C’è un fatto che si sta verificando in questi giorni: si torna a scuola! Ma proviamo a guardare ai bambini più piccoli, quelli della prima classe elementare: perché vanno a scuola? Nessuno di loro va a scuola perché è consapevole dell’importanza della cultura e neanche dell’importanza di un titolo di studio in vista di un lavoro, quando sarà diventato grande. Un bambino di sei anni va a scuola perché la mamma lo porta e lo affida all’insegnante. Forse si è già informata prima per vedere se l’insegnante è brava, poi avrà detto al bambino di non avere paura, e infine viene il momento in cui la mamma AFFIDA il bambino all’insegnante e lei se ne va. Sa di averlo messo in buone mani e sa che quanto sta facendo è un bene per il bambino. La mamma ha reso TESTIMONIANZA all’insegnante, cioè ha parlato bene di lei al suo bambino e per questo glielo affida. Questo fatto così semplice può spiegare un mistero grande che ci riguarda.
Colui che ci ha dato la vita e che chiamiamo PADRE, parla a noi non tanto usando lingue particolari o suscitando pensieri ben chiari da poterli scrivere ma mettendo dentro di noi una specie di attrazione verso qualcun altro: questo QUALCUN ALTRO è il suo Figlio che Lui da sempre genera ed è eterno. Entrando nel nostro mondo riceve il nome di Gesù che vuol dire Salvatore. C’è una speciale e profonda somiglianza tra Gesù e ciascuno di noi, una profonda sintonia. Conoscere Gesù è scoprire che c’è qualcuno prima di noi, accanto a noi che ci
assomiglia in tutto, che può insegnarci a vivere, che ci protegge quando siamo nei pericoli, che ci guida nel cammino della vita. Veramente Gesù è il nostro fratello maggiore. Quando diciamo la parola IMMAGINE ci deve venire in mente tutto questo. Noi siamo stati fatti a immagine di Gesù: Dio ha voluto avere tanti figli, tutti somiglianti al suo Figlio eterno Gesù. Ecco il significato profondo della parola di oggi: “Anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me”. E il Padre continua anche ora a far sì che guardiamo a Gesù come un fratello maggiore da imitare, da seguire, da ascoltare, da amare. Domenica scorsa Giovanni Battista ci ha parlato di Gesù come uno sposo, innamorato della sua sposa che siamo tutti noi. C’è un rapporto di amore intenso che ci lega.
Ma questo è proprio vero? Si tratta di un amore ben corrisposto da parte nostra? Per noi che ascoltiamo la sua parola speriamo di sì!
Eppure oggi abbiamo sentito molti lamenti e rimproveri di Gesù. Stava parlando ad alcune persone che non accettavano il modo di agire di Gesù, non coglievano l’amore che c’era nel suo cuore. Aveva guarito un ammalato in giorno di sabato e loro l’hanno subito criticato e l’hanno preso come un sovvertitore, uno che reca disturbo, uno che disobbedisce alle sane tradizioni. Come mai non sono stati contenti di vedere che un ammalato ritrova la salute? È una cosa semplicissima per noi oggi. Ma questo non è avvenuto per loro. Gesù ci dice la ragione per questo comportamento quando dice: “Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio”. Non c’era l’amore nel loro cuore: questo fatto li ha resi ciechi e insensibili, incapaci di gioire nel vedere che un ammalato ritrova la salute e sta bene. Per questo rifiutano Gesù. E Lui dice: “Voi non volete venire a me per avere vita. Io sono venuto nel nome del Padre e voi non mi accogliete”.
Tutto questo avviene anche oggi: sono in tanti ad accogliere Gesù come un maestro e un fratello maggiore che ci dona una vita nell’amore, nella gioia e nella pace ma sono anche in tanti che lo rifiutano, gli sono indifferenti, si dimostrano suoi avversari o addirittura lo combattono. Certo, ci dispiace constatare questo fatto. Però dobbiamo sapere che capita nella vita di tante persone riavvicinarsi a Gesù e cominciare ad amarlo anche dopo un lungo periodo di durezza e di rifiuto! L’amore di Dio opera davvero tante meraviglie! Basta ricordare l’esempio dell’apostolo Paolo che prima aveva combattuto contro Gesù e i suoi fedeli, poi è stato chiamato, illuminato e ha compreso quanto fosse grande l’amore di Gesù per lui, e ha risposto in modo totale al suo amore!
Don Benvenuto Riva
Parroco