Nelle parole che abbiamo ascoltato riusciamo a intravedere i primi passi di una lunga storia: è la storia dei primi credenti in Gesù e quindi è anche la nostra. Noi siamo i credenti del tempo attuale e veniamo circa duemila anni dopo i primi discepoli che hanno creduto in Gesù. Vediamo dunque cosa è successo.
All’inizio, cioè quando Gesù è stato messo in croce, i discepoli si sono dispersi e anche quando Gesù è stato visto vivo perché risorto da morte, i discepoli erano riuniti ed erano pieni di paura perché pensavano che i nemici di Gesù, una volta eliminato il maestro, sarebbero venuti a cercare anche i suoi discepoli. Quando finalmente di sera vedono Gesù sono ricolmi di gioia ma anche di turbamento e di dubbi. L’esperienza di Tommaso è molto significativa: le sue parole e i suoi tentennamenti possono riassumere un po’ tutte le nostre fragilità e le nostre fatiche nel cammino della fede. Però a tutto questo Gesù risponde con il saluto della pace e del perdono. Gesù dona lo Spirito Santo e rinnova ai suoi amici tutta la sua fiducia e il suo amore. In quei momenti Gesù pensa anche a noi e a tutti i discepoli che sarebbero venuti negli anni a seguire: ci chiama beati perché crediamo in Lui e gli affidiamo la nostra vita pur senza averlo visto. Lo seguiamo e lo amiamo sulla base delle parole di coloro che ce ne hanno parlato, e al primo posto mettiamo i nostri genitori come i primi annunciatori di Gesù a ciascuno di noi.
Nelle settimane e nei mesi che seguono il gruppetto dei discepoli con alcune donne, cresce sempre più fino a diventare qualche centinaio e poi qualche
migliaio di persone che vivono a Gerusalemme e nei dintorni. Ogni tanto succede qualche fatto particolare che attira l’attenzione di tutti. Per esempio quello che abbiamo sentito nella prima lettura: un mendicante, infermo, viene guarito da Pietro ma nel nome di Gesù! Dunque è sempre Gesù che guarisce e salva ma lo fa attraverso la parola e le azioni dei suoi discepoli. Chi si è dato tanto da fare per eliminare Gesù e ha perfino pagato le guardie del sepolcro per ottenere il loro silenzio a proposito della risurrezione di Gesù, si trova ora di fronte a nuovi problemi. Dicono: “Che cosa dobbiamo fare a questi uomini? Un segno evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che non possiamo negarlo”. Insomma capiscono che la situazione sta sfuggendo di mano e cominciano a preoccuparsi. Eliminare un uomo come un disturbatore può sembrare facile ma adesso si tratta di eliminare un movimento di popolo e non è facile. E allora ricorrono a proibizioni e minacce. Poi seguono gli arresti e la prigione. Arriveranno anche le prime punizioni con la morte come per Stefano e per Giacomo e questa storia arriva fino ai nostri giorni.
Anche ai nostri giorni in tutto il mondo la comunità dei credenti annuncia il nome di Gesù come l’unico nome “nel quale è stabilito che noi siamo salvati”. Annunciando questo nome succedono oggi le cose che sono già successe ai tempi degli apostoli: chi detiene il potere si preoccupa perché intuisce che le parole di Gesù sono davvero rivoluzionarie e sono capaci di portare cambiamenti radicali e quindi di nuocere a chi ha forti interessi che non vogliono perdere. E allora ricorre prima a facili persuasioni, poi a minacce verbali, poi alla violenza. Ma noi non ci meravigliamo di tutto questo: è già successo e succederà ancora.
E nonostante questo continuiamo a perseverare nella nostra fede anzi ci sentiamo benedetti (i nostri padri dicevano: “eletti” e “prescelti”) perché sperimentiamo in noi stessi che veramente Gesù risorto da morte è la nostra “pietra” cioè il fondamento su cui costruire la nostra vita: “in nessun altro c’è salvezza!”.
Basta fermarsi un pochino a pensare ai nostri giorni e agli anni che vanno verso la fine e pensare alla facilità con cui siamo pronti a fare il male, spesso anche senza che ne abbiamo piena coscienza. Ebbene, Gesù è colui che ci promette la vita eterna e in questa vita ci dà la grazia, la forza e la luce per conoscere il bene e per vivere nell’amore. È proprio vero che solo Lui, Gesù, è il nostro Salvatore!
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone
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->14 APRILE 2024.1-1