DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE: TERZA DOMENICA DOPO LA PENTECOSTE

Nel salmo che abbiamo pregato dopo la prima lettura, il salmo 8, abbiamo usato queste parole: “Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi: tutte le greggi e gli armenti e anche le bestie della campagna”. A chi è stato dato un grande potere? Chi sta al di sopra di tutte le creature? Si sta parlando di noi, degli esseri umani, diversi da tutte le altre creature. Sì, c’è qualcosa che ci rende simili a tutta la natura che vediamo attorno a noi. Mangiamo e beviamo come fanno anche tutti gli animali, ma c’è qualcosa d’altro che ci rende profondamente diversi, anzi senza paura dobbiamo dire “superiori” a tutto il creato. Che cosa abbiamo di particolare che ci rende grandi? Chi siamo noi? E anche questa domanda la troviamo nella stessa preghiera che abbiamo detto: “Che cosa è mai l’uomo, perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi?”. Ma questa domanda su noi stessi nasce, dopo avere guardato gli uccelli del cielo e i fiori dei campi, come ci ha detto Gesù domenica scorsa, oppure “quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo …?”. 

La risposta a questa domanda noi, per grazia di Dio, ce l’abbiamo già. È ancora fresca in noi la memoria delle grandi feste che abbiamo celebrato: a Pasqua abbiamo visto come il Figlio di Dio, che si è fatto uno di noi incarnandosi in Maria, è morto sulla croce e ha versato il suo sangue proprio perché siamo preziosi ai suoi occhi e non ha voluto che ci perdessimo nel male ma ha voluto insegnarci la via dell’amore. Risorto da morte e Signore dell’universo ci ha donato lo Spirito Santo (il dono della Pentecoste) per unirci a Lui e renderci in tutto come 

Lui, figli di Dio. Però noi siamo come degli studenti che anche dopo avere studiato ed essere stati promossi con bei voti sono pronti a dimenticare anche le cose più importanti e allora hanno bisogno di ripassare le lezioni e di tenere sempre fresca la memoria. 

Così, oggi ci fermiamo a guardare la sapienza e l’intelligenza di Dio 

creatore che ha voluto pensare a noi. Semplicemente vogliamo chiederci: Perché ha voluto pensare a noi? E in che modo ci ha pensato? Come ci ha voluto ? Alla fine, chi siamo veramente noi? La parola di Dio che abbiamo ascoltato oggi sembra accennare alcune risposte che riguardano la bellezza del progetto di Dio: 

essere uomini e donne, essere chiamati a vivere insieme e non da soli, a formare una famiglia, a vivere nel dialogo continuo con Dio che ci ha creati e con gli altri in vera fraternità. Tutto questo è molto bello e noi dobbiamo essere felici di far parte di questo ordine di cose. 

Fermarci a pensare e contemplare nella sua bellezza il piano di Dio su di noi è sempre molto utile per la nostra vita. Anche se non siamo cattivi, rischiamo di essere distratti e superficiali. È facile accontentarci di poco: un po’ di salute e la soddisfazione di qualche desiderio che ci appaga per qualche momento o qualche periodo. Siamo felici per qualche giorno poi tutto passa in fretta. E si cade nell’abitudine o nella noia. Allora nasce la solita domanda: Perché? Cosa è la vita? Vale proprio la pena vivere? Questo è il frutto della dimenticanza. Dimentichiamo chi siamo, da chi siamo stati fatti e perché siamo stati fatti così, dimentichiamo facilmente da chi veniamo e dove stiamo andando, e non solo perché possiamo essere superficiali ma anche, a volte, per le eccessive preoccupazioni e i troppi impegni. Invece siamo grandi e fatti per le cose grandi. 

Già il profeta Osea, nell’ottavo secolo prima di Cristo, scriveva: “Chiamati a guardare in alto, nessuno sa sollevare lo sguardo!”. Come sintesi di questa riflessione possiamo ricordare quanto ha scritto s. Agostino proprio riflettendo sulla propria vita: “Tu, o Dio, ci hai fatti per Te e il nostro cuore sarà sempre inquieto finché non riposa in Te!”. È una di quelle poche frasi di sapienza che si farebbe bene a ricordare a memoria per tutta la vita.

 

Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone

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