DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE NELLA DOMENICA DELLE PALME

“Era vicina la Pasqua …”. E quando si avvicina una grande festa fervono i preparativi. È così anche per noi in questi giorni. Il racconto di oggi ci dice quello che è successo a Gesù in giorni come questi. Ci appare un clima molto drammatico e buio, paragonabile all’addensarsi di nuvole sempre più minacciose prima che scoppi il temporale.

Si parla prima di tutto di “molti che salirono a Gerusalemme per purificarsi”. Sono i pellegrini, devoti israeliti fedeli alle loro tradizioni. Anche Maria e Giuseppe, con Gesù, salivano a Gerusalemme tutti gli anni per la festa di Pasqua. Luca ci ha tramandato il ricordo di quando Gesù dodicenne, in quell’occasione, si è perso ed è stato ritrovato dopo tre giorni di angoscia. Quei pellegrini sentono parlare di Gesù: ha guarito un cieco, ha addirittura risuscitato un morto! Allora desiderano vederlo e vogliono vedere anche Lazzaro! Che cosa è tutto questo? Noi non lo sappiamo ed è difficile giudicare. Forse per tanti si tratta di pura curiosità ma per qualcuno si dice che a causa di Lazzaro se ne andavano, cioè superavano la vecchia religiosità fatta di compimento di riti e tradizioni e “credevano in Gesù” cioè si avvicinavano a Lui e cercavano di conoscerlo meglio e si lasciavano un po’ coinvolgere da Lui.

Poi ci sono i capi dei sacerdoti cioè le autorità del tempio. I custodi delle fede di Israele, quelli che vigilavano che tutto andasse bene e che le sacre tradizioni venissero rispettate per il bene e il futuro del popolo intero. Sono i personaggi più duri insieme ai farisei: decidono di uccidere uno come Lazzaro,malato, morto e sepolto e poi risuscitato da morte per opera di Gesù. Come si può essere così duri di cuore? Per loro Gesù è un malfattore, un disturbatore e un delinquente. Lo cercano per poterlo arrestare e invitano la gente a collaborare nel cercarlo perché in quei giorni era introvabile. Ed era vero perché si era allontanato dalla città e si era rifugiato in un luogo deserto per non farsi trovare.

Ma in questo clima così cupo c’è una famiglia che gli è cara e che organizza una festa in suo onore: vuole dirgli un grazie per il dono ricevuto. Marta, Maria e Lazzaro sono felici perché Gesù li fa ritrovare insieme dopo che Lazzaro si era ammalato ed era morto. Gesù l’ha risuscitato ed ora sono di nuovo insieme! Non si tratta di una celebrazione come la festa di Pasqua, è semplicemente una festa di famiglia, è la gioia di essere di nuovo insieme. Per queste cose Gesù si fa trovare e gioisce nell’essere presente e condividere le nostre gioie. In questo clima di festa di famiglia Maria si lascia andare e non bada a spese: ha un profumo molto prezioso, il puro nardo, valutato come il guadagno di un anno di lavoro. Lo usa tutto quella sera, e solo per Gesù!

Spiace che un discepolo di nome Giuda non capisce che dietro quel gesto c’è tanto amore. In quel momento Giuda non aveva il cuore aperto all’amore: né per Gesù né per i poveri. Aveva i suoi pensieri, condivisi da molti, circa il Messia trionfatore e collaborava ad organizzare un incontro tra Gesù e le autorità. Non condivideva la via di Gesù mite e buono ma anche un po’ ingenuo e debole. E anche Gesù , rivolgendogli la parola, sembra assecondarlo: è vero, quel profumo non va sciupato e usato smoderatamente, va conservato e usato bene: infatti c’è una sepoltura in vista ed è proprio la sua, di Gesù. Gesù lo sa benissimo ma essendo giunta la sua ora, non fugge più. Al momento giusto si farà prendere e arrestare, ma è Lui che decide di farsi prendere perché è LUI che vuole donare la sua vita a tutti noi.

Anche quando la notte è molto buia a causa di tanta cattiveria e violenza e durezza di cuore,c’è sempre la possibilità, se si vuole, di compiere un gesto di amore puro e di affetto sincero come quello di Maria verso Gesù e come quello di Gesù nell’accettare un invito a cena e fare festa pur avendo il cuore molto turbato per tutto quello che stava per succedergli. Questo deve essere vero anche nella storia di ciascuno di noi e delle nostre famiglie. Non solo. Anche nel momento buio che stiamo attraversando in questi tempi nel mondo intero. Preoccupiamoci di compiere gesti personali di amore. Poi penserà Dio a servirsene per orientare al bene la storia del mondo.

 

Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone

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