DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELLA SECONDA DOMENICA DOPO L’EPIFANIA

Il popolo d’Israele stava attraversando il deserto del Sinai nel suo cammino verso la terra promessa. E’ normale che attraversando un deserto si affronti una grande difficoltà: la mancanza di acqua. Anzi, è proprio la mancanza di acqua che causa il deserto. E sappiamo tutti benissimo che qui si tratta di vita o di morte perché l’acqua è necessaria per la nostra vita. Ma proprio la mancanza di acqua, che vuol dire morte certa, è l’occasione per Dio di manifestare la sua potenza e il suo amore: Lui stesso salverà il suo popolo donando, proprio nel deserto, acqua in abbondanza. In questo modo Dio educa il suo popolo, fin dalle origini, a sperare in Lui come salvatore. In verità c’è qualcosa che ci sfugge perché non sappiamo bene cosa sia successo quel giorno. Non si riesce a capire perché Dio rimproveri Mosè e Aronne per non avere creduto in lui “in modo che manifestasse la sua santità agli occhi degli Israeliti”. Chissà, forse è stato un tentennamento all’interno del loro cuore, un dubbio come è facile per tutti averne in momenti difficili della vita. Ma anche questa debolezza di Mosè e di Aronne li avvicina un po’ di più a noi che sappiamo di essere deboli e sappiamo che credere e sperare davvero in Dio non è cosa facile. Ma anche queste debolezze non fermano la potenza e l’amore di Dio che vuole salvare il suo popolo. E questo vale anche per noi oggi.

Nel racconto del Vangelo abbiamo sentito qualcosa di simile. Al pranzo di una festa di nozze manca il vino. Non è una tragedia, qui non si tratta, come per la mancanza di acqua nel deserto, di vita o di morte. Si può vivere anche senza il vino. Ma le conseguenze non sarebbero state belle: il lamento e il pettegolezzo da parte della gente, l’imbarazzo e la brutta figura delle famiglie degli sposi che non hanno organizzato bene la festa o erano semplicemente dei poveretti, un velo di tristezza sulla gioia di quegli sposi. La madre di Gesù, Maria, intravede tutto questo e lo fa notare a Gesù: “Non hanno vino”. Qui non si parla di mancanza di fede. Maria è nostra maestra nelle fede a partire da quel giorno in cui ha detto: “Eccomi, sono la serva del Signore, si compia in me secondo la tua parola!”. Ma anche questa mancanza di vino a una festa di matrimonio è l’occasione per Gesù di manifestare la sua potenza e il suo amore: Gesù, Figlio di Dio, vuole che chi è con Lui sia felice, pienamente felice. Ecco perché a quella festa interviene in modo discreto ma donando vino buono e abbondante. Nulla deve offuscare la gioia di quegli sposi.

Ma anche qui, come nel deserto, c’è qualcosa di più profondo e che riguarda anche noi, direttamente: è la fede e la speranza. I primi discepoli, che da poco avevano cominciato a seguire Gesù e ancora non lo conoscevano veramente, vedono tutto e si meravigliano. Da questa meraviglia nascono delle domande in loro: chi è questo Gesù? Perché ha fatto questo? Come ha potuto dare tanto vino servendosi di acqua? E perché io sono qui? Cosa vorrà da me? Cosa devo fare? Resto o me ne vado? E la storia si ripete anche nella nostra vita di oggi.

Se in quelle due occasioni, che la Bibbia ci ha narrato, si è parlato di mancanza di acqua e di vino, per noi si parlerà di altre mancanze ma la sostanza non cambia. Qualcosa manca anche alla nostra vita e questo che ci manca può causare i nostri dubbi, le nostre depressioni, la nostra infelicità, le nostre preoccupazioni e ansie, e magari anche le nostre arrabbiature e invidie per altri che hanno quello che noi non abbiamo. Invece non deve essere così. Quello che ci manca e che può riguardare i nostri affetti, la nostra salute, ciò che è necessario per vivere, deve essere per noi l’occasione offerta a Dio di manifestare la sua potenza e il suo amore che ci salva. Per noi è l’occasione di continuare a sperare in Lui che è il nostro Padre. E’ quello che ci hanno insegnato a chiamare “Provvidenza”. Dio provvede a noi per mantenerci in vita. Non può non farlo perché è Lui che ci ha creati e noi siamo suoi figli. Ma quando le cose non vanno secondo ciò che noi desideriamo, come è difficile continuare a credere e a sperare in Lui e a credere che ciò che Lui permette è veramente per il nostro bene e la nostra vita! Sia ancora una volta Lui, Dio stesso, ad aiutarci a credere e a sperare in Lui!

Don Benvenuto Riva parroco di BallabioDon Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio

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