DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELLA DOMENICA DELLE PALME

“Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù. Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità …”. E’ proprio questo quello che vogliamo fare in questo momento così particolare della nostra vita personale, ma non solo. Sono davvero giorni straordinari anche per le famiglie e il vivere civile, e questo riguarda il mondo intero. Ma noi, discepoli di Gesù, vogliamo vivere questi giorni con un atteggiamento interiore che ci arricchisce l’anima e che purtroppo non tutti hanno: sono gli occhi del cuore che ci fanno guardare a Gesù in un momento supremo della sua vita, quello del dono totale di sé nell’amore.

Prima di tutto guardiamo a Gesù accolto dalla folla di Gerusalemme. Nel Vangelo si dice che “la grande folla che era venuta per la festa, udito che Gesù era venuto a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele!”. Quest’anno ci manca la processione e l’ingresso solenne in chiesa cantando la lode al Signore e imitando la folla di Gerusalemme. Ci manca anche il ramoscello di ulivo, segno della pace. Eppure anche questo può trasformarsi in una occasione opportuna per la nostra vita: l’accoglienza più vera e più gradita al Signore è quella che gli riserviamo all’interno del nostro cuore e delle nostre famiglie. E’ vero che mancano alcuni segni esterni ma non deve mancare la gioia interiore e sincera di ciascuno di noi nel dire al Signore: “Gesù, entra nel nostro cuore, ti accogliamo con gioia, Tu che sei acclamato re d’Israele, regna nel nostro cuore, regna nella nostra famiglia, noi siamo tuoi: guidaci e salvaci!”.

Ma il Vangelo di oggi parla anche di una cena. Marta, Maria e Lazzaro hanno voluto organizzare una festa per ringraziare Gesù di avere fatto quel dono straordinario a loro: avere richiamato in vita Lazzaro! Durante la cena avviene qualcosa di bello ma anche di strano: Maria prende un profumo prezioso e molto costoso. Sappiamo bene che i profumi si usano goccia a goccia, a poco a poco. Trecento grammi di profumo sono tanti. E’ valutato trecento denari, che sono la paga di un anno per un lavoratore normale! Eppure Maria lo usa tutto per versarlo sui piedi di Gesù! Poi asciuga quel profumo con i suoi capelli. Tutto questo si chiama “slancio d’amore!”. Maria lo riserva a Gesù  anche per mostrargli la sua infinita riconoscenza per averle ridonato sano e salvo il suo fratello. Il Vangelo sottolinea chiaramente che Gesù amava molto Marta, Maria e Lazzaro! Quando l’amore è grande e sincero, non bada a spese se vuole manifestarsi in un regalo, lo sanno bene gli innamorati!

Gesù mostra di accettare volentieri quella effusione d’amore anche se lo vede come un segno profetico di quello che sta per succedere a lui: dopo sei giorni Gesù verrà deposto nel sepolcro dopo essere stato crocifisso e allora  non solo i piedi ma tutto il suo corpo verrà cosparso di oli profumati!

Questa cena in casa di Lazzaro ci fa capire quello che Gesù veramente  gradisce e si aspetta da ciascuno di noi: il nostro amore sincero e grande, nient’altro! Anche i riti pasquali, quando ci sono, lo devono manifestare. Se i riti e le celebrazioni grandi e ufficiali non lo manifestano, sono vuoti e Dio non li sopporta. Quest’anno non ci sono i riti pasquali come gli altri anni, è vero, ma l’amore grande e sincero non può e non deve mancare. E quando c’è l’amore c’è la gioia e la festa. Non diremo allora che quest’anno la festa sarà in tono minore, o magari un po’ triste. Sarà grande e bella, in casa nostra, se c’è l’amore per Gesù e l’amore che ci unisce tra di noi!

Una cosa tristissima, invece, è che il Vangelo di oggi inizia e finisce con l’accenno ai capi dei sacerdoti: proprio loro che dovevano guidare il popolo all’incontro con Dio, sono quelli che stanno tramando la morte di Gesù: danno l’ordine che chiunque sapesse dove si trovava Gesù lo denunciasse perché potessero arrestarlo, e poi decidono di uccidere non solo Gesù ma anche Lazzaro perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù. Un’altra ombra oscura è la presenza di Giuda che con le sue parole fa capire che si sta chiudendo sempre più all’amore. Il suo cuore si sta chiudendo sempre più fino ad arrivare a collaborare con coloro che tramavano nel segreto contro Gesù. Loro stavano cercando l’occasione propizia per catturare Gesù e portarlo in tribunale e Giuda gliela offre!

 Amare Gesù vuol dire anche posare il nostro sguardo su di Lui quando viene tradito, non compreso, sofferente fino alla morte, ma non è tutto qui. Amarlo vuol dire soprattutto condividere la sua vita: quando la sofferenza viene a visitarci in qualunque modo, noi la vedremo come un modo di partecipare alla sua sofferenza e dunque sarà l’occasione per noi di amare ancora di più.

Don Benvenuto Riva parroco di BallabioDon Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio

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