Il cuore di queste parole del Vangelo è “il regno dei cieli”. Solo per un motivo di rispetto per il nome di Dio si dice “cieli” invece di Dio, ma noi possiamo tranquillamente parlare di regno di Dio. È qualcosa di misterioso, tanto è vero che molto spesso Gesù ha iniziato il suo insegnamento ai discepoli e alle folle dicendo: il regno di Dio è simile a un uomo che va a seminare, è simile a una rete gettata in mare, è simile a un campo, è simile a una donna che impasta la farina, è simile a una festa di nozze, ecc. Tanti, forse tutti, aspettavano il regno di Dio ma a partire dalla propria condizione o anche dai propri desideri. I nazionalisti aspettavano il regno di Dio come a quel momento in cui Dio avrebbe cacciato via gli stranieri, i poveri come l’inizio un cambiamento della loro condizione, gli oppressi come un momento in cui Dio stesso li avrebbe risollevati e avrebbe reso loro giustizia. Perfino dopo la risurrezione gli apostoli hanno chiesto a Gesù se fosse quello il momento in cui avrebbe restaurato il regno di Israele contrapposto a tutti gli altri regni umani. Ma Gesù dice: “Non spetta a voi conoscere i tempi che il Padre ha riservato a sé”. In altri momenti Gesù ha detto che il regno di Dio non è qualcosa di cui si possa dire: “Ecco, è lì! Eccolo là! No. Il regno di Dio è dentro di voi!”. Questa parola è fondamentale per noi. Non cerchiamo dunque il regno di Dio in un cambiamento di epoche storiche, in rovesciamento di governi, in future epoche di pace ma cerchiamolo dentro di noi. Quando Gesù manda in missione i suoi discepoli dice loro: “Andate dai malati e dite loro: è vicino a voi il regno di Dio!” come a dire: perfino una situazione difficile come la malattia è l’occasione buona per fare posto a Dio nel proprio cuore perché si è pazienti, umili, sofferenti, limitati, poveri e Dio si prende cura dei poveri e degli oppressi, ascolta il loro grido e li salva.
Perché allora Giovanni che battezzava al fiume Giordano annunciava: “Il regno di Dio è vicino!”?. Perché sentiva che Gesù, che lui ancora non conosceva perché erano cresciuti in posti diversi, si stava manifestando pubblicamente e proprio nella persona di Gesù Dio si stava facendo vicino al popolo come mai era accaduto in passato. Sì, perché Gesù, figlio di Maria di Nazareth, è lo stesso Dio che ha chiamato Abramo, che si è manifestato a Mosè per dargli la legge sul monte Sinai, che ha fatto la solenne promessa a Davide di dargli un figlio eterno. Proprio Lui è Dio in mezzo a noi anche se non lo avrebbe detto subito ma si sarebbe manifestato a poco a poco. L’unica parola che Giovanni ha detto al popolo è: “Convertitevi!”. Questa parola vuol dire semplicemente: cambiate direzione! Cambiate modo di pensare e di agire! Orientate la vostra mente e il vostro cuore verso qualcosa che avverrà presto o verso qualcuno che si manifesterà ma che anch’io non conosco! Se nella debolezza siete tentati di scoraggiamento, fatevi coraggio, perseverate! Ma se avete attese sbagliate o esagerate, siate pronti a correggere i vostri pensieri! E se non avete osservato i comandamenti di Dio pentitevi dei vostri peccati. Dio verrà e vi renderà santi e purificati, vi darà il dono di una vita nuova e più giusta! Il Vangelo di oggi parla anche di farisei e di sadducei che erano convinti di essere sulla strada giusta e di non avere bisogno di cambiare. Per loro andava già tutto bene e non c’era niente da cambiare! A loro Giovanni riserva parole molto dure, come abbiamo sentito: “Razza di vipere!”. Non credo che qualcuno di noi la pensi come loro. Tutti desideriamo dei cambiamenti nel senso di vivere una vita migliore di quella che abbiamo. L’invito di Giovanni vale per tutti, perché tutti corriamo il rischio di desiderare un cambiamento generico, un miglioramento nella salute, nella condizione economica, o nei sentimenti e nelle relazioni personali. E invece il miglioramento lo dobbiamo misurare su Gesù: la nostra vita diventa più vera e più bella quando è orientata a Gesù, quando mettiamo Lui al centro, quando abbiamo fede in Lui, quando lo amiamo con tutto il cuore!
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone
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