BALLABIO – Badate bene, qui non si vuol mettere in secondo piano un episodio certamente censurabile come la devastazione vandalica, opera probabilmente di qualche ragazzino in cerca di emozioni, ai danni dello storico edificio che un tempo ospitava la colonia delle allora Ferrovie dello Stato. Anzi. Il punto è un altro, ovvero la scandalosa inutilità (che con l’andar del tempo diventa pericolosa fatiscenza, in grado di attirare belle menti come appunto quelle dei vandali di turno) di un immobile tenuto chiuso da troppi anni, di proprietà di un soggetto privato che legittimamente può farne quel che vuole ma che l’ha lasciata così, in attesa di una improbabilissima vendita o di una destinazione profittevole.
Puntualmente mai presentatasi.
Il dibattito sull’ex Colonia si ripresenta di tanto in tanto, con proposte, polemiche, progetti. Tutta roba che lascia il tempo che trova. Dall’ipotesi di allestirvi le “famose” scuole medie di Ballabio – oggetto di una campagna elettorale che data ormai quasi un decennio, ad altre non meno fantascientifiche, passando per il peggioramento delle condizioni dell’edificio, i dubbi sulla stabilità – associati alla collocazione sotto monte che ne mettono a rischio il futuro – per arrivare al giorno d’oggi.
Finestre e porte chiuse tristemente, qualche maceria qua e là, la sensazione se non di un totale abdel 2 giugno 1944bandono (il prato viene curato con una certa regolarità) quantomeno di una precarietà senza speranze. Sapere che questo edificio che ha fatto autenticamente la storia – battaglia del 2 giugno 1944 contro gli occupanti fascisti compresa – e per tanto tempo ha ospitato schiere di ragazzini in vacanza nella (allora) turistica località montana tra Lecco e la Valsassina, adesso è in mano ad un gommista brianzolo fa stringere il cuore. Con il massimo rispetto possibile per chi si occupa di pneumatici in Brianza, come categoria.
Dopo il fatidico Duemila, un gruppo di entusiasti studenti dell’Accademia milanese di Brera “occupò” con l’autorizzazione del proprietario una buona parte della Colonia, allestendovi una mostra d’arte varia che fece parlare a lungo e diede qualche speranza ai ballabiesi e non solo a loro. Fu la dimostrazione, nei fatti, che questo enorme stabile con decine e decine di stanze, cucine, mensa, spazi giganteschi, poteva e doveva tornare a vivere. Quadri, sculture, live performance, perfino un piccolo atelier di moda fecero pulsare quegli ambienti che adesso risultano sconsolatamente vuoti e soprattutto chiusi. Una breve ‘rivoluzione’ che come tante esperienze del genere si concluse malamente e all’improvviso. I ragazzi avevano lavorato a lungo per sistemare l’interno, dipingendo e ridattando, lavando, allestendo ambienti e spazi. Poi, di colpo così come era iniziata quella brevissima primavera terminò. Tutto finì in un batter d’occhio. Lasciando in chi aveva visitato mostre e Colonia una sensazione di rabbia e sconforto. La stessa che ogni giorno si prova passando davanti a quel grande edificio, monumento all’impotenza e al decadimento – oggi violentato da qualche idiota in cerca di emozioni forti.
E la percezione comune è che nulla e nessuno riuscirà a ridare vita a un non luogo quale è diventata la maxi struttura accanto alla Provinciale. Nel cui parco son fiorite attività sportive e poi è sorto il brutto (ma vitale) scatolone del Ventaglio. Cose che nascono, vicine a qualcosa che pare morire.
Ecco, il vero scandalo di oggi. Più ancora, purtroppo, dello stupido gesto di qualche vandalo senza rispetto.