Sono i malati che hanno bisogno del medico, diceva Gesù. Voleva far capire che lui è il medico e con la cura del suo amore e del suo perdono fa guarire i malati nello spirito cioè i peccatori, coloro che compiono il male e che spesso agiscono nell’ignoranza, come faceva Paolo e anche Matteo. La misericordia di Gesù li ha raggiunti, li ha scelti e li ha trasformati. La loro storia l’abbiamo sentita domenica scorsa.
Questo miracolo dell’amore misericordioso capace di rinnovare persone come Paolo e come Matteo, oggi lo vediamo nuovamente nella persona di Zaccheo. Lui è addirittura il capo dei pubblicani e di lui si dice chiaramente che era ricco. Certo, essere ricchi di per sé non vuol dire essere peccatori ma nel caso di Zaccheo sì! Si era arricchito rubando cioè accumulando soldi e beni presi dalla gente in modo disonesto. Questi esattori delle tasse facevano proprio così: esigevano dalla gente più del dovuto, più del necessario richiesto dall’autorità. Poi davano al governo quello che richiedeva e il resto lo tenevano per sé. Questo modo di agire noi lo chiamiamo disonestà. Agli occhi degli ebrei Zaccheo si attirava critiche e malumori anche per il fatto che, essendo sempre in contatto con i pagani considerati impuri, diventava impuro anche lui e quindi nessuno voleva stargli vicino per non contaminarsi. A noi questo interessa poco ma la sua disonestà ci dà fastidio. Possiamo capire perché tutti mormoravano contro di lui quando hanno visto Gesù entrare in casa sua. Ma si ripete il miracolo che abbiamo già visto: Gesù ha lo sguardo profondo, Gesù legge nel cuore. Mentre tutti vedevano in Zaccheo un esattore delle tasse, persona da cui tenersi alla larga, Gesù vede un figlio di Abramo. Un figlio lontano che però si è avvicinato, un figlio perso che è stato ritrovato! Un uomo che ha derubato i suoi fratelli, ora restituisce quattro volte tanto! Un uomo che compiaceva i ricchi e li trattava con
rispetto ed era indulgente e paziente con loro per tenerseli buoni mentre era duro ed esigente con i poveri. Ora invece sente compassione dei poveri e dona a loro la metà dei suoi beni. Non si dice che sia diventato povero pure lui o che sia morto di fame, si dice solo che è diventato generoso mentre prima era egoista!
Come è stato possibile tutto questo? All’inizio di tutta la storia vediamo un uomo un po’ curioso e nient’altro. Non si parla di pentimento dei peccati, di voglia di cambiare vita. Vediamo un uomo che sente parlare di un altro uomo di cui tanti parlano: Gesù. Di lui si dice che parla bene, che è un bravo maestro, che guarisce gli ammalati. Poco prima aveva guarito un cieco che aveva gridato a Gesù: “Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!”. Zaccheo non era malato o cieco o povero bisognoso di qualcosa. Stava bene così. Quindi non ha cercato Gesù perché aveva bisogno di qualcosa ma perché era semplicemente curioso come spesso capita oggi di essere curiosi dei fatti privati di attori o politici o cantanti che sono nel momento del successo. Zaccheo si sarà che chiesto se Gesù era bello o brutto, alto o piccolo come lui, simpatico o antipatico. Spontaneamente ha voluto salire su una pianta per vederlo meglio! È Gesù che sorpassa infinitamente le attese di Zaccheo: si avvicina alla pianta, non aspetta di essere chiamato, è lui che si offre di andare a casa sua, negli altri casi Gesù entra dove viene invitato, qui no! Entra nell’unica casa dove secondo la gente non sarebbe dovuto entrare. La gente mormora ma Gesù non ascolta le critiche e Zaccheo è felice. Gesù arriva perfino a parlare di salvezza come ha fatto con tanti ammalati: “Va’, la tua fede ti ha salvato!” “Oggi per questa casa è venuta la salvezza”. Zaccheo non era malato, non era povero, non aveva bisogno di niente. Ma Gesù vedeva nel suo cuore: quella semplice curiosità è piaciuta a Gesù, si è sentito cercato, anche se in un modo strano e simpatico. Immaginare un uomo piccolo di statura che corre avanti e sale su un albero ce lo rende simpatico! Questo gesto è bastato a Gesù per cogliere in Zaccheo un atteggiamento buono, l’apertura di un cuore pronto a smettere di fare il male per cominciare a fare il bene. Zaccheo era malato nello spirito! Ma Gesù l’ha guarito quando gli si è avvicinato e gli ha fatto il dono della sua presenza proprio in casa sua. Tutto è iniziato da una curiosità: poi Gesù ha compiuto il miracolo della sua misericordia! Tanto poco basta a Gesù per compiere anche in noi lo stesso miracolo della sua misericordia!
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Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone