DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELLA DOMENICA DEL BATTESIMO DI GESÙ’

“Il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo”. Poco dopo si dice ancora che “tutto il popolo veniva battezzato”. Succedeva allora ciò che succede anche oggi: ci sono parole che corrono sulla bocca di tutti, ci si scambia opinioni su cose o avvenimenti che tutti sanno e di cui tutti parlano e dicono la loro. Ci sono anche sogni o desideri che sono condivisi da tutti. Chi di noi oggi non desidera che si cominci finalmente a parlare di pace e si smetta di parlare di guerra con tutti i suoi morti e le sue tragedie? Chi di noi oggi non desidera una vita più serena e più sicura? Nello stesso tempo si sente di aver bisogno di punti di riferimento chiari, di insegnamenti buoni da seguire. Un esempio bello per il mondo di oggi è Papa Francesco che è una guida non solo per noi credenti ma è un punto di riferimento anche per tante persone non credenti e di ogni estrazione sociale. 

Il popolo di cui si parla nel Vangelo di Luca era un po’ come noi oggi: era in attesa di qualcosa che si sentiva che stava per succedere ma non si sapeva bene che cosa. Si sentiva il bisogno di un insegnamento da seguire, di un orientamento da prendere. Le guide del tempo sia religiose che politiche e militari erano inaffidabili, violente e corrotte. Giovanni appariva diverso da tutti: era povero, non chiedeva soldi, parlava di Dio di cui ogni essere umano ha sete, teneva viva la coscienza di essere il popolo di Dio, ricordava le opere di Dio nel passato, ricordava le sue promesse, incoraggiava a continuare a vivere con coraggio e speranza. In Giovanni il popolo stava trovando una guida sicura e parole che lo aiutavano a vivere. Giovanni sa tutte queste cose e legge nel cuore del popolo che gli sta di fronte. Se fosse stato un uomo come tutti avrebbe sfruttato la sua popolarità per attirare la gente a sé e assoggettarla. In migliaia l’avrebbero seguito, contenti anche di sacrificarsi pur di far nascere un’epoca 

nuova. Ma Giovanni era un santo, umile e forte, che pensava solo a compiere la volontà di Dio. Era solo una “voce che grida”, cioè una persona che deve dire ad altri di prepararsi ad accogliere uno che sta per arrivare e poi ritirarsi. Questo ha fatto Giovanni. E la sua parola vale anche per noi oggi. 

Giovanni ha dato a Gesù, che era venuto da Nazareth, la stessa acqua del fiume Giordano che ha dato a tutti gli altri che, riconoscendosi peccatori, venivano a lui con il proposito di cambiare vita. Nel caso di Gesù, Giovanni ha percepito un segno dall’alto che gli ricordava l’esperienza dei profeti: loro parlavano perché ispirati dallo Spirito di Dio! E poi si è sentita una voce divina che diceva: “Tu sei il mio Figlio, l’amato”. Allora Giovanni può finalmente dire al popolo: “È Lui quello che state aspettando, è Lui quello che dovete seguire!”. 

Questo Gesù inizierà la sua predicazione in mezzo al popolo dicendo “Beati voi poveri …, beati voi che ora piangete …, beati voi che ora avete fame …”. “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi e troverete ristoro per la vostra vita”. E quando si troverà davanti una folla di migliaia di persone che lo seguivano in una zona lontana dai villaggi, provò una grande compassione perché le vedeva come “pecore senza pastore”. Poi parlò loro del Regno di Dio e alla fine provvide anche del cibo: pane e pesci in abbondanza. 

Questo è Gesù: il Figlio che il Padre ci dona perché sia il fondamento della nostra vita, il centro attorno a cui ruota tutto. L’apostolo Paolo parla di Lui come il fondamento, la pietra d’angolo di una costruzione che cresce ben ordinata e solida. Nel profeta Isaia è stato chiamato “principe e sovrano sulle nazioni”. Il destino di Gesù è anche quello di essere Colui al quale accorrono tutte le nazioni, come dice il profeta. Questa cosa a noi non è dato di vederla al giorno d’oggi. Sembra che il mondo vada da tutt’altra parte. Il cammino sembra ancora molto lungo prima che si avverino queste parole. 

Ma nella nostra vita personale siamo noi a compiere le nostre scelte. Il Padre ci presenta il suo Figlio amato e ci dice: “Ecco il mio Figlio! Lui è tutto per me, ora lo dono a Te: ascoltalo, seguilo, fai quello che Lui ti dice, Lui ti ama e vuole stare con te, rispondi al suo amore e stai sempre con Lui”. Ecco cosa vuol dire avere una vita solida, stabile, forte: abbiamo ricevuto il fondamento dell’edificio che è la nostra vita, il centro attorno a cui ruota tutto il resto. È l’amico, il fratello, il pastore, la guida: è Gesù. 

Salga dal nostro cuore una profonda riconoscenza per il grande dono ricevuto: Dio ha voluto donare a noi il Suo Figlio, come Maestro di vita e come Amico e Fratello! 

Questo è il dono che supera infinitamente tutti gli altri!


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Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio e Morterone