DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE: SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA

“Gesù, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo”. Ciò che appare è appunto questo: che Gesù, essendo in viaggio dalla Giudea (al sud) verso la Galilea (al nord) si sente stanco e ha bisogno di riposare un po’. Più o meno a metà strada si siede vicino a un pozzo che è chiaramente luogo di incontro per tanta gente perché tutti hanno bisogno di quell’acqua. Ma per noi è facile intuire che Gesù sa già quello che sta per accadere. Non si siede solo perché è stanco. Si siede perché aspetta una persona che sta per arrivare e che viene al pozzo solo per prendere acqua e tornare a casa, non sta cercando nessuno, non aspetta nessuno. Arriva una donna dal villaggio che pensa agli affari suoi e non sta per nulla cercando Gesù, che per lei è un semplice sconosciuto. Ma lui conosce lei, e la conosce molto bene!

Questo semplice incontro ci comunica qualcosa di immensamente grande. Anzitutto la stanchezza e la sete di Gesù: ci fa nascere la domanda: ma come? Lui che è l’Onnipotente, lui che è il Figlio di Dio, nelle cui mani il Padre ha posto tutto, non può camminare senza stancarsi? Lui che è forte ha proprio bisogno di un po’ di acqua per ristorarsi e ha bisogno di qualcuno che gliela doni? Dobbiamo stare molto attenti a non cadere in queste domande perché sono simili alla tentazione di Satana che abbiamo sentito domenica scorsa: Lui che è il Figlio di Dio non potrebbe trasformare le pietre in pane e così sfamarsi senza disturbare nessuno? E questo modo di pensare nasconde nel profondo una mancanza di fede nell’incarnazione di Dio. Nel pensare che Gesù potrebbe camminare molto senza stancarsi e ristorarsi senza che qualcuno gli dia un po’ d’acqua, sarebbe come dire che il Figlio di Dio, incarnandosi e venendo in mezzo a noi, in realtà non si è fatto veramente uomo, e quindi non ha condiviso pienamente le fatiche della nostra vita. Tutti noi quando camminiamo molto ci stanchiamo e quando stiamo tanto tempo senza bere abbiamo sete. Che Gesù sia stato così come lo siamo noi, vuol dire che ha condiviso in tutto la nostra vita umana, tranne che la disobbedienza al Padre.

Ma nello stesso tempo manifesta in un altro modo il suo essere Figlio di Dio che conosce tutto, cioè la sua superiorità nei nostri confronti: Lui aspetta una donna che in realtà non lo sta cercando. Eppure Lui la conosce senza che lei lo sappia. Ecco il grande mistero e la grande meraviglia della vita umana: Dio è alla ricerca dell’uomo anche se lui non lo sa! Dio è capace di aspettare come ha fatto il padre che ha permesso al figlio minore di andarsene da casa sperperando la sua eredità. E quando il figlio ha deciso di tornare, il padre lo vide da lontano, gli corse incontro, lo abbracciò e lo baciò. Dio ama per primo chi ancora non lo conosce e non lo ama. E questo avviene per la maggior parte dell’umanità.

Noi invece siamo tra i chiamati, siamo tra coloro che conoscono Dio per mezzo della sua Parola che ci è stata annunciata. Noi ammiriamo quella donna di Samaria che è andata al pozzo non per incontrare Gesù ma solo per prendere acqua. Ma per lei è stata l’occasione di incontrarsi con l’uomo Gesù dal quale si è sentita conosciuta, rispettata, amata, e a poco a poco è arrivata a comprendere e a crede che quell’uomo che aveva davanti era il Messia, mandato da Dio! Per tutta la sua vita ha immaginato e aspettato la venuta di una persona straordinaria, potente, che avrebbe portato chiarezza sul modo di rendere culto a Dio, magari avrebbe dato ragione ai samaritani e li avrebbe fatti vincere nelle loro lotte con i Giudei, avrebbe vinto le guerre degli israeliti. Ora invece si sente dire del Messa: “Sono io, che parlo con te!”. Niente guerre, niente vittorie, niente preferenze tra il monte di Samaria e il monte di Gerusalemme, non troppe formalità nei riti e nelle preghiere! Il Messia vuole il dialogo e l’incontro personale con ciascuno di noi, un incontro e un dialogo che naturalmente portano a una risposta di amore a Lui che ci ha amati per primo.


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio

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