RIFIUTI ABBANDONATI, LA LETTERA: “SANZIONI OK, UTILI ANCHE STRATEGIE DI PREVENZIONE”

Gentile redazione,
desidero offrire il mio contributo al dibattito sulla questione dei rifiuti abbandonati, nella speranza di proporre una prospettiva diversa che possa suggerire strategie più efficaci per affrontare il problema. Come evidenziano i vostri recenti articoli, e come dimostra il ripetersi ciclico di situazioni simili, è evidente che negli anni il problema non sia stato risolto.

Da un lato, è comprensibile il ricorso alle sanzioni per chi abbandona rifiuti: ben vengano queste iniziative, seppur onerose sia in termini di bonifica che di sorveglianza. Tuttavia, il fatto che il problema permanga suggerisce che tali misure, da sole, non siano sufficienti.

Dall’altro lato, mi chiedo: accanto alla “mano pesante” delle punizioni, non sarebbe utile adottare anche strategie di prevenzione che rendano meno sensato abbandonare i rifiuti? Insomma, oltre al bastone, anche la proverbiale carota.

Faccio un esempio concreto: diverse persone mi hanno parlato di difficoltà nell’accesso ai centri di raccolta perché non residenti. Alcuni erano ospiti temporanei, altri avevano solo il domicilio, altri ancora erano in attesa di trasferire la residenza o dovevano smaltire un quantitativo rilevante di rifiuti. Le regole sono chiare: solo i residenti possono accedere come privati cittadini. Ma tutti gli altri? Se, respinti, ostacolati o rimproverati, potrebbero essersi trovati di fronte alla prospettiva di percorrere decine di chilometri per conferire i rifiuti, è possibile che abbiano scelto di abbandonarli?

Non voglio giustificare chi compie questi atti – abbandonare rifiuti è e resta un reato grave e disgustoso – ma mi chiedo: chi, se avesse un’alternativa praticabile a pochi chilometri, sceglierebbe deliberatamente di sporcare l’ambiente ed esporsi al rischio di pesanti sanzioni? Chi sarebbe così stupido, pigro e disonesto? 

Capisco che possano esistere ostacoli amministrativi, ma forse varrebbe la pena trovare soluzioni per facilitare l’accesso ai centri di raccolta, come ad esempio un sistema di delega tra comuni che consenta di utilizzare i centri di raccolta anche a chi, pur non residente, si trovi a dover smaltire rifiuti sul territorio. Magari affiancato da un coordinamento degli orari di apertura tra i vari centri di raccolta così che essendo chiuso il centro di Ballabio si possa accedere a quello di Lecco o Introbio. Misure del genere potrebbero rivelarsi più efficaci ed economiche rispetto alla proliferazione di telecamere nelle strade e nei boschi.

Spero di aver offerto un contributo utile alla discussione e colgo l’occasione per ringraziarvi del vostro prezioso lavoro.

Cordiali saluti,
Alain Caltieri