DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE: PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA

Ash wednesday celebration. Ashes and roma missel. Lent season. Catholic church. France. (Photo by: Philippe Lissac/Godong/Universal Images Group via Getty Images)

Ed ecco una voce dai cieli che diceva: “Questi è il mio figlio, l’amato, nel quale mi sono compiaciuto”. Quando Gesù ha ricevuto il battesimo da Giovanni si è sentita la voce che diceva queste parole. Gesù ha piena coscienza di essere il Figlio eterno di Dio Onnipotente, il Padre ha messo tutto nelle sue mani, lo ama infinitamente, tutto è stato fatto per Lui e in vista di Lui, perché Lui, Gesù, fosse il primogenito di una moltitudine di fratelli destinati a vivere in comunione tra loro e in docile obbedienza al Padre: un’unica grande famiglia riunita nella lode e nella gioia per sempre.

Ma tutto questo dov’è? Cosa stiamo dicendo? È un sogno o una fantasia per consolare gente un po’ depressa e aiutarla ad andare avanti? Il mondo è un teatro di guerre e lotte continue, di ingiustizie e menzogne, di fatiche e sofferenze. Quella famiglia umana fatta di fratelli e sorelle uniti nella gioia e nella lode riconoscente al Padre che ci ha chiamati alla vita sembra davvero un sogno irrealizzabile. Per Gesù invece è un compito da realizzare. Tutto era un progetto nella mente e nel cuore di Dio, un bellissimo progetto: qualcuno ha tentato di rovinarlo ma Dio lo vuole realizzare a tutti i costi, con Gesù, suo Figlio amatissimo.

Le parole che abbiamo ascoltato descrivono il mondo così come era in antico e anche così come è quello di oggi. Qui si parla delle generazioni passate e di quelle di oggi. Oggi abbiamo sentito parole in sé assolutamente terribili e spaventose: il diavolo, cioè il nemico di Dio e nostro, il ribelle e superbo, mostra a Gesù “tutti i regni del mondo e la loro gloria” e dice di essere pronto a donare tutto a Gesù in cambio di un semplice gesto di adorazione e di rispetto nei suoi confronti! Insomma il diavolo vuole essere riconosciuto come un dio da adorare, da seguire, da ascoltare e da servire! E vuole perfino apparire come un benefattore dell’umanità, vuole guarire e salvare l’umanità che soffre mettendola nelle mani di Gesù. Tutto questo in cambio di un atto di riconoscimento e di adorazione. Qualcuno, sprovveduto e ignorante, potrebbe dire: perché Gesù non ha accettato? Oggi staremmo tutti bene e in pace, niente più guerre e litigi, ingiustizie e oppressioni, fame e fatica! Ma la conclusione quale sarebbe stata? Essere uomini e donne con la pancia piena, con una vita più o meno lunga e comunque senza troppa fatica e con un po’ di divertimento e svago, poi morire e sarà quel che sarà. Tutto questo senza mai conoscere la vera realtà dell’amore, senza conoscere la verità del nostro essere figli di Dio creati a sua immagine, destinati a nutrirsi della sua Parola, chiamati ad essere beati nella contemplazione del volto di Dio. Così come preghiamo per i nostri morti: “ammettili a godere la luce del tuo volto!”

Ma è proprio qui che Gesù vuole portarci. E fa la sua scelta decisa e forte: Lui starà sempre dalla parte del Padre, sempre docile e in ascolto di Lui e di nessun altro e per quanto riguarda noi sceglie la via che verrà descritta nei vangeli: comincia a chiamare qualche amico che lo segue, guarisce alcuni ammalati, consola le persone che soffrono, manifesterà il suo programma dicendo: Beati i poveri, beati i miti, beati i misericordiosi, beati coloro che cercano e costruiscono la pace. Una via lenta e faticosa perché il Ribelle, che si è sentito rifiutato, continuerà a dar fastidio e continua anche oggi, come vediamo bene. E ha dato fastidio anche a Gesù, in un modo orribile fino a scatenarsi contro di lui nella morte in croce da schiavo. Ma non è riuscito a piegare la sua volontà e il suo amore per il Padre e per noi. Per questo in Quaresima canteremo che sulla croce Gesù è il Vincitore e il nostro Salvatore!


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio

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