Vogliamo ricordare anche oggi quel giorno in cui Gesù lasciò il suo villaggio di Nazareth e si recò al fiume Giordano per farsi battezzare da Giovanni Battista. In quell’occasione si udì una voce dal cielo che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento”. Ecco dunque Gesù che viene presentato dal Padre alla folla di peccatori che andavano da Giovanni a farsi battezzare. Non ci viene detto niente sulla reazione che hanno avuto quelle persone. Ma Gesù ha la piena coscienza di dover farsi conoscere a tutto il popolo, non solo a qualcuno, e presentarsi come il Figlio amato dal Padre. E il Padre vuole che tutti gli uomini siano salvi. Ma occorre precisare: il Padre vuole salvare tutti mediante il Figlio! Questa sembra una frase teorica che dice poco. In realtà è forte e densa di conseguenze. Infatti vuol dire che il Padre ha deciso di salvare SOLO attraverso il Figlio, ha deciso di salvare SOLO quelli che accolgono il Figlio, SOLO quelli che credono nel suo Figlio e lo amano. Il Padre non fa nulla senza il suo Figlio, ecco fino a che punto lo ama!
Qui inizia un vero dramma di cui si parlerà in tutto il Vangelo e che accompagnerà tutti i momenti della vita di Gesù su questa terra. Gesù ha piena coscienza che il popolo aspetta cose grandiose, potenti, meravigliose come per esempio vittorie militari, cacciata dei nemici stranieri, vita comoda e tranquilla e anche un po’ divertente. Questo è il MESSIA che il popolo attende. Gesù sa di essere il MESSIA ma non così come il popolo lo attende. Lui vede lontano: vede che anche i pagani sono figli di Dio e non ci sono stranieri davanti a Lui, vede che anche i pagani hanno pensieri di sapienza e sanno essere buoni, vede che molti Israeliti, abituati al rigido monoteismo del passato, faranno una enorme fatica ad accettare che il Dio di Abramo e di Mosè è qui presente in quest’uomo, che viene da Nazareth, chiamato Gesù. Sa benissimo che questi uomini si coalizzeranno contro di lui e lo faranno morire. E questa morte sarà esattamente il contrario di ciò che esprime il suo nome: SALVATORE Gesù. Ricordiamo le parole di denigrazione: “Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso!”. Quale dramma nel cuore di Gesù! Lui, Salvatore, vede uomini perdersi a causa sua, perché non lo accettano, non credono in lui. Non c’è un altro modo di attirare a sé gli uomini e salvarli tutti?
Se si percorresse una via un po’ materialistica, per esempio dando cibo a tutti in abbondanza in modo che nessuno faccia più fatica a guadagnarsi il pane né patisca le privazioni e la fame? Ma l’uomo chi è? È solo pancia da riempire e corpo da soddisfare nei suoi bisogni o è anche uno spirito intelligente e libero chiamato ad amare ed essere amato?
E se si percorresse un’altra via, quella di distrarre gli uomini con giochi mirabolanti e divertimenti che aiutino tutti a dimenticare le tribolazioni e i pesi della vita? Non sarebbe una via capace di attirare gli uomini a sé e formare folle di persone, tutte pronte ad applaudire? Sarebbe un’ottima dimostrazione che Dio è veramente con noi e che ama tutti gli uomini perché rende più facile la loro vita. E qui ci si chiede: ma Dio chi è? E’ forse una macchinetta in cui basta gettare una moneta per comperare qualcosa, per esempio un momento di felicità?
Ci potrebbe essere una terza via: un dialogo, un accordo di pace. Gli uomini tutti devono essere resi figli obbedienti ed essere riscattati da questa condizione di figli ribelli. Sono ribelli perché hanno ascoltato la voce del grande ribelle e quindi sono sotto il suo dominio, cioè di Satana. Perché non chiedere a lui di rilasciare quelli che un giorno è riuscito a far cadere nella sua trappola? NO! Questo non sarà mai! Gesù grida: “VATTENE SATANA!”. Satana è un ribelle che va soltanto rigettato! Mai nessuna forma di dialogo sarà possibile con lui.
Qui termina il dramma di Gesù che supera ogni tentativo di distoglierlo dall’unica via per salvare gli uomini. E’ la via della fede, cioè della totale e fiduciosa accettazione della volontà del Padre che ama veramente gli uomini richiamandoli alla loro vera dignità e vocazione, quella di essere figli ad immagine del suo eterno figlio Gesù. Gesù sceglie la via della semplicità, della bontà, della mitezza, della vicinanza amorevole agli ammalati, ai bambini, ai poveri. Con gesti semplici guarisce lebbrosi, ciechi, sordi, risuscita alcuni morti per consolare chi era afflitto. Insegna pazientemente la via di Dio che è via della vita. Attira a sé le persone con la sua bontà e attira tutti: uomini e donne, bambini e adulti, peccatori e giusti. Attirandoli a sé li porta al Padre! Quello che conta ai suoi occhi è l’accettazione cordiale della sua persona come un amico fedele che ci dona pienezza di vita. Ma molti non accetteranno questo suo modo di fare e si ribelleranno fino a cercare di annientarlo. Gesù lo sa, ma va avanti per la sua strada. Noi che lo abbiamo accolto nella nostra vita come amico e salvatore dobbiamo essergli infinitamente riconoscenti!
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio
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