QUINTA DOMENICA DI AVVENTO, DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE

Dio mandò un uomo di nome Giovanni. Perché lo ha mandato? E perché lui, onnipotente, non ne ha mandati qualcuno di più, vista la grandezza del progetto che aveva in mente? E se lo ha mandato tanti anni fa in una piccola regione del Medio Oriente, oggi chi manda nel mondo? Oggi Dio manda noi. Infatti le cose non sono cambiate dopo duemila anni dall’apparizione di Giovanni chiamato il Battista. Si arriva a Gesù, il Figlio di Dio, solo attraverso una via: la testimonianza di persone che hanno  fatto esperienza di Lui. Per questo ne sanno parlare, lo sanno indicare, fanno vedere con i fatti che Gesù è il centro, il senso, il fondamento della loro vita.

Noi chi siamo? Ci sono due risposte.

Forse siamo persone dalla fede un po’ povera, ci siamo smarriti per strada magari sotto il peso degli impegni, l’affanno delle preoccupazioni, o il fascino di cose che passano come per esempio certe passioni o la ricchezza da accumulare, oppure ci lasciamo trascinare dalle mode del momento e dalle cose che dicono tutti. A poco a poco sentiamo che la vita si svuota e viene meno. Che cosa dobbiamo fare? Dobbiamo aprire gli occhi e metterci a cercare i testimoni, metterci alla ricerca di persone, senza andare lontano, che ci fanno nascere delle domande: perché questa persona è così? Perché è contenta? Dove trova la forza e la pazienza di affrontare certe situazioni? Perché non si tira mai indietro? Perché aiuta sempre gli altri? Perché diffonde intorno a sé gioia, positività e speranza? L’ultima domanda dovrebbe essere: ma se lei ce la fa perché non potrei farcela io? E il suo segreto non potrebbe essere anche il mio? La ricerca della risposta a queste domande potrebbe impegnarci per anni ma alla fine della strada c’è finalmente l’incontro con la persona di Gesù Cristo.

La seconda risposta potrebbe essere diversa: forse siamo persone che per grazia di Dio vivono con un solido fondamento, che hanno costruito la casa della propria vita sulla roccia che è la parola di Gesù messa in pratica. Allora siamo noi i moderni Giovanni. Guardiamo a lui come nostro modello. Non ha minimamente pensato di andare a Roma, nel cuore dell’impero, vista la missione di portata universale che lo aspettava. Non è neppure andato a Gerusalemme che pure era una città importante. E’ andato in regioni solitarie e deserte e le folle sono state attratte dalla forza delle sue parole e del suo esempio. Imitiamolo in questo: non stacchiamoci dal nostro ambiente, dalla nostra famiglia, dalle nostre giornate normali. Facciamo vedere agli altri che le parole di Gesù sono veramente il fondamento della nostra vita. Parole come: Beati i misericordiosi… Beati i portatori di pace… Avevo fame e mi hai dato da mangiare… Mettiti d’accordo con il tuo avversario… amate anche coloro che non vi amano… benedite coloro che vi maledicono… amatevi come io vi ho amato… sono veramente una luce che guida la nostra vita. Se questa luce è accesa certamente le altre persone ne saranno attirate: all’interno della famiglia, nell’ambiente di lavoro, nelle attività sportive e ricreative. Quando una luce splende attira molta gente. E’ la luce della testimonianza che per primo Giovanni ha acceso per orientare la vita degli altri verso Gesù. “Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce” dice il Vangelo di oggi. La stessa luce deve splendere attraverso di noi, credenti di oggi.

Libro del Profeta Malachia 3,1-5  Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate.

Lettera ai Galati 3,23-28  Tutti voi infatti siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo.

Vangelo di Giovanni 1,6-8 La legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.

Don Benvenuto Riva parroco di Ballabio
Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio

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