DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE: 7ª DI PASQUA

Anche oggi, che è l’ultima domenica del tempo pasquale, la parola di Gesù ci chiede di guardare in alto , verso Dio, e nella profondità di noi stessi: vuole farci conoscere chi è Dio e chi siamo noi stessi e perché siamo in questo mondo. Insomma le verità più grandi della nostra vita. Le parole che abbiamo ascoltato sono solo una parte della preghiera di Gesù poco prima del suo arresto nel giardino degli ulivi. Un’altra parte l’abbiamo ascoltata due domeniche fa, quando ci diceva di non meravigliarci se troviamo opposizioni e ostilità nel mondo perché anche Lui, Gesù, è stato perseguitato e disprezzato da tanti nemici. 

Ora cerchiamo di comprendere profondamente le parole che Gesù rivolge al Padre pensando a noi. Gesù mostra di essere preoccupato per noi perché conosce benissimo, molto meglio di noi, la difficoltà di vivere in questo mondo: noi pensiamo facilmente alle difficoltà quotidiane e facciamo bene. Ma Gesù conosce molto più di noi la potenza del male che opera in questo mondo e colui che per orgoglio si è ribellato a Dio e vuole trascinare anche noi nella sua ribellione: è Satana, l’accusatore, il menzognero, l’omicida, colui che vuole distruggerci e per farlo ci presenta prima il male in una forma allettante e piacevole pur di attirarci a sé e allontanarci da Dio. Gesù conosce molto più a fondo di noi la sua cattiveria e il suo odio, noi rischiamo di essere un po’ ingenui e distratti su questo punto. E poi consideriamo l’ora davvero drammatica che stiamo vivendo in questo momento della storia. Sentiamo di aver bisogno di protezione e di guida, non sappiamo cosa ci aspetta domani, l’anno prossimo, nel prossimo futuro. Pregando per noi e pensando a tutti i pericoli che possiamo incontrare, pensando alle nostre paure e incertezze Gesù chiede al Padre di CUSTODIRCI e di donarci la sua PROTEZIONE. E siamo ben custoditi e protetti quando viviamo in Lui, quando ci affidiamo a Lui e sappiamo che la nostra vita è nelle sue mani. Quando Gesù dice “il tuo nome” si riferisce alla persona. “Padre santo, custodiscili nel tuo nome”. 

L’altra richiesta che Gesù fa al Padre per noi è: CONSACRALI. Per comprendere meglio questa parola possiamo ricordare un gesto abituale dei pastori di greggi, un gesto normale anche oggi. Il pastore guarda il gregge e poi fa una scelta, mette da parte qualche capo di bestiame per destinarlo a qualcosa di speciale. Se deve fare un dono o, come in passato, doveva donarlo a Dio, sceglieva degli agnelli particolarmente belli. Essere messi da parte e scelti dal gregge voleva dire: appartenere a Dio e dunque essere santificati. Ora Gesù parla di noi al Padre: ci vede belli, ci vede separati dal mondo, desidera che ci manteniamo puliti, buoni, onesti, in una parola: santi! Come si fa ad essere così in un mondo così sporco e cattivo? Mantenendoci nella parola del Padre. “Consacrali nella verità. La tua parola è verità”. Noi dobbiamo essere ascoltatori della PAROLA, non di tante parole inutili, spesso fastidiose e tante volte rumorose. Noi dobbiamo cercare, ascoltare, vivere la Parola del Padre, e la Parola del Padre è Gesù stesso e tutto quello che Lui ci ha detto. 

E perché Gesù ha chiesto al Padre questi due doni? Ce lo dice chiaramente: “Perché siano una cosa sola, come noi”. Parole bellissime sulle quali vale la pena meditare. Essere una cosa sola non vuole assolutamente dire essere tutti uguali. Ciascuno di noi ha la sua personale identità. Ciascuno di noi ha le sue qualità e capacità che altri non hanno. Siamo tutti originali e veramente unici. Le differenze le dobbiamo valutare come possibilità di arricchirci gli uni gli altri e non vanno viste come negative. Si crede di cercare la giustizia dicendo che quello che si fa per uno lo si deve fare per tutti. Uno dei martiri di Algeria, Christian de Chergé, beatificati nel 2018, ha scritto nel suo testamento: “La gioia segreta dello Spirito è stabilire la comunione, giocando con le differenze”. 

Pensiamo a quante differenze noi constatiamo tra grandi e piccoli, tra uomini e donne, tra cittadini e stranieri, tra ricchi e poveri, tra un popolo e un altro: spesso le tolleriamo con fatica e vorremmo superarle mentre invece è tutto voluto dallo Spirito Santo che vuole fare di noi tutti, giocando con le nostre differenze, un vero capolavoro, un capolavoro di unità e di amore. E tutto questo avviene perché possiamo essere ricolmati di gioia, secondo la promessa di Gesù: “Dico queste cose perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia “.

 

Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone

Scarica il foglietto degli avvisi -> 20MAGGIO 2024.3