1 – Dopo avere incontrato, nelle scorse domeniche, Abramo e Mosè, ci incontriamo oggi con un altro grande uomo prescelto da Dio: Giosuè, che ha preso il posto di Mosè nel guidare il popolo di Israele. Grande come Mosè per la sua fedeltà a Dio, ha affrontato tuttavia una missione diversa: ha dovuto combattere molto ed è stato un grande condottiero. Oggi la prima lettura ci presenta una delle sue battaglie, forse la più famosa. Volendo terminare con una completa vittoria sui nemici Giosuè proruppe in quel grido entusiasta e anche un po’ poetico: “Fermati, o sole!”. Dopo molti secoli qualcuno, molto incautamente, avrebbe dato a quelle parole un significato astronomico per dimostrare che la terra è ferma nell’universo e che il sole gira attorno alla terra. Ora finalmente si è capito che la Bibbia non è un libro di scienza ma un libro per la vita, e una vita fedele a Dio.
2 – Che cosa dunque ci insegna Giosuè che affronta una battaglia? Prima di tutto la buona intenzione: Giosuè corre in difesa dei suoi alleati che gridano: “Dà una mano ai tuoi servi! Vieni presto da noi a salvarci e aiutaci!”. E ancora una volta il Signore dice: “Non avere paura di loro perché li consegno in mano tua.” Con l’aiuto e la forza di Dio Giosuè piombò sui nemici all’improvviso, il Signore li disperse… inflisse loro una grande sconfitta, li inseguì… li battè… lanciò dal cielo su di loro come grosse pietre. Queste parole si comprendono meglio quando si viene a sapere chi è il nostro unico e vero nemico: è Satana, nemico di Dio e nostro: lo si deve combattere con tutte le forze, si deve infliggere a lui grandi sconfitte. Questo nemico non riuscirà mai ad impedire che si compia su di noi l’attuazione del piano di Dio di farci giungere alla terra promessa, alla vita vera.
3 – Anche Gesù dice ai suoi discepoli che avranno tribolazioni. E l’apostolo Paolo aggiunge altri ostacoli che incontriamo nella vita: l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada. Queste cose potrebbero anche scoraggiarci e far soccombere un discepolo di Gesù. Ma oggi sentiamo come due gridi di vittoria: anzitutto quello di Gesù: Abbiate coraggio! Io ho vinto il mondo! E poi quello di S. Paolo: In tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati! 4 – Ora sappiamo che la vita può essere piena di insidie e di pericoli, ma dobbiamo imitare Giosuè: combattere e affrontare ogni pericolo con la ferma fiducia che Dio è accanto a noi e ci assiste con il suo aiuto e ci farà essere vincitori!
Che cosa vede un sacerdote dall’altare? Vede tante persone che partecipano alla celebrazione della Messa e spesso lo fanno riflettere. Per esempio una volta ricordo bene di avere visto una signora che all’avvicinarsi del momento più solenne e cioè la consacrazione del pane e del vino, si mise devotamente in ginocchio, chiuse gli occhi e mise la sua testa fra le mani per pregare con profonda intensità. Quella signora era una nonna accompagnata dalla sua nipotina che avrà avuto 7 – 8 anni. Quella bambina guardava attentamente la nonna, non la messa. Nel vederla mettersi in ginocchio si inginocchiò subito anche lei. Nel vederla chiudere gli occhi li chiuse anche lei, e nel vederla congiungere le mani e appoggiare il volto la imitò anche in questo. Ma ogni tanto “spiava” furtivamente con il suo occhiolino per vedere quando la nonna avesse finito di pregare in quel modo. Insomma la teneva controllata per imitare in tutto quello che la nonna avesse fatto. Quando proclamai “Mistero della fede” la nonna si alzò e naturalmente si alzò anche la nipotina. La conclusione è molto semplice: questo è il modo in cui si trasmette la fede e l’amore per Gesù. Quella nonna non ha proposto nessuna lezione teorica sulla Eucaristia, non ha dato imposizioni o minacce. Ha compiuto alcuni gesti esteriori che mostravano la sua fede interiore. La nipotina osservava e imitava. Sicuramente anche in lei stava nascendo lo stesso amore e la stessa fede della nonna. Questo succede quando i bambini hanno 7-8 anni. Quando hanno un’età diversa succedono altre cose ma ne parleremo un’altra volta.
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio
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–> 8 luglio 2018