso che essergliene grato. Di tanti ricordi rimangono le discussioni accese ed affettuose tra nuvole di fumo di sigaretta con don Luigi. È una Ballabio che piano piano se ne va e che mi manca.

Ferdinando ‘Pucci’ Ceresa (patron della Sagra delle Sagre)
Bruno per me è stato un vero amico, oggi piango la sua dipartita. Solo 8 giorni fa ho passato con Lui qualche ora e seppur indebolito l’ho trovato come sempre con la voglia di fare. Mi mancherà.

Luigi Pontiggia (ex sindaco di Ballabio)
L’ho conosciuto prima in campagna elettorale negli anni ’90, poi soprattutto dopo. L’ho stimato per quanto ha fatto per Ballabio (la villa comunale, il parco e le scuole primarie..), tutti interventi strutturali molto importanti per le famiglie del paese.

‎Simone Bertuzzi‎ 
Ciao Bruno, grazie per la tua amicizia. Tanti anni ci dividevano tuttavia mi hai sempre ascoltato con interesse nonostante le nostre diversità e, a volte, raddrizzato i miei impulsi. Non potrò salutarti come si deve, ma un abbraccio virtuale

Carlo Molteni (già sindaco di Varenna e pres. della Comunità Montana Valsassina)
Ciao Bruno, anche se negli ultimi anni non ci siamo più sentiti né visti, sappi che mi spiace. Si, è la verità. L’ultimo insulto ce l’ho ancora nelle orecchie e devo dire che mi ha fatto male questo assurdo fraintendimento, che tra l’altro ora non ricordo nemmeno più, che ci ha così definitivamente allontanati.
Ma con te non c’erano mezze misure. E d’altra parte anch’io non ne ho. Quindi, siamo qui a pensare su quello che avremmo potuto dirci, magari sbraitando e mandandoci a quel paese a vicenda, e che ora nessuno di noi ha la possibilità di fare.
Davanti alla morte non esiste incazzatura che tenga. Esiste solo il ricordo, non l’ultimo certo, ma quello che ti fa ricordare solo le cose belle.
I momenti di tensione e le vittorie, gli scoramenti e l’inseguimento di un qualcosa che speravamo tutti fosse il meglio, credevamo di essere quelli che avrebbero cambiato chi non ci permetteva di cambiare. E a volte, tante, ce l’abbiamo fatta.
Sicuramente la scia di non amici sarà più lunga degli amici ma ne basta uno, vero, che ti ricorderà per quello che sei. Hic sunt leones!
Buona pace

Marco Colombo (secondogenito della prima moglie)
Anche tu te ne sei andato. Un anno dopo la mamma. Ora la ritroverai e ritroverai anche la nonna Pina che di certo ti accoglierà con il suo classico “varda né Bruno” e il Nonno Angelo. Politicamente io e te non andavamo d’accordo ma ti volevo un mondo di bene. Sei stato un uomo straordinario che ha fatto grandi cose. Tanti amici ma anche tanti nemici. Ora ti voglio immaginare seduto ad un tavolo a giocare a carte come ai vecchi tempi, davanti ad una sigaretta e un bicchiere di Whisky che non hai mai mollato nemmeno in questi tuoi ultimi giorni. Buon viaggio Papà, Ti voglio bene.

Antonio Pasquini Sindaco di Casargo
Quando ci trovavamo apparecchiavamo il tavolo con una bottiglia di Lagavulin, un pacchetto di Marlboro rosse morbide, uno di Muratti e un portacenere che in poco tempo riempivamo di mozziconi di sigarette.
Erano i primi anni duemila,avevo poco più di vent’anni e a volte facevo nottata affascinato nell’ascoltare Bruno Colombo. Non sempre ero d’accordo con le sue analisi ma quanta visione e quanta passione sgorgavano dalle sue parole.
È stato un protagonista indiscusso della politica di fine anni novanta e primi anni duemila della nostra provincia.
Il territorio perde una persona straordinaria con una passione politica e una capacità di analisi fuori dal comune.
Difficile non scontrarsi con lui ma impossibile non volergli bene.
Mi mancherà tantissimo.

Alda Acquistapace
Ciao Bruno

Sei sempre stato presente nella mia vita , quando ero piccola eri amico del mio nonno Battista , sei stato sindaco del mio paese, poi abbiamo condiviso un percorso politico lavorato insieme  e passato tante ore in compagnia anche la domenica mattina a casa tua per qualche anno. Mi hai insegnato tanto anche se le nostre idee spesso si scontravano .. tu eri sempre un passo avanti! 
Mancherai tanto .. voglio ricordarti davanti a un buon bicchiere di whisky e a un pacchetto di sigarette con il tuo sorriso e le tue discussioni politiche e di vita quotidiana.
Ti voglio bene e mentre scrivo queste parole i miei occhi si riempiono di lacrime.

Sergio Locatelli
Le persone come lui non si dimenticano, ma si ricordano tutti i giorni perché sono quelle a rendere bella l’amicizia che, forse, non consiste nell’essere inseparabili, ma nel potersi separare senza che nulla cambi.
Ultimamente ci eravamo un po’ persi di vista, ma quando sono ritornato a casa dopo l’ospedale la tua chiamata mi ha fatto davvero tanto piacere.
Oggi i pensieri sono rivolti all’indietro di quasi 44 anni, tu giovane Sindaco e io, non ancora ventiduenne, neo assunto agente di polizia municipale. Con te non c’è mai stata noia, eri un vulcano di idee e sapevi come coinvolgere i tuoi collaboratori. La tua voglia di fare, di innovare, il tuo entusiasmo era contagioso.
Ma c’è un aspetto della tua lunga esperienza amministrativa che mi preme sottolineare e ricordare: è la grande umanità che ha sempre caratterizzato il tuo operato.
Stasera mi piace ricordarti con quel basco alla Che Guevara che portavi sempre in quegli anni.
Ciao Sindaco, ciao amico, mi mancherai.

