Queste sono parole solenni e importanti di Gesù che è risorto da morte. Lui che ora dice di avere tutto il potere, che tra pochi giorni riconosceremo come il Re dell’universo, è quel Gesù che qualche giorno prima è stato messo in croce, ha subito la morte e ha bevuto fino in fondo il calice del dolore, della debolezza, del disonore e del disprezzo, proprio Lui ha ricevuto dal Padre tutto il potere su tutte le creature. Due donne erano rimaste lì al sepolcro a piangere: Maria di Magdala e un’altra Maria. Un angelo le invitò a non avere paura e ad andare dai discepoli a dire che Gesù era vivo! Mentre correvano per andare a dire queste cose ai discepoli si incontrano proprio con Gesù. “Si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: “Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno”. Certo, gli apostoli, rimasti in undici, non potevano mancare a quell’appuntamento straordinario. Vedono Gesù, lo adorano, eppure si dice anche che erano dubbiosi, ma possiamo anche comprenderli, perché saremmo stati anche noi così se fossimo stati al loro posto. Ed è proprio a questi undici uomini ancora paurosi e incerti che Gesù vuole affidare una missione mondiale, che comprende tutti i popoli. Noi dobbiamo sentire vivissime ancora oggi quelle parole e sentirle rivolte a noi discepoli di oggi. E’ un ordine ben chiaro a cui bisogna obbedire e che non bisogna discutere. La prudenza umana avrebbe suggerito di stare calmi, sedersi e fare una attenta programmazione, di scegliere più uomini, più esperti delle cose del mondo, di fare le cose a poco a poco. Gesù invece risolve tutto dicendo: “Ecco, io sono con voi, tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.
Certo, dobbiamo rendere attuali queste parole: per quei discepoli voleva dire davvero partire per andare in luoghi lontani e sconosciuti, si trattava di affrontare viaggi spesso faticosi e pericolosi. Anche oggi qualcuno lo fa ma l’ordine di Gesù è per tutti! Ma dove andiamo tutti? Ormai è il mondo intero che è in casa nostra. Tutto il mondo assomiglia ora a una casa, i popoli sono molto vicini gli uni agli altri anzi possiamo dire che ormai tutti hanno sentito parlare di Gesù anche se non tutti sono diventati suoi discepoli. Il compito che ci è stato affidato è davvero vastissimo e qualcuno potrebbe scoraggiarsi o dire: non fa per me, io non posso fare niente. Ma poi, concretamente, qui ed ora che cosa possiamo fare? La prima cosa è di non pensare che queste parole di Gesù siano solo per alcuni. Facciamo crescere in noi e poi coltiviamo la convinzione che Gesù rivolge a ciascuno di noi questo invito, anzi questo ordine! Sentiamoci interpellati in prima persona.
Purtroppo, spesso succede che il primo pensiero, quando si parla della missione della chiesa, sia la raccolta delle offerte per le missioni. Invece la cosa più importante è l’avere sperimentato la bellezza e la gioia dell’incontro con Gesù. Siamo suoi fratelli e amici, siamo figli dello stesso Padre che ci ama, siamo amati e chiamati ad amare, abbiamo come futuro l’eternità della vita! In mezzo a un mondo violento che parla sempre di morte, noi siamo amici di uno che ha subito la morte violenta ma poi l’ha superata, ha vinto, è vivo e Lui, Gesù, è sempre con noi, tutti i giorni! Come si fa a non essere felici? Come si fa a tacere? Come si fa a sopportare che la maggior parte dell’umanità viva con fatica senza sapere queste cose così grandi e così belle? Ecco da dove nasce la forza e la gioia di andare a tutti e parlare di Gesù . Annunciare il Vangelo di Gesù comporta anche l’incontro con i nemici e gli oppositori di Gesù, è vero e lo sappiamo. Ma ci rendiamo conto sempre di più di quanto sia bello e gioioso avere incontrato Gesù! Se siamo veramente contenti di questo la nostra vita diventerà attraente e bella agli occhi di tante persone che si avvicineranno a Gesù grazie al nostro esempio e alla nostra gioia. Quindi non c’è bisogno di andare molto lontano.
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio
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