“VIII NOVEMBRE”? A BALLABIO CURIOSA DOPPIA CELEBRAZIONE: DEL SINDACO E DEL VICE BUSSOLA

BALLABIO – Che Ballabio sia il paese dei doppioni e dei dualismi è abbastanza noto, ma che addirittura ci fosse anche una doppia cerimonia del IV Novembre nessuno se lo sarebbe aspettato, in particolare nella ricorrenza del centenario dalla fine della Grande Guerra. La prima ricorrenza ha visto protagonista nella serata del 3 novembre il vicesindaco Giovanni Bruno Bussola in esclusiva con un discorso patriottico per il Gruppo Alpini di Ballabio al Monumento dei Caduti dove il giorno dopo, 4 novembre, il sindaco Alessandra Consonni ha parlato per la cerimonia ufficiale programmata dall’amministrazione comunale – presente anche il presidente degli Alpini.

monumento caduti buioEcco il discorso di Bussola: “Da bambino mio padre mi portava alla celebrazione del 4 Novembre.”Lui mi parlava di Patria, di guerra, di dolore, di orgoglio e di onore: io guardandolo ero felice ma non capivo. Poi, anno dopo anno, ho sempre partecipato suonando con la mia banda brani come “La leggenda del Piave”. Ho sentito le parole di persone, che la guerra l’anno vissuta e fortunatamente ne sono usciti da reduci, ho osservato la commozione dei loro familiari e visto le lacrime dei parenti di chi in guerra ha lasciato la propria vita. Oggi, sono trascorsi esattamente 100 anni da quel 3 Novembre 1918 in cui veniva firmato l’armistizio di Villa Giusti che stabiliva la resa dell’impero austro-ungarico e la fine delle ostilità a partire dal giorno successivo. Qualcuno potrebbe pensare che dopo così tanti anni da quei tragici eventi questa cerimonia sia un mero adempimento formale. Chi lo pensa, si sbaglia! Oggi, più che mai abbiamo bisogno di tenere vivi i valori degli italiani che hanno combattuto per la nostra patria e per la nostra libertà. Solamente se saremo capaci di fare fronte comune così come gli Italiani hanno saputo fare dopo la disfatta di Caporetto potremo vincere le sfide dei nostri giorni.La vera forza di uno Stato non si descrive attraverso i numeri delle banche, o con lo spread ma con il valore dei propri uomini ed loro senso di appartenenza alla Patria. Se gli Italiani sono uniti tutto è possibile, non lo dico io ma la storia. Quindi non si può che essere d’accordo con l’Associazione Nazionale Alpini e con tutti coloro che chiedono, a gran voce, il ripristino di questa festività. Io non posso capire cos’ha provato chi ha vissuto la guerra del 1914 -1918. Ma capisco, che se sono qui a parlarvi oggi, nella mia veste di Vicesindaco, da Ballabiese e da fiero Italiano.. lo posso fare solamente per merito loro.Viva Ballabio, viva le Forze Armate, viva l’Italia.”

Dopo la messa delle 10 a San Lorenzo, il corteo con in testa il sindaco si è recato prima  a rendere omaggio al partigiano Confalonieri al Cippo a lui dedicato, per poi recarsi al Monumento dei Caduti alla primaria Fantasia. Nel suo discorso Consonni ha sottolineato che “La fine della prima guerra mondiale è per noi motivo di orgoglio e anche di dolore. Siamo orgoglioso del valore dimostrato sul campo dell’onore dalla nostra gioventù, di chi offrì la propria vita per difendere i sacri confini che danno corpo alla patria.” Aggiungendo: “Sono i cosiddetti orrori della guerra la cui memoria ci induce a coltivare un desiderio di pace. Una pace che bisogna meritare e a cui bisogna dare un senso visto che in alcuni casi possiamo parlare di orrori della pace: le assurde morti del sabato sera, la morti per mallatia causate da comportamenti immorali oppure ancora le squallide morti per droga. La vittoria alla Grande Guerra offrì una coscienza nazionale al nostro popolo, coscienza che oggi rischiamo di perdere a causa dell’imperante individualismo e della dissoluzione dei valori. Ricordiamo il sacrificio dei nostri nonni affinché oltre a scongiurare gli orrori della guerra tale memoria ci aiuti a combattere questi orrori dell pace che nascono dalla perdita di principi e coscienza. Viva il IV Novembre, viva le nostre Forze Armate”.

Anche il parroco don Benvenuto, prima della benedizione, ha ricordato la figura di suo nonno che era tornato dalla Grande Guerra sfigurato, diverso. “Mia nonna vedendolo ha affermato che gli avevano cambiato marito. Quello che voglio dire a tutti è che questa gente ha sofferto, tanti sono morti soffrendo. Queste persone hanno sofferto per noi. Se non ci fosse stata la loro sofferenza e la loro morte noi saremmo stati diversi. Quello che noi siamo lo dobbiamo anche alla loro sofferenza. Dobbiamo coltivare questa memoria sapendo che c’è gente che ha sofferto per noi. Rispondendo presente segniamo che queste persone sono ancora vive e che le incontreremo un giorno.”