Karol Riva
Un abbraccio immenso a lei che ritengo un padre dal punto di vista lavorativo! Grazie di tutto e continui a guidarci dal Cielo!

Corrado Valsecchi (assessore Comune di Lecco)
Ho conosciuto Bruno Colombo nel 1981 a Ballabio presso la sua azienda, assieme a Claudio Dossi, ero un giovane sindacalista che aveva un animo di organizzare i dipendenti della sua società.
Devo dire che ci siamo trovati di fronte ad un imprenditore molto disponibile al confronto con le organizzazioni sindacali e non abbiamo fatto alcuna fatica ad entrare e raccogliere proseliti per l’organizzazione sindacale che rappresentavamo.
Nei successivi anni mi sono incontrato con Bruno nei diversi ambiti della politica. Il ricordo più nitido è recente. Bruno volle confrontarsi con me a febbraio di quest’anno, poco prima che scoppiasse l’emergenza covid, per manifestarmi il suo apprezzamento per il lavoro che avevo svolto in città e chiedere chiarimenti in relazione alla situazione politica per le imminenti elezioni comunali.
Davanti ad un aperitivo al bar di piazza Diaz ci siamo intrattenuti per oltre un’ora in una piacevole conversazione sulle sorti della città, sulla situazione che stavano attraversando le amministrazioni e le forze politiche.
Si poteva essere d’accordo o meno con Bruno ma la sua passione per la politica era un fuoco che gli bruciava dentro da quando era un ragazzino che militava nelle fila del partito comunista e che non ha mai perduto seguendo e battendo, nel corso degli anni, anche strade diverse dettate dal suo intuito politico e interpretando a suo modo le vicende delle varie epoche storiche del nostro paese.

Gerardo Falanga
Ciao Bruno,quest’anno ho perso più di un’amico
so che vi ritroverete lassù,
mi raccomando non fate casino come sempre
Vi ricordo nelle piacevoli serate che facevamo con buon cibo,vino e qualche sigaretta! Le chiacchierate a volte anche un po’ accese che poi finivano con una buona bevuta!
Ciao Bruno un caro saluto

Mauro Piazza (Consigliere regionale)
Dice la vulgata che una volta morti sono tutti santi. Bruno no, non avrebbe mai sopportato un trattamento di beatificazione. E io mai glielo proverei a comminare.
Bruno Colombo non era un uomo di semplificazioni, non un manicheo, non un banale. Sapeva bene, come scrive magistralmente Philippe Claudel nel suo più bel romanzo, che le anime sono sempre grigie, mai solo bianche, mai solo nere. Sapeva che avere a che fare con la realtà ha un costo, da un lato salva e da un lato compromette, e anche da comunista capì subito che – una volta deposti gli striscioni dei cortei – la vera sfida era quella di provare a dare risposte ai bisogni, non solo di sbandierarli ed esacerbarli per ottenere voti.
Io non so da che parte iniziare per ricordarlo, ora che se ne è andato via frettolosamente. Si potrebbe farlo partendo dal primo incontro, nella sede di Forza Italia: ero già stato un giovanissimo consigliere provinciale ma mi mise a fare la rassegna stampa e compilare un giornalino interno, insomma alla gavetta, per valutare. Come nei partiti di una volta. Oppure potrei raccontare i tanti aneddoti, le riunioni, i cambi improvvisi di rotta, le battaglie dentro e fuori Forza Italia, i litigi, le pacificazioni, gli ultimi anni. Insomma, un almanacco infinito che sta in bilico tra verità e narrazione, che mescola i rapporti di alto livello istituzionale con il piacere della pizza con i militanti, che colleziona analisi sulle grandi idee del mondo con decisioni spicce di “macellerie politica”, che ha il volto burbero e quello buono. E potrei concludere con il mio parricidio nei suoi confronti, che segnò molto il nostro rapporto pur essendo un classico nei momenti di successioni: un colpo di mano che osteggiò con ogni forza ma che sono certo in qualche modo ha anche apprezzato, da appassionato della tecnica politica in sé.
Accanto a questo filone pubblico, partitico, politico – che è senza dubbio la cifra e la misura di tutta la sua vita – potrei aggiungere il rapporto privato e di amicizia, anche questo con alti e bassi, che si è rinsaldato negli ultimi anni, con le chiacchiere nel suo ufficio nebbioso per le troppe Muratti.
Ci vorrebbero pagine e pagine per questa carrellata davanti, dietro e sopra le quinte, sulla trama di un’intelligenza magnetica. Mi limito allora ad un saluto. Nel quale mi sia permesso dire di avergli voluto e di volergli bene, cosa che ovviamente non ho mai fatto poiché non avevamo una grammatica comune per esprimerlo. Di dire che mi mancherà, che ci mancherà, e che rimarrà a lungo tra di noi con quei “ti ricordi quando il Bruno…” che sono il sugo di tanti racconti della politica locale. E di immaginare che, se in cielo c’è una qualche forma di politica, possiamo stare certi che Bruno ci si tufferà, portando con sé un po’ di casino e un po’ di bene.