Le dimissioni annunciate da Bussola sono l’ultimo atto della Barech-commedia: una mossa finalizzata ad estromettere chi, all’interno della maggioranza, in un prossimo futuro si sarebbe frapposto al portare al compimento, nei termini ipotizzati, l’operazione Barech, sul pascolo. Ben sappiamo infatti che tale operazione richiede una variante al Pgt da approvare in Consiglio comunale, dove Bussola i voti a favore se li deve guadagnare con la trasparenza e non con l’appartenenza a un gruppo di maggioranza.
Altro motivo non sussiste. Per tutta la seduta abbiamo garantito la tenuta della maggioranza, nel cui programma ci riconosciamo, consentendo l’approvazione di delibere su questioni di Bilancio e altra rilevanza, ma abbiamo ribadito la necessità che non vengano meno le misure comunali di sostegno delle famiglie e votato un emendamento al riguardo.
Prima del Consiglio ci eravamo chiesti come mai Bussola avesse messo all’ordine del giorno anche un paio di delibere improponibili, quali quella sul trasporto pubblico e sulle borse di studio, eliminando i parametri Isee. Ora lo sappiamo. Era certo che ci saremmo smarcati e lui avrebbe colto la palla al balzo. Infatti, il problema serio non è l’emendamento che in coscienza siamo stati costretti a votare, ma è sempre la nostra presenza in Consiglio per i motivi ormai noti.
La realtà è che non si è mai visto un sindaco dimettersi per un emendamento a una delibera di sostegno al trasporto scolastico. Questa logica è la stessa di quando Bussola, a caldo, definì con disappunto “fulmine a ciel sereno” il suo mancato commissariamento, come accadde dopo il voto che permise l’approvazione del bilancio. Né si era mai visto un sindaco che, avendo difficoltà ad approvare un bilancio, neppure interpella i consiglieri perplessi in cerca di una soluzione e, nel periodo di stasi, trova comunque il tempo di dedicarsi attivamente a seguire il progetto del Barech, accompagnandone l’iter in Regione a Milano.
Ora Bussola, dopo le dimissioni, punta alla rielezione e a disporre, fra pochi mesi, di una squadra che non gli crei problemi sulla industrializzazione del Barech, visto che intorno a questa faccenda si è avuta la rottura col capogruppo di maggioranza e con ben 3 assessori dei 4 iniziali.
Quanto prema l’operazione Barech al sindaco, che aveva incontrato rappresentanti della ditta Combi in campagna elettorale, è sotto gli occhi di tutti, al punto da spingerlo a invitare parlamentari e consiglieri regionali e provinciali sul territorio a supporto dell’operazione.
Tanta dedizione non si è vista a favore del paese. Bussola è responsabile di aver sfasciato una maggioranza di ferro, negando trasparenza ai suoi più stretti collaboratori. Noioso quanto inutile, poi, il suo esibizionismo a puro scopo di propaganda social in attività estemporanee che, quasi sempre, non dovrebbero essere necessarie in un’amministrazione resa efficiente da un sindaco capace. Scarso il riscontro delle poche innovazioni di peso che avrebbero dovuto qualificare l’amministrazione, quali il discobus e la linea interna, mentre larga parte delle poche realizzazioni riguarda opere già finanziate, o deliberate o progettate dalla precedente amministrazione. Sotto questi e altri aspetti fallimentari, le sue dimissioni appaiono ben più serie e comprensibili dell’emendamento a una delibera.
Marco Pedrazzini, Alessandra Consonni e Luca Pirovano
Consiglieri gruppo Territorio e Identità