DON BENVENUTO COMMENTA IL VANGELO DELLA SANTISSIMA TRINITÀ

Sono innumerevoli, nel Vangelo, le volte in cui Gesù invita ad ascoltare la sua parola e a metterla in pratica. Anche oggi, in un brano molto breve tratto dal “testamento spirituale” di Gesù, ritorna più volte questo invito. Tante volte lo ha detto per farci imparare uno stile di vita buona, per dare un senso alla nostra vita, per salvare la nostra vita da ogni immoralità e da ogni disordine.

Oggi invece c’è qualcosa di nuovo: ascoltare la sua parola è un segno che noi Lo amiamo. “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama”. E ancora: “Se uno mi ama osserverà la mia parola. Chi non mi ama non osserva le mie parole”. Amare Gesù non si manifesta in un vago sentimento e neppure in un certo fervore religioso. Il vero segno che amiamo Gesù sta nella scelta di ascoltare la sua parola e poi metterla in pratica. Scelta che può costare, a volte, anche molta fatica e questo vuol dire che l’amore per Lui, nonostante tutto, è grande. Questo è ciò che Gesù si aspetta da noi: Lui ci ha parlato ed è contento se noi lo ascoltiamo. Ci ha parlato del Padre, che è buono e che vuol bene ai suoi figli, e Gesù desidera che noi accogliamo questo messaggio di amore. Ci ha parlato di se stesso come mandato dal Padre e Gesù desidera che gli crediamo e che lo accogliamo per quello che è, il Figlio eterno, il Dio fatto carne. Ci ha parlato di noi stessi come suoi fratelli e figli dello stesso Padre, come bisognosi di perdono e di salvezza, ci ha indicato la via buona da seguire e Gesù vuole che la percorriamo. Fare quello che Lui vuole e cioè ascoltare queste sue parole e accoglierle con fede: allora saremo degni di essere definiti come coloro che lo amano. “Questi è colui che mi ama”.

Quando avviene questa accoglienza accade pure un grande miracolo, veramente degno di questo nome. “Il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui!”. Dopo lo straordinario evento di Dio che si fa uomo cosa c’è di più straordinario di questo? E cioè che l’essere umano, pur nella sua piccolezza, diventa la dimora di Dio onnipotente e infinito? Chi è dunque l’uomo? Chi siamo noi, che Dio ha scelto per sua dimora? Ecco chi siamo noi: siamo la dimora preferita di Dio. Dio che si è rivelato ad Abramo, a Mosè e ai profeti, Dio che si è rivelato come il Padre che manda tra noi il suo Figlio prediletto Gesù, Dio Padre che insieme al Figlio manda lo Spirito di amore, questo Dio abita in noi. Dio è amore e questo Amore ha riempito i nostri cuori. Tutto questo non viene da noi ma viene da Dio stesso. Lui è stato così buono con noi da scegliere proprio noi come sua dimora. La gioia di essere stati scelti fa nascere in noi il desiderio della lode a Dio che nella sua bontà ha scelto proprio noi per rivelare se stesso come Trinità di Amore. Ma da questa gioia deve nascere anche un desiderio di far conoscere agli altri la stessa gioia di vivere nell’amore di Dio che è Padre e Figlio e Spirito Santo. Come è triste la vita umana senza la fede in Dio che è Amore! E forse è ancora più triste la condizione di cristiani che hanno dimenticato e trascurato di essere stati prescelti e hanno perso per strada la gioia di essere la dimora di Dio! Chiediamo umilmente a Dio di preservarci da questa disgrazia e cerchiamo di ravvivare in noi la gioia di vivere nella verità perché noi sappiamo che Dio è Padre e Figlio e Spirito Santo!

Don Benvenuto Riva parroco di BallabioDon Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio

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–> avvisi 16 giugno 2019