DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELLA TREDICESIMA DOMENICA DOPO PENTECOSTE

Per esempio nel libro del profeta Isaia Dio dice: “Ho chiamato Ciro, mio figlio”.Ciro non si è formato alla scuola della Legge che avevano gli ebrei, ma era sapiente e buono di quella bontà che hanno tutti gli esseri umani, ma purtroppo tanti, compresi i re e i potenti, la soffocano sotto il peso delle passioni, dei cattivi sentimenti e di una cattiva educazione.La Bibbia ci dice che quella saggezza e lungimiranza di cui Ciro era dotato veniva direttamente da Dio.Ciro non se ne rendeva pienamente conto ma Dio agiva in Lui per il bene di Israele suo popolo e per il bene di tutti i popoli.Sì, perché il piano di Dio era quello di preparare per il suo Figlio “un popolo ben disposto” ad accoglierlo.Pensiamo a tutte le persone semplici, fedeli, buone, povere che hanno accolto Gesù nella loro vita e che ascoltiamo nella lettura dei vangeli.Ciro è stato uno strumento molto docile nelle mani di Dio: in un periodo durato circa settanta anni il popolo ha capito di avere sbagliato nell`avere dimenticato Dio e nel non avere messo in pratica i suoi comandamenti di vita.

A Babilonia si è pentito, è ritornato a Dio, ha ascoltato la parola dei profeti inviati da Dio: ora è pronto a ritornare a Gerusalemme e iniziare una nuova vita.È il re Ciro che li rimanda a casa, nella loro terra, ma così facendo favorisce l`attuazione del piano di Dio. Eppure dal punto di vista religioso è un pagano, avrà seguito i suoi dei e le sue credenze religiose. Ma noi ammiriamo la grandezza di Dio che legge nel cuore degli uomini e conosce se sono docili alle sue ispirazioni e ai suoi suggerimenti o se sono duri e ribelli.Dio non si dava pensiero del fatto che Ciro andasse ai suoi templi e seguisse le sue convinzioni antiche sulle divinità che avrà imparato anche lui dai suoi padri.Questo lo si può dire anche del soldato romano che essendo in Palestina era in terra straniera, lontano da casa e viveva in mezzo a un popolo ostile.Lui non conosceva il Dio di Mosè e dei profeti.

Ma rispettava profondamente la religione degli altri, anzi nel caso di Israele avrà intuito che lì c`era qualcosa di grande.Sentendo parlare di Gesù intuisce e sente che lui può guarire il suo servo.Sapendo che gli ebrei non possono entrare nelle case dei pagani perché altrimenti diventerebbero impuri, dice a Gesù di guarirlo a distanza.Addirittura una fede grande, una fede che lui avrebbe desiderato trovare all`interno del popolo di Israele ma non l`aveva ancora trovata.Nel caso di questo soldato straniero la fede che Gesù cercava l`ha finalmente trovata!Impariamo invece ad ammirare la grandezza di Dio che ama tutti e che come dice il profeta Isaia “si manifesta a quello che non chiedono di lui”.


Don Benvenuto Riva

Parroco