DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE: PENULTIMA DOMENICA DOPO L’EPIFANIA

Paolo: ma è proprio vero che è stato un bestemmiatore? Quando e come ha bestemmiato? E che cosa vuol dire bestemmiare? È stato anche un persecutore? Chi ha perseguitato? Quante persone ha fatto soffrire? Dice anche che è stato un violento. Con chi? Quale violenza o quale crimine ha commesso? Bestemmia, persecuzione, violenza: sono tutte cose molto brutte, noi le chiamiamo crimini e in questi casi chi ne è vittima reclama la giustizia. A noi, per ora bastano le parole che Paolo dice di se stesso, ma per capire meglio la sua storia dovremmo cercare di conoscere cosa ha fatto Paolo prima di essere chiamato da Gesù Cristo. Possiamo fare questo leggendo gli Atti degli apostoli o le sue lettere. Per ora ricordiamo che da giovane era presente quando uccidevano Stefano a sassate e lui, pur non tirando sassi, approvava la sua uccisione. Eppure Dio lo ha scelto addirittura fin dal seno materno. Poi ha permesso che crescendo commettesse violenza e percorresse una strada sbagliata fino a quando il Figlio di Dio, Gesù, lo ha giudicato degno di fiducia e lo ha chiamato al suo servizio. 

Perché proprio lui? Lui che ha commesso azioni violente! Lui che era duro di cuore e testardo da non meritare proprio niente! Eppure, facendo così, cioè chiamando proprio Paolo grande peccatore (lui stesso dice di essere il primo dei peccatori) Gesù ha mostrato quanto è grande il suo cuore, “tutta quanta la sua magnanimità” e così Paolo ha potuto essere di esempio a tutti noi che crediamo in Gesù per avere la vita eterna. Però è anche vero che Paolo agiva nell’ignoranza, cioè pur facendo tanto male e facendo soffrire tante persone era convinto di essere nel giusto, era convinto di difendere Dio, era convinto che i discepoli di Gesù di Nazareth volessero distruggere la fede dei padri nella quale lui stesso e tutto il popolo di Israele erano cresciuti. A suo modo, un modo 

sbagliato, la sua intenzione era quella di difendere la vita propria e di quella del popolo. Fino a quando Dio gli ha aperto gli occhi, lo ha messo sulla via della luce e gli ha fatto vedere che Gesù è Colui che dona la vita, a lui e a tutti. Così abbiamo ascoltato oggi: “Ma mi è stata usata misericordia perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la grazia del Signore nostro Gesù Cristo ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù”. E allora proclama questa verità che è degna di fede e di essere accolta da tutti: CRISTO GESÙ È VENUTO NEL MONDO PER SALVARE I PECCATORI! 

Lui dice di essere il primo dei peccatori e noi gli lasciamo questo primato, ma dopo di lui veniamo noi tutti, peccatori veri ma salvati perché il Signore ha usato misericordia a noi come a Paolo. 

Oggi abbiamo sentito un’altra storia, un altro uomo chiamato Levi seduto al banco delle imposte. Anche lui un altro peccatore. Di per sé era un esattore delle tasse eppure era considerato un peccatore professionale perché sempre a contatto con i romani che erano pagani e poi perché era evidente a tutti che approfittava di quel posto per esigere non solo le tasse giuste ma anche soldi estorti con minacce e violenza che poi intascava personalmente. Questo lo rendeva odioso agli occhi della gente. In una situazione del genere è anche più facile fare i duri con i poveri e i deboli e fare i compiacenti con i ricchi e i potenti che è bene tenerseli amici. 

Ma Gesù mette gli occhi su di lui, gli piace, lo ritiene adatto per quello che ha in mente perché Gesù vede lontano e vede nel profondo del cuore. Lo chiama con una sola parola, un vero ordine: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì. Levi diventerà Matteo, che tutti conosciamo per il libro del Vangelo. 

Questo atteggiamento di Gesù è stato irritante per un gruppo di persone: gli scribi dei farisei, un gruppo di persone, una specie di movimento radicale nell’osservanza della legge anche noi minimi particolari. Ai loro occhi la familiarità che Gesù mostrava con certe persone come Levi e altri peccatori non andava bene. Colui che frequenta persone impure diventa impuro lui stesso. Chi frequenta i peccatori impara a peccare. Ma queste persone hanno dimenticato una cosa essenziale che è pure contenuta nella Legge antica: Dio ama il suo popolo. Dio ama ciascuno di noi perché siamo suoi figli e sue figlie. E se un padre vede i suoi figli comportarsi male certo prova dispiacere ma cerca di correggerli e fa di tutto per riportarli sulla retta via e li aspetta con pazienza. I peccatori sono malati nello spirito e nel cuore ma Gesù è il medico che li guarisce. I peccatori siamo noi e Gesù ci guarisce con la sua misericordia, come ha guarito Paolo e come ha guarito Matteo.

 

Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone