Un documento rivela che, pur di ottenere nostra la dissociazione e motivare con essa le dimissioni, il sindaco ha presentato una delibera che ribalta persino le sue proclamate convinzioni. Nella seduta del Consiglio comunale in cui ha annunciato le sue dimissioni, Bussola è arrivato al punto di presentare una delibera contro le scelte di Nuovo Slancio e un’altra addirittura contro sè stesso pur di ottenere l’inevitabile dissociazione di Territorio e Identità e quindi recitare la parte della vittima sedotta e abbandonata.
Abbiamo recuperato il documento che attesta a quale incredibile livello di contorsione qualcuno possa giungere nella previsione di un secondo fine e intendiamo renderne partecipi i cittadini che si sentono in diritto di non essere presi in giro. Per tutta la seduta consiliare, abbiamo garantito la tenuta della maggioranza, nel cui programma ci riconosciamo, consentendo l’approvazione di delibere su questioni di Bilancio e di altra rilevanza. Ma Bussola sapeva che, considerato il grave momento di difficoltà in cui versano molte famiglie ballabiesi, abbiamo accettato di consentire l’approvazione del Bilancio e mantenere in vita il Consiglio comunale in virtù della necessità di politiche sociali di sostegno: così, per far nascere il casus belli, ha messo all’ordine del giorno due delibere assurde e improponibili che andavano nel senso opposto, sino a smentire le sue proclamate convinzioni.
Nella prima veniva, di fatto, accantonato il contributo comunale al trasporto scolastico già concesso da Nuovo Slancio: qui abbiamo votato l’emendamento compensativo preso a pretesto da Bussola per le dimissioni, cosa più unica che rara, perchè non si è mai visto un sindaco dimettersi per un emendamento a sostegno alle famiglie degli studenti “pendolari”. Ma la perla di malafede era prevista alla delibera successiva, dove, in nome di una pretestuosa meritocrazia, venivano del tutto cancellati i parametri Isee, introdotti per le borse di studio da delibera dalla nostra precedente amministrazione comunale.
Al riguardo abbiamo recuperato l’audio della seduta consiliare del 6.11.2015 dove Bussola, allora assessore al Bilancio, affermava invece l’irrinunciabile valore del riferimento al parametro Isee. Queste le sue testuali parole, con cui difendeva il regolamento che oggi voleva affossare: “Ribadisco, noi siamo dell’idea che è sbagliato dire che questo regolamento è in controtendenza con il principio del merito. Per accedere alle borse di studio bisogna avere almeno una media dell’8. Uno può avere anche un Isee bassissimo, ma se non hai la media superiore all’8 niente borsa di studio. La finalità è questa: visto che le risorse sono esigue, a parità di merito ci pare giusto che chi possa accedere alle borse di studio siano i meno abbienti”. Così Bussola sosteneva l’importanza dell’introduzione del parametro Isee ai fini della concessione delle borse di studio.
Oggi, pur di ottenere la nostra inevitabile dissociazione, evidentemente considerandoci persone coerenti e responsabili, Bussola è arrivato al punto di negare sè stesso, le proprie affermazioni, quel minimo di coerenza che, peraltro, ha sempre dimostrato di considerare un optional: così ha presentato la delibera-trappola di cancellazione del riferimento all’Isee.
Questa, dunque, la prova che al sindaco interessava avere a tutti i costi il pretesto per dimettersi, andare al voto e ripresentarsi con una nuova squadra pronta ad obbedirlo anche e soprattutto nell’operazione Barech, visto che è la cosa a cui ha dimostrato di tenere di più e per via della quale, in relazione alle disattese richieste di trasparenza, si è sfasciata la maggioranza con la dissociazione del capogruppo e di 3 assessori su 4. Non a caso, per gli ultimi 20 giorni da sindaco, ha già programmato incontri in Provincia e Regione allo scopo di seguire l’iter della fabbrica sul pascolo.
Marco Pedrazzini, Alessandra Consonni, Luca Pirovano
Consiglieri comunali del gruppo Territorio e Identità