DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE: OTTAVA DOMENICA DOPO LA PENTECOSTE

Oggi ci vengono donate alcune parole che sono certamente tra le più importanti di tutto il Vangelo. Eccole: “Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi li opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra di voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra di voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.Gesù si trova a Gerico, una città nella valle del Mar Morto, ed è in viaggio verso Gerusalemme. Mancano poco più di 40 chilometri da percorrere, tutti in salita e in una zona disabitata e desertica. Gesù sa benissimo cosa lo aspetta a Gerusalemme. È vero che sarà accolto con gioia da una folla esultante e i bambini lo acclameranno “figlio di Davide” ed entrerà in città seduto su un asino come un re di pace, ma presto verrà il giudizio di condanna, la flagellazione e la morte in croce. Allora Gesù ha voluto preparare i suoi discepoli a capire che ciò che stava per succedere non sarebbe stato un destino avverso o una disgrazia dovuta alla forza del male.Gesù ha voluto offrire una chiave per comprendere rettamente quello che stava per succedere.

La chiave è un piccolo oggetto che non ha bisogno di essere spiegato: tutti l’abbiamo e tutti ne conosciamo l’importanza. Se la perdiamo o la dimentichiamo, restiamo fuori casa.Abbiamo bisogno di una chiave speciale che ci aiuti a capire quello che sta per succedere e oggi Gesù ce la offre ed è questa: Gesù ci ama e per questo ci dona la sua vita. Si mette a nostra disposizione proprio come i servi sono sempre a disposizione dei loro padroni. Così è Gesù per noi e propone a noi, se vogliamo, di fare come Lui. Noi siamo vivi perché qualcuno ci ha donato la vita. Anche noi dunque dobbiamo donare la vita ad altri e in questo dono Gesù è il nostro modello che vogliamo seguire e imitare. Le parole di oggi avranno il loro culmine la sera dell’ultima cena quando Gesù dirà: “Prendete e mangiate, questo è il mio corpo …, prendete e bevete, questo è il calice del mio sangue …”. “Ecco, io vi dono la mia vita!”.Oggi compare anche la parola: “In riscatto per molti”. Sì, perché noi siamo sotto il potere del male, dell’egoismo, della cattiveria, del dominio sugli altri, della violenza. Gesù, donandoci la sua vita ci porta con sé sulla via del dono, della gratuità, del servizio, della bontà, della tenerezza. Gesù ci invita a distaccarci dal mondo e dal suo modo di agire:parla dei governanti e di tutti gli altri che seguono la via della violenza e dell’oppressione.

Li vediamo anche noi tutti i giorni i frutti dell’odio, dell’egoismo d della violenza delle armi. Gesù ci invita a essere diversi: “Tra voi però non è così …”. Il primo richiamo l’ha fatto ai dodici apostoli perché tutti volevano diventare grandi e importanti e volevano comandare per essere serviti e rispettati. Invece li invita a essere servi e a donare la propria vita. La parola di Dio che abbiamo ascoltato ci offre altri due esempi: il primo negativo e l’altro positivo. Quello negativo è l’esperienza del popolo di Israele dopo la morte di Giosuè: dimenticanza dell’alleanza con Dio e delle sue parole di vita che sono i comandamenti che parlano di amore per Dio e per il prossimo. Loro invece hanno preferito cercare la vita imitando i popoli vicini che facevano riti e pratiche strane e magiche per ottenere la fecondità dei campi e dei greggi e pensavano di vivere grazie all’accumulo delle ricchezze materiali.

L’altro esempio, positivo, è quello di Paolo che ha rivolto ai cristiani di Tessalonica parole di grande affetto per dire che donando a loro la parola del Vangelo si è fatto loro servo, anzi preferisce paragonarsi a un padre e a una madre che hanno dei figli e che si prendono cura di loro.Questo atteggiamento di servizio e del dono quotidiano della nostra vita deve essere la luce che illumina e orienta tutte le nostre scelte nella vita familiare, nella vita della comunità e nella vita sociale, nei nostri rapporti con tutti.


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio e Morterone

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