DROGA, DIPENDENZA, FRAGILITÀ: SERATA INFORMATIVA DI BALLABIO FUTURA, IL SINDACO RINGRAZIA

BALLABIO – Nonostante le condizioni climatiche avverse inizia la serata sulle droghe presso la sala consigliare di Ballabio, con l’obiettivo di portare esperienza anche ai meno ferrati, raccontata da Simone Feder psicologo e don Diego Fognini che lavorano entrambi in comunità, a Rogoredo. Si parte con una breve lettura introduttiva “Tutti cerchiamo di essere felici, solo che il tossico sa esattamente cosa deve fare e gli altri procedono a tentativi”.

Feder prende poi la parola, contento di essere qui pone l’attenzione sul reale problema: “Non dove viene presa la droga, ma perché viene presa, questa è la domanda da porsi”. Continua poi parlando di come malattie da ansia, depressione, autolesionismo sono aumentate, portando alla luce quanto siano i giovani ad essere più fragili: “Quattro dei ragazzi in comunità sono quattordicenni”, ricordando un colloquio con uno di loro che ha avuto la prima overdose a dodici anni coi farmaci.

Il disagio dei tempi d’oggi è sempre più dirompente, “è la relazione che ci permette di entrare nel disagio “. prosegue poi focalizzando come il degrado e le opportunità che i ragazzi hanno portino alle scelte di chi si perde. Il mondo accademico è distante rispetto all’attualità.

Il testimone passa al don, che ha insegnato per quarant’anni nelle scuole. “Bisogna imparare ad essere felici, la dipendenza riguarda tutti ed è un problema di tutti. La dipendenza è non stare bene, non la si cerca”. Alla luce problematiche di ragazzini che fanno uso di psicofarmaci per sostenere lo stress della scuola. Ha aperto una comunità a Morbegno, dal ’91. All’inizio si lavorava dapprima col cocainomane o l’eroinomane e ora tutto è cambiato: “Diventa difficile, perché adesso hanno un’autostima così bassa che bisogna sostenerli e farli sentire importanti, costantemente”.

“La resilienza deve essere la cosa bella e importante per ognuno di noi e di questi ragazzi. Si tende a curare più che a curarci di loro”. Don Diego poi procede raccontando aneddoti e vissuti che rendono l’idea di quanto sia forte e impegnativo affrontare la sofferenza delle altre persone: “Bisogna ricordarsi che il problema deve essere risolvibile da una “famiglia sociale”. Quindi anche avvalendosi della macchina amministrativa di un paese”. E propone di far spendere al Comune soldi per i giovani – per preservare la comunità che verrà. Molto sentita dai partecipanti la presentazione, che si è conclusa con il ringraziamento del sindaco Giovanni Bruno Bussola ai due volontari di Rogoredo e alla minoranza consiliare – a cui si deve l’organizzazione della serata.

Chris Anelli Manzoni