Gesù entrò in un tempio diverso da quello costruito da Salomone, il quale è stato distrutto dai Babilonesi nel 587 a.C. Questo tempio più modesto verrà distrutto dai Romani nel 70 d.C. Durante i giorni pasquali, molti stranieri e pellegrini si recavano a Gerusalemme per la festa. Gesù venne accolto festosamente dalla folla mentre saliva su un asino. Tuttavia, la sua preoccupazione principale non era la pratica di compiere doveri tradizionali, ma l’incontro con il Padre nel luogo santo del tempio.
Il tempio rappresentava un luogo sacro dove molte persone pregavano con fede, riflettevano sulla presenza divina e celebravano l’alleanza con Dio. Tuttavia, Gesù non approvava le barriere poste dai custodi della tradizione che impedivano a donne, stranieri e malati di avvicinarsi a Dio. La sua azione violenta contro i soldi e gli oggetti nel tempio era una critica a coloro che si lasciavano distrarre dal denaro anziché concentrarsi sull’incontro spirituale.
Durante i suoi ultimi giorni a Gerusalemme, Gesù insegnava nel tempio e affrontava coloro che cercavano di ostacolarlo. I poveri si avvicinavano a lui senza timore, mentre gli scribi e i sacerdoti gli tendevano trappole. Gesù lanciò una sfida dicendo che il suo corpo martoriato sulla croce era il vero tempio dove Dio dimorava con amore.
Nonostante la confusione degli scribi e dei sacerdoti, Gesù accettava la sincerità e la verità espressa anche dai più semplici come i fanciulli che lo acclamavano. Anche se non erano pienamente consapevoli, Gesù rispettava la loro genuina devozione.
Gesù rimase a Gerusalemme per i suoi ultimi giorni terreni, dormendo nel giardino degli ulivi di notte e insegnando nel tempio durante il giorno. Affrontò le minacce dei capi religiosi ma mantenne la sua missione di rivelare l’amore del Padre per tutti gli esseri umani. Inoltre, annunciò che il suo corpo sarebbe stato il vero tempio risorto in tre giorni, sottolineando così la presenza divina e l’amore redentore per l’umanità.
Don Benvenuto Riva
Parroco