“Cristo mi ha mandato ad annunciare il Vangelo” sono parole dell’apostolo Paolo che si rivolge ai cristiani di Corinto. Ma non dobbiamo avere alcuna paura ad applicare a ciascuno di noi queste parole: “Cristo ci ha mandato ad annunciare il Vangelo”. Questo vale anche per le parole di Gesù risorto quando è apparso agli apostoli la sera di Pasqua: “Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso”. Anche queste parole si riferiscono non solo agli apostoli ma a tutti noi. E “Colui che il Padre ha promesso” è lo Spirito Santo, che abbiamo ricevuto quando siamo stati battezzati. È Lui che ci spinge e ci insegna a parlare di Gesù.
Ma uno potrebbe obiettare: “Ma che cosa devo dire di Gesù? Da dove devo cominciare? Certe parole non le capisco, come faccio a spiegarle agli altri? Non ho studiato a sufficienza, non sono allenato a parlare in pubblico”. E avremmo tante altre motivazioni che potrebbero anche essere scuse. E invece la risposta è molto semplice: “Tu, di Gesù devi dire una sola cosa: che è morto!” Certo bisogna precisare che non è stato un caso o una disgrazia o un incidente ma: “È morto per me, per te, per tutti!”. È da qui che bisogna partire e dire questo sono capaci tutti. Queste poche parole sono sufficienti ad aprire gli occhi su quella realtà che è la forza e il fascino della nostra vita: è l’amore! Se Gesù è morto per me significa che io sono di grande valore ai suoi occhi al punto che ha sofferto tanto fino a morire perché non mi perdessi. Ma questo vale non solo per me ma anche per te! Per tutti! Questo vuol dire che mi ama, che ci ama, e l’amore apre il nostro sguardo sull’eternità. Ecco perché continuiamo e, dopo aver detto: “Annunciamo la tua morte, Signore” aggiungiamo subito: “Proclamiamo la tua risurrezione!”.
Così ha fatto l’apostolo Pietro in casa di Cornelio, un pagano, nel racconto che abbiamo ascoltato nella prima lettura: ha detto semplicemente che Gesù, dopo aver fatto del bene a tante persone, è stato ingiustamente condannato a morte, è risorto e chi crede in Lui (cioè si affida a Lui) riceve il perdono dei peccati e la vita eterna. E questa è una buona notizia, cioè il Vangelo! Sembra tutto semplice e invece improvvisamente tutto diventa difficile. Perché?
Perché la gente è in cerca di qualcosa d’altro. San Paolo parla dei Giudei che cercano segni e dei Greci che cercano sapienza. Ma questi atteggiamenti sono comuni anche oggi: a tutti piacciono spettacoli meravigliosi, cose sensazionali, fatti emozionanti, qualcosa che attira la gente e strappa gli applausi, le cose che vanno bene, le preghiere che vengono esaudite subito, i malati che guariscono (ecco i segni che valevano molto agli occhi dei Giudei). Oppure a tutti piacciono i ragionamenti chiari, la ragione scientifica e matematica, il pensiero logico e persuasivo, una persona che parla bene ed è in grado di convincere come un buon venditore (quello che affascinava gli antichi Greci ma anche noi oggi). Ma san Paolo dice: “Noi invece annunciamo Cristo crocifisso!”.
Parlare di un uomo che pende dalla croce, agonizzante, morto, sepolto non è una bella cosa. Non piace a nessuno! Si vuole qualcosa di più bello e attraente! Siamo tutti pieni di ammirazione per un uomo, una donna che, passo dopo passo, ha fatto un lungo cammino, è arrivata al successo, si è affermata, ha guadagnato tanto, si è fatta una posizione. Vorremmo imitare persone così e pensiamo: loro sono più brave di noi, a loro è andata bene! Io invece non ce la faccio, non ho mezzi, non sono così bravo, e poi non sto bene, sembra che capitino tutte a me, sono sfortunato. Insomma, alla fine sono un fallito! Gesù sulla croce è un fallito anche lui!
Annunciare la sua morte non vuol dire mandare messaggi o andare per le strade a dire che Gesù è morto. Vuol dire invece che quando le avversità della vita mi vengono incontro e cercano di abbattermi, io mi aggrappo a Gesù, lo invoco, e trovo la forza di andare avanti, nonostante tutto. Questa è la testimonianza che siamo chiamati a dare nella vita di tutti i giorni. Così, si annuncia la morte del Signore e si proclama la sua risurrezione. Così si annuncia il Vangelo.
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone
